Alcune delle obiezioni che spesso ci sono state avanzate da chi non hai mai avuto alcuna intenzione di tenere le elezioni primarie sono state:
-non interessano a nessuno, sono solo il desiderio di pochi appassionati della politica all’americana
-mettono i candidati uno contro l’altro, creando una divisione ed una lacerazione non più recuperabili
-vincono sempre i più forti, quelli candidati dai grandi partiti
Mi pare di poter dire, senza ombra di dubbio, che la vicenda pugliese ha fatto, in un colpo solo, tabula rasa di tutti questi dubbi.
Ottantamila elettori rappresentano senz’altro un numero importante, che legittima il candidato e, soprattutto, motiva un esercito di migliaia e migliaia di protagonisti attivi per la prossima campagna elettorale.
Vi è stato un momento in cui Vendola sarebbe potuto diventare il candidato della GAD indicato dalle segreterie dei partiti a seguito di un accordo nazionale.
Ecco, io credo che in quel caso avremmo avuto lo stesso candidato il quale, però, avrebbe potuto vantare un peso specifico ben più limitato, guardato con diffidenza e circospezione da chi l’accordo l’avrebbe dovuto subire.
In questo modo abbiamo un candidato forte ed autorevole, la cui presenza non significa "tanto dovevamo pagare una tassa a Rifondazione".
Mi ha fatto molto piacere vedere i due contendenti abbracciati subito dopo la proclamazione del vincitore e sentire lo sconfitto assicurare il proprio sostegno leale e sincero a Vendola: significa che lo spirito delle primarie è stato recepito.
Si è capito, finalmente, che la scelta su chi tira il rigore decisivo non implica in alcun modo che l’escluso smetterà di giocare per la propria squadra, ma proseguirà con l’obbiettivo di fare goal nella porta avversaria.
Infine, ha vinto il candidato in teoria più debole.
Dietro a questo vi possono essere anche errori commessi dai partiti maggiori, compreso quello di sottovalutare la possibile partecipazione dei cittadini, immaginando una battaglia rivolta per lo più ad addetti ai lavori.
Può darsi, ma può essere anche che chi ha vinto lo abbia fatto perché più conosciuto o più radicato tra la gente.
Se la gran parte dei sindaci e del quadro dirigente dei partiti sosteneva Boccia, che poi ha perso, forse c’è un problema più profondo di rapporto tra i rappresentanti della politica da una parte, ed i rappresentati, ovvero i cittadini, dall’altra.
Di sicuro ha vinto Vendola, e il candidato sarà lui.
Se non si commetteranno errori e non si mortificherà la scelta dei votanti, allora si potrà contare, da subito, su un esercito di sostenitori perché credo fermamente che chi si è fatto coinvolgere sino al punto da votare in elezioni primarie, sarà poi un supporter entusiasta per la prossima campagna elettorale.
Va tenuto in giusto conto, infine, l’enorme impatto mediatico dell’avvenimento e la quantità e qualità di campagna elettorale per tutta la coalizione, arrivata in modo quasi gratuito da questo percorso.
Chiudo rassicurarando l’amico Somaini per quanto riguarda il Comitato Milanese per le Primarie: abbiamo subito una pausa in gran parte "naturale" dovuta al lungo periodo di festività che rendeva impossibile la convocazione di qualsivoglia riunione senza pagare lo scotto di numerosissime assenze.
A questo si è aggiunta tutta la vicenda delle elezioni regionali e del dibattito nazionale relativo alla Federazione dell’Ulivo, ricco di passaggi burrascosi che ha portato alcuni di noi, la vigilia di Natale, a consegnare un panettone polemico e preoccupato alle segreterie provinciali di D.s. e Margherita.
Infine, l’indicazione di Riccardo Sarfatti come candidato della coalizione.
Abbiamo detto molte volte che avremmo preferito che la sua candidatura fosse frutto di primarie,e questa è una prima battaglia che abbiamo perso.
Ma oggi Sarfatti è il nostro candidato e, come Cittadini per l’Ulivo, garantiamo il nostro impegno leale e totale in questa campagna elettorale.
Nessuna riunione segreta del comitato per le primarie, e nessuno stop, quindi: proseguiremo nella nostra battaglia contando anche sulla presenza lucida e preziosa di amici come Somaini, sapendo di essere un passo avanti e con l’ambizione di trascinare, per quanto nelle nostre capacità , il resto del gruppo.
Stefano Facchi, Coordinatore Cittadini per l'Ulivo della provincia di Milano