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Se si parla di terra meno liturgie e piu' informazione
7.02.2005

Se si parla di terra meno liturgie e più informazione

A una settimana dalla chiusura dei lavori del quinto Forum Sociale Mondiale, che si è svolto a Porto Alegre (Brasile) dal 26 al 31 gennaio, non smette di disturbarmi la miope distrazione della maggior parte dei media italiani. Durante la quarta edizione, quella di Mumbay, la richiesta che si levò dal popolo del Forum fu quella di un’edizione in cui ci fosse più spazio per i movimenti di base, senza le "messe cantate" in sale immense con i grandi personaggi esperti di queste tematiche. Una richiesta non da poco, e sicuramente sensata.

Gli esperti, i grandi personaggi, scrivono libri ed articoli che vengono pubblicati in ogni lingua e che ognuno può procurarsi, senza dedicare ad ogni edizione del Forum, la metà del tempo alle loro conferenze. Attenzione: alcuni di loro, come Vandana Shiva, sono personaggi che ammiro e ai quali guardo io stesso come punti di riferimento. Ma dopo quattro Forum, era giusto che si lasciasse spazio alla miriade di associazioni e movimenti che hanno certamente meno occasioni per presentazioni e scambi a livello internazionale.

Ecco, il dubbio che mi infastidisce, è che i media italiani siano ormai così ammalati di "personaggite" da non riuscire più a vedere il valore di un evento se non possono sgomitare per un’intervista esclusiva o uscirsene con un bel pezzo di colore.

Fortunatamente quest’anno a Porto Alegre c’erano anche alcuni miei collaboratori, per cui qualche informazione di prima mano sono riuscito a procurarmela. Certo, in un posto in cui si svolgono 400 incontri al giorno e nel quale circolano 150mila persone, non si può "lavorare" sui temi. Ma quel pubblico che arriva da tutti i paesi del mondo vuole "semplicemente" essere informato dai protagonisti dei movimenti ed avere un quadro sullo stato dell’arte. Dai diritti dei gay alla riforma agraria, ognuno trova il modo per occuparsi delle cose che gli stanno a cuore, e per dire: io ci sono, contate su di me, voglio fare qualcosa, ho energie e tempo da dedicare.

Questo vale anche per le tematiche che stanno a cuore a Slow Food: cibo, agricoltura, ambiente, identità culturali, popolazioni indigene e tradizionali, protezione delle risorse ambientali, difesa della biodiversità. Anche su tutti questi fronti ci sono grandi risorse umane, in particolare di giovani, ai quali è stato possibile avere un quadro di cosa sta succedendo di buono nel mondo, di quanto si sta facendo, di quanto resta da fare. La partecipazione all’incontro sulla biodiversità curato dal Convivium Slow Food Brasilia è stato un bellissimo esempio di quanto i Forum possano servire come momento di educazione e informazione.

A Porto Alegre c’erano anche tanti rappresentanti delle comunità che nello scorso ottobre hanno partecipato a Terra Madre. Se a Palazzo del Lavoro hanno avuto un momento di mutua formazione, di scambio tra "operatori" su temi generali e specifici relativi al loro lavoro; se con il Salone del Gusto hanno avuto un incontro diretto con i consumatori più attenti e interessati; a Porto Alegre hanno avuto modo di avvicinare i rappresentanti di quella parte di umanità (per fortuna sempre più vasta) che desidera occuparsi di questo pianeta, che non crede che si possano delegare le opinioni.

Per una volta sarebbe stato bello che i media avessero accompagnato il mondo, quello vero, occupandosi di lui, anziché limitarsi a frugarlo senza affetto, sempre in cerca di qualcos’altro. Il Forum continuerà ad evolversi e a puntualizzare la sua diversità nelle prossime edizioni, sia articolandosi, l’anno prossimo, in diversi forum regionali, sia coinvolgendo, nelle successive edizioni le aree meno "visibili" del mondo, come l’Africa.

Mentre noto con piacere che l’interesse per le tematiche del cibo e dell’agricoltura riscuotono sempre più attenzione da parte di una certa informazione indipendente, con un proliferare di documentari e film del calibro di "The Corporation", "Mondovino" o "Supersize Me", d’altro canto spero che tutti i media imparino presto che così come l’attenzione al cibo e all’agricoltura non si risolve in fatue rubrichette in cui si dà la ricetta per rifriggere l’aria, allo stesso modo le tematiche planetarie non sono degne di attenzione solo quando a Davos arriva Sharon Stone.

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