30.01.2005
UN PARROCO DETRAE DALLE TASSE LA SOMMA CHE LO STATO DESTINA AGLI ARMAMENTI L'OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI L’obiettore fiscale, però, è pronto a pagare per una difesa non armata. E chiede allo Stato di riconoscere questa scelta di coscienza, come per l’obiezione al servizio militare. Una lettrice di Famiglia Cristiana scrive al suo Direttore : " Caro padre, il nostro parroco, che è un convinto pacifista, dieci anni fa, al momento di effettuare la denuncia dei redditi, fece una sorta di obiezione di coscienza, detraendo il tre per mille dalla somma che doveva versare. E che è quanto lo Stato destina agli armamenti. Dopo un po’ di tempo, lo Stato rispose pignorandogli i beni. E poiché lui di suo non possedeva nulla, gli ha sequestrato dei libri che si trovavano nella casa parrocchiale. Il fatto, allora, suscitò scalpore: se ne interessò sia la stampa locale che quella nazionale. Ma presto tutto finì nel dimenticatoio, mentre la burocrazia seguitava il suo "subdolo" corso. Ora, dieci anni dopo, l’Erario vanta un credito di 25 euro nei confronti del nostro don Gianni. E, dato che egli risulta proprietario di una vecchia Fiat Uno, gli hanno posto sotto sequestro l’autovettura, che giace nel bel mezzo della piazza, circondata da cartelli che spiegano il perché sta lì. E ora don Gianni se ne va in giro solo in bicicletta. A differenza di dieci anni fa, però, non c’è stata alcuna solidarietà , né da parte degli altri preti e neppure dalla Curia. Anche noi parrocchiani, scioccamente, ci siamo limitati solo a sorridere, come quando ci si trova di fronte a una trovata eccentrica: siamo abituati alle prese di posizione controcorrente del nostro parroco, sempre però in piena sintonia col Vangelo. Fino a quando durerà questa persecuzione, che lede la libertà di pensiero e di fede religiosa di un’intera comunità ? " Un'abbonata. MARONI HA CEDUTO !! Il via libera all'ingresso di 159.000 lavoratori, metà neocomunitari e metà extracomunitari dei quali 24.800 lavoratori subordinati stagionali residenti fuori dall'Unione già ripartiti tra le Regioni, è una risposta alla necessità di conciliare il rigore nei confronti della clandestinità con i cambiamenti di una moderna economia post-industriale dove l'immigrazione legale è una risorsa per lo sviluppo economico e sociale.Per quanto riguarda i 79.500 lavoratori che non fanno parte dei Paesi entrati nel 2004 a far parte dell'Unione, la circolare del Minisero del Lavoro, prevede 24.800 autorizzazioni stagionali. Insomma Maroni ha ceduto. Ma Bossi lo saprà ? 258 EURO DI MULTA AI LAVORATORI DELL'AZIENDA DI TRASPORTI DI VENEZIA per gli scioperi dell'anno scorso Le stanno recapitando proprio in questi ultimi giorni e portano il timbro del 17 gennaio. Sono oltre 130 i dipendenti dell'Actv ( Azienda Comunale dei Trasporti ) che nella loro cassetta della posta hanno già trovato o troveranno una brutta sorpresa: la sanzione di 258 euro più 12 di spese di spedizione inviata dall'ufficio della direzione provinciale del Lavoro su indicazione della Prefettura.Si tratta della multa inflitta ai lavoratori dell'azienda di trasporti di Venezia a seguito dello sciopero messo in atto il 22 dicembre del 2003. Astensione dal lavoro che il personale Actv ha portato avanti nonostante l'ordinanza di precettazione firmata dal prefetto. Erano i tempi delle proteste per il mancato rinnovo del contratto nazionale della categoria degli autoferrotranvieri che in tutta Italia hanno provocato una serie enorme di disagi. Giornate molto "calde" anche a Venezia, con la città rimase paralizzata per molto tempo. Insomma fare sciopero nonostante la precettazione costa e parecchio. LOTTA ALLA MAFIA E BUONI SAPORI Da 200 ettari confiscati ai boss nascono la pasta Libera Terra, il vino bianco Placido, legumi e meloni biologici. Il 4 febbraio presentazione e degustazione. Enna. Buoni sapori e antimafia. Un binomio certamente singolare che ha porterà i cittadini a parlare di antimafia e legalità intorno alla buona tavola con i prodotti coltivati nelle terre confiscate ai mafiosi. Protagonisti dell'iniziativa sono la condotta Slow Food di Piazza Armerina e la cooperativa Placido Rizzotto, grazie al progetto Libera Terra promosso dall'associazione Libera e dalla Prefettura di Palermo. La cooperativa sociale Placido Rizzotto, intitolata al sindacalista corleonese assassinato dalla mafia nell'immediato dopoguerra, opera sulle terre del Consorzio di Comuni "Sviluppo e Legalità " dove effettua l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, creando opportunità occupazionali e ispirandosi ai principi della solidarietà e della legalità . «In questi incontri - dichiara Salvatore Giunta della condotta Slow Food di Piazza Armerina - i commensali più attenti si accorgeranno che alimenti semplici come questi possono assumere un gusto inconsueto. Il sapore della legalità , appunto.
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