24.05.2003
di Nando dalla Chiesa Le stesse forze politiche che raccolgono firme in difesa del tabaccaio votano poi a Roma la legge sul patteggiamento che va a beneficio dei rapinatori
GUERRE di religione? No grazie, soprattutto sulla sicurezza. Dovrebbe diventare uno dei principi guida ell'amministrazione comunale e delle forze politiche cittadine. E' sotto gli occhi di tutti: un decennio di animi eccitati, di ricette miracolose, di bersagli etnici o sociali, di rancori mozzafiato, non ha eliminato i problemi.
C'è la Bossi-Fini e ci sono lo stesso i clandestini. Governa il centrodestra dappertutto, comune-provincia-regione-Roma, e ci sono sempre le rapine, anzi siamo a rischio impennata. Sono stati annunciati e dati per operativi i vigili di quartiere e i poliziotti di quartiere e i commercianti continuano a denunciare l'assenza di protezione sulle strade. Forse sarebbe il caso di darsi una regolata tutti, a maggior ragione coloro che, vuoi per ingenuità vuoi per cinismo politico, in questi anni hanno soffiato sul fuoco. Coloro che hanno gridato: Ulivo uguale delinquenza dilagante, Polo e Lega uguale ordine e sicurezza. No, non è così semplice. I movimenti migratori esprimono un mondo che non possiamo cambiare, ma di cui al massimo possiamo arginare alcune dinamiche. Le città , da quando esistono nella forma delle moderne metropoli, hanno sempre allevato purtroppo una certa quota di devianza e criminalità . Questo non legittima alcuna rassegnazione. Ma deve indurre a non fornire ai cittadini né facili bersagli ideologici (ricordate gli albanesi incolpati da Erika e contro cui a Novi Ligure già si preparavano le spedizioni punitive?) né soluzioni somiglianti alle pozioni di Lourdes. La sicurezza richiede invece un lavoro complesso, coordinato, di più soggetti e istituzioni. Lavoro di breve ma anche di medio e lungo periodo. Richiede impegno e tensione costanti, non concede il minimo abbassamento di guardia. Si costruisce mobilitando competenze di ogni genere, da quelle investigative a quelle - ma sì- urbanistiche. E' il prodotto di un sistema di concezioni e di interventi. Chiede, in sostanza, una coerenza straordinaria. Perciò è stupefacente che le stesse forze politiche che hanno raccolto le firme in difesa del tabaccaio di piazzale Baracca, che lamentano l'impunità dei rapinatori, che rivendicano la certezza della pena ed esigono una maggiore protezione della vittima, appoggino in parlamento una legge, quella sul patteggiamento, che va a beneficio, appunto, anche dei rapinatori; e che va nella direzione esattamente opposta a quelle invocate, togliendo ogni certezza alla pena e disconoscendo i diritti della vittima. Il problema, cioè, è che lo stesso "sistema" di concezioni e interventi deve a sua volta raccordarsi con un certo ordinamento e funzionamento della giustizia. La morale? Drogare permanentemente la competizione politica giocando sulla sicurezza non aiuta nessuno. E bene ha fatto il cardinale a non caricare di simbolismi e mediazioni religiose una vicenda che già la politica stava impropriamente trasferendo nello scontro tra opposte "religioni". Un po' di laicità sul tema non guasta. Anzi, Milano ne ha bisogno come il pane.
da La Stampa - 23 maggio 2003 www.lastampa.it
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