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Parla da irresponsabile, non da uomo di Stato
23.05.2003

BERLINO - «Le commissioni d'inchiesta utilizzate come clave per colpire l'opposizione». I dispacci d'agenzia rilanciano le dichiarazioni di Berlusconi. Piero Fassino è appena sceso dall'aereo che da Roma, via Basilea, lo ha portato a Berlino. Oggi, il segretario dei Ds, parteciperà alle celebrazioni del 140° anniversario della nascita dell'Associazione generale dei lavoratori tedeschi, da cui nacque l'Spd. L'Italia è lontana, ma gli echi dello show del cavaliere nel salotto tv di Bruno Vespa rimbalzan o fin qui. Telekom, Mitrokhin, Tangentopoli e adesso anche il caso Sme. Qualcuno, nel centrosinistra, aveva ipotizzato l'eventualità di uscire o di non entrare a far parte di commissioni nate con l'obiettivo dichiarato di colpire l'opposizione. «Decideremo con le altre forze politiche dell'Ulivo che linea di condotta tenere - afferma il segretario Ds - In ogni caso, le cose dette dal presidente del Consiglio dimostrano che questa destra non concepisce le commissioni parlamentari come strumenti per accertare i fatti, bensì come mezzi per aggredire l'opposizione. Ma c'è qualcosa di più: si punta a sostituire l'imparzialità della magistratura con organismi che decidono a maggioranza e con un evidente alto tasso di faziosità».

Berlusconi afferma che Prodi è «una maschera dei comunisti»

Il premier offende il presidente della commissione Ue alla vigilia del semestre di presidenza italiana. Una dimostrazione di irresponsabilità che si commenta da sola. Berlusconi non perde l'occasione per dimostrare la sua assoluta mancanza di rispetto per le istituzioni. la sua assenza di senso dello Stato, la sua arroganza. Il presidente del Consiglio, tra l'altro, continua a parlare di una inesistente spallata giudiziaria ai danni del governo: lo fa per coprire i fallimenti del suo esecutivo.

Il centrodestra parla di bilancio positivo, per la verità.

Anche il presidente di Confindustria, Antonio D'Amato, non la pensa così. La sua relazione all'assemblea di ieri era molto preoccupata. Il Sole24, il quotidiano degli industriali, ha un titolo assai significativo. Parla di «un'Italia col fiato grosso». Siamo quasi alla metà della legislatura, Berlusconi si è insediato da due anni. E un primo bilancio di cosa sia questo governo ormai si può trarre.

Un bilancio in rosso quello dell'opposizione, naturalmente

Sì, ma non per partito preso. Perché tutti i dati dimostrano che la destra non ce la fa. Non ce la fa a far crescere l'economia, innanzitutto. Il Censis parla di un'Italia con le pile scariche, l'Istat di un Paese con il freno tirato. La produzione è ferma, i consumi ristagnano. L'Italia, nella sostanza, rischia di diventare più piccola e meno competitiva. Non solo: il governo taglia gli investimenti per il sapere e la formazione, taglia i fondi per la sanità, per la scuola, per il mezzogiorno. La forbice nord-sud si allarga sempre più a svantaggio di quest'ultimo. E questo è avvenuto perché Tremonti ha cancellato i finanziamenti ai patti territoriali, ai contratti d'area, ai prestiti d'onore, ha ridotto le agevolazioni fiscali per le imprese che investivano e creavano occupazione nel sud. Nel frattempo le grandi opere pubbliche non marciano: in due anni non è stato aperto un solo cantiere. Se aggiungiamo il modo sciagurato con il quale la destra affronta temi come quello della giustizia e dell'informazione, vediamo che la misura è colma.

Un Paese in ginocchio, quindi?

No, chiariamo. Non è l'Italia che non ce la fa, non ce la fa il suo governo.. Il nostro Paese ha energie, capacità, intelligenza per rilanciare il proprio sviluppo. Ma questo richiede una guida politica che abbia un progetto, un'idea per collocare l'Italia in Europa e nel mondo. Berlusconi punta a surriscaldare il clima, e ad agitare lo spauracchio del comunismo, perché si sente in difficoltà e perché la sua politica è fallita. Un premier che avesse da presentare ai cittadini un bilancio signi ficativo spenderebbe pubblicamente quello che ha fatto. Non lo fa e agita spettri perché ha il carniere vuoto.

E il centrosinistra che bilancio presenta?

Abbiamo alle spalle due anni in cui abbiamo costruito l'opposizione, abbiamo le carte in regola, abbiamo superato la sindrome della sconfitta. La destra, invece, ha fallito. Ma la destra è anche divisa in molti comuni, province e regioni. E se la destra non ce la fa, noi abbiamo il dovere di dimostrare che c'è chi è in grado di farcela. Che il centrosinistra non è solo l'opposizione. Che può essere un'alternativa credibile di governo. Questo è il momento in cui serve un centrosinistra riformista capace di saldare l'intransigenza dell'opposizione a una proposta di governo alternativa a quella di Berlusconi.. Domenica bisogna rafforzare ancora di più il centrosinistra e, nel contempo, rafforzare i Ds.

Il voto amministrativo peserà sul futuro del governo?

Si vota innanzitutto per eleggere sindaci e presidenti di provincia. Ma il voto potrà anche indicare in modo chiaro la necessità di un cambio di passo, di una radicale correzione di rotta del governo del Paese.

Favorire la spallata, nella sostanza?

Personalmente non ho mai pensato che la politica si possa fare a colpi di spallate. La politica deve essere capace di costruire delle alternative. Nei due anni che abbiamo alle spalle abbiamo ricostruito l'opposizione e oggi siamo nelle condizioni di presentarci sempre più come un'alternativa. Questa alternativa ha la possibilità di essere votata dagli elettori alle elezioni amministrative. È chiaro che un successo del centrosinistra rafforzerebbe anche la costruzione di un'alternativa alla guida del Paese. Di un'alternativa da mettere in campo al meglio quando si voterà per le politiche nazionali. Domenica e lunedì non si vota per il presidente del Consiglio. Ma non c'è dubbio che, se l'opposizione avrà un'affermazione forte nel voto amministrativo, chi guida il Paese dovrà tenerne conto, fare qualche riflessione autocritica, fare i conti con un'opinione pubblica che chiede un modo di governare radicalmente diverso da quello della destra.

Dopo le amministrative il Polo rilancerà il lodo Maccanico. Come reagirà il centrosinistra?

Siamo contrari a qualsiasi provvedimento che venga vissuto dai cittadini come una forma di privilegio o di impunità per i politici. Il lodo Maccanico è stato proposto dal centrosinistra in occasione della discussione parlamentare sulla Cirami. La destra allora rispose no. E bisogna aver chiaro, una volta per tutte, che la destra, che oggi ne parla, quel lodo in realtà non l'ha mai proposto. La destra vuole un'altra cosa. Vuole l'impunità per tutti gli imputati eccellenti dei processi e non si accontenta delle garanzie per le cinque più alte cariche della Repubblica. Una cosa inaccettabile. Ecco, se il governo e la maggioranza avanzeranno proposte che richiedono forme di impunità e di privilegio noi diremo «no».

 

da www.unita.it

 

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