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Basta con le divisione nel centro sinistra di P.Stagno
7.01.2005

Cari amici,

da un po' di tempo provo un disappunto via via crescente mio verso la
conduzione del centro sinistra, che insegue i voti dei cosiddetti
moderati, perdendo di vista i valori, in quanto non ha le idee chiare su
cosa voglia dire moderato ed invece ritiene che moderato sia sinonimo di
stupido.

Vorrei quindi definire chi, secondo me, è moderato: chi crede nei valori
della liberaldemocrazia, chi ha difeso la libertà contro le dittature del
secolo scorso, chi, in Italia, ha visto nella D.C. un ancoraggio sicuro
nelle tempeste degli ultimi sessant'anni, pur conoscendone le
insufficienze, ma seguendo la dottrina del male minore.

Ma ora che le dittature sembrano passate, il moderato si fa intransigente
nella difesa della liberaldemocrazia, che, in Italia, ha trovato la sua
consacrazione nella Costituzione del '48, non a caso in gran parte frutto
dell'elaborazione della Democrazia Cristiana (ve l'ho già dimostrato altra
volta).

Il moderato sa che la legge deve essere universale ed astratta, non quindi
rivolta a favorire o sfavorire determinati individui, il moderato sa che
la dittatura è pronta a risorgere e vede con crescente inquietudine che
fantasmi che parevano passati cercano di risorgere, che chi fra il 3
gennaio 1925 ed il 25 luglio 1943 ha trascinato la nostra Patria nella
vergogna e nella distruzione materiale e morale c'è ancora, è persuaso di
aver avuto ragione (basta leggere con un po' attenzione i giornali per
capirlo) e probabilmente ci vuol riprovare.

Il moderato vede che sono state fatte leggi per favorire la tasca di ben
determinati personaggi (Gasparri, successioni, segreto di stato per ville
private etc.), leggi per evitare guai giudiziari agli stessi personaggi
(Cirami, salva previti, Rogatorie, etc ), e, peggio, leggi per minare la
separazione dei poteri dello stato (uno dei cardini della
liberaldemocrazia da quasi 250 anni, da Montesquieu) con la controriforma
dell'Ordinamento giudiziario, che sottopone il giudiziario all'esecutivo
e, peggio ancora una riforma costituzionale che sottopone il legislativo
all'esecutivo, andando in direzione esattamente opposta a quanto sostenuto
dalla relazione Gonella al Congresso DC dell'aprile 1946; il moderato
legge che si mette la volpe a guardia del pollaio (le recenti nomine
all'autorità per la concorrenza, vedere al riguardo, fra gli altri,
l'articolo di Cassese sul Corriere del 31 dicembre); il moderato legge (è
cosa di oggi) che un deputato viene a conoscenza di una corrispondenza
privata (art. 15 della Costituzione "la libertà e la segretezza della
corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili"),
e ne fa uno scandalo, il ministro chiede spiegazioni; il moderato legge
che si fa un decreto legge per impedire ad una persona di concorrere ad
una determinata carica.

Di fronte allo scempio dello stato di diritto operato da questa
maggioranza il moderato avrebbe auspicato che le persone che in essa in
qualche modo si richiamano agli insegnamenti di De Gasperi avrebbero
protestato e si sarebbero opposte; con grande stupore e delusione vede
invece che, al di là di qualche flebile vagito di protesta, nulla accade
ed esse hanno diligentemente votato leggi diametralmente opposte alla loro
tradizione, con ciò rinnegandola (parola un po' forte, ma non me ne viene
altra); del resto è già successo (Gn. 29-34, già citato altra volta).

E poi gli stessi hanno la faccia di dirci: "ma voi siete con
Rifondazione".

L'essere alleati con Rifondazione, tuttavia, non ci ha fatto arretrare
davanti ai principi, né ci ha fatto votare leggi che fossero contro di
essi, mentre il contrario avviene con grande frequenza (l'elencazione
fatta sopra è fortemente incompleta) per questa maggioranza dal 2001.

Da quanto sopra risulta evidente che sono un moderato, per formazione
personale, tragitto professionale, scelta politica (tuttora mi definisco
democristiano e sono fiero di essere nella tradizione di De Gasperi).

Un caro saluto.

Piero Stagno

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