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S.O.S. Terremoto
6.01.2005

S.O.S - MAREMOTO OCEANO INDIANO
MOBILITAZIONE POPOLARE STRAORDINARIA

LA SOCIETA' CIVILE GLOBALE
CON LE POPOLAZIONI DELL' ASIA
organizziamo la Solidarietà Umanitaria dal basso
con le Comunità Locali colpite dalla catastrofe
Noi, Popoli delle Nazioni Unite moltiplichiamo l'impegno della società civile internazionale sostenendo l'azione delle Organizzazioni Non Governative che sono già presenti nei paesi colpiti e che cooperano con le Comunità Locali e le organizzazioni sociali dei popoli del sud-est asiatico.
In particolare, invitiamo dunque tutti i cittadini, i lavoratori, i giovani, le organizzazioni sociali, gli enti locali a sottoscrivere contributi di solidarietà a:
* Medici Senza Frontiere - www.medicisenzafrontiere.it
Conto Corrente Postale n° 87486007 (causale Maremoto Asia)

* Save the children - www.savethechildren.it/donazioni
Conto Corrente Bancario n°114442 c/o Banca Etica
causale “Emergenza terremoto sud est asiatico”

* Mani Tese - www.manitese.it
Conto Corrente Postale n° 291278 (causale Maremoto India)

Globalizziamo la Solidarietà…
Siamo tutti sgomenti. Siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria senza precedenti per la vastità delle aree colpite, con centinaia di migliaia di vittime ed intere comunità cancellate.
Dopo l’onda, i ritardi e le carenze nei soccorsi, la fame, la sete e le epidemie rischiano di moltiplicarne l’effetto di morte.
Una catastrofe che ci urla drammaticamente - con la forza stavolta devastante della natura - che la Terra è un Pianeta vivo, e dunque che ci ricorda la necessità della coscienza del limite.
Ma anche che ci grida - nell'angoscia come nella speranza - che noi siamo Umanità, che ci richiama alla nostra comune responsabilità.

Una sciagura che si accanisce su popolazioni fra le più povere del pianeta e su un continente già devastato dalla miseria e dalle speculazioni.
Una tragedia globale per l’Umanità che ha travolto insieme milioni di abitanti delle poverissime comunità di pescatori e contadini e migliaia di ricchi turisti occidentali, emblematicamente accomunati, esseri umani diversi ed uguali di un Mondo uno.

Ci sarà il tempo per ragionare anche di questa catastrofe "naturale".
Del come e del perchè anche l'effetto devastante di questi eventi "inevitabili" venga amplificato dalle condizioni di miseria, sradicamento ed espropriazione a cui sono sottoposti i poveri della terra.

Dell’assoluta insufficienza della capacità di azione umanitaria delle Istituzioni Internazionali: l'inesistenza di un'organizzazione mondiale del coordinamento dei veri interventi umanitari, la debolezza di una volontà solidale di tanti stati e governi che spesso vediamo invece in prima linea nella scelta della guerra.
Dopo dieci giorni, solo un quarto delle aree colpite è stato raggiunto dai soccorsi e ancora non si è in grado di definire le reali dimensioni complessive della catastrofe.
Nell'éra della globalizzazione, l'inadeguatezza delle vecchie forme di organizzazione non consente alla Comunità Internazionale di rispondere come si dovrebbe e si potrebbe con il pieno efficace dispiegarsi di risorse umane, tecnologiche ed economiche al grido di dolore di milioni di esseri umani: la finanza, le merci, i mercati si globalizzano in un istante, l’azione umanitaria no.
Mentre i governi del G7 inseguono il primato di un buonismo d’immagine per contendersi un ruolo guida nella gestione degli aiuti, i grandi potentati puntano alla conquista di nuove zone d’influenza e i mercati già speculano sul gigantesco affare della ricostruzione.
Davanti a tutto ciò, fin dall’inizio lascia perplessi l'impostazione del Governo Italiano e l'atteggiamento di una parte dell’informazione nostrana, che sono sembrati occuparsi principalmente del destino delle mete turistiche e della sorte dei nostri connazionali, aggirando superficialmente e lasciando senza risposte le popolazioni indigene, come l’angoscia di tanti cittadini migranti che lavorano nel nostro Paese.
Dietro la scatola vuota della propaganda, ancora oggi, il nostro Governo non ha risposto alle richieste di impegno delle agenzie umanitarie Onu, World Food Program, Unicef e Commissariato per i Rifugiati.
Mentre sprofonda nelle polemiche interne sulla gestione dei fondi sottoscritti dai cittadini italiani, l’azione istituzionale rischia di distinguersi per ritardo, improvvisazione, competizione tra i diversi pezzi dell’amministrazione.

E invece, in Italia come in tutto il Pianeta, cresce dal basso una grande e diffusa mobilitazione popolare senza precedenti: milioni di cittadini del mondo esprimono con intensità e concretezza partecipazione e vicinanza con i popoli del sud-est asiatico.
C’è un fatto nuovo, bello e importante per i destini dell’Umanità: la solidarietà si globalizza dal basso, nei cuori e nelle ragioni delle donne e degli uomini.
Un evento inedito, che costituisce per noi un primo concreto risultato del grande movimento dei movimenti che in questi anni è nato e cresciuto nelle strade del mondo, cominciando a cambiarlo.
Ci dovrà essere il tempo per ragionare criticamente. Continuando a lavorare per un altro mondo possibile.
Adesso, qui e ora, occorre prima di tutto imparare a condividere il dolore, per imparare a condividere la speranza.
Adesso, qui e ora, occorre contribuire a salvare vite, ricostruire villaggi, sostenere comunità.

Con la nuova società civile globale per affermare:
- l’autonomia dell’intervento umanitario e la sua separazione dalle logiche militari, politiche ed economiche;
- la necessità dell’autodeterminazione delle comunità locali e del protagonismo delle loro organizzazioni sociali;
- la centralità del ruolo delle Nazioni Unite e delle agenzie umanitarie dell’Onu con il coinvolgimento delle organizzazioni non governative;
- la piena trasparenza nella gestione degli aiuti e nella programmazione della ricostruzione;
- il diritto di circolazione delle persone alla ricerca dei loro cari dispersi e di quelle in fuga dall’inferno;
- la cancellazione del debito dei paesi colpiti.

Adesso, qui e ora. A ciascuno di fare qualcosa.

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