8.02.2005
Trapianti, +16% donatori in 2004, Italia seconda in Europa
ROMA - Nell'ultimo anno i donatori di organi nel nostro paese sono aumentati del 16% e il totale dei trapianti pone l'Italia al secondo posto tra le principali nazioni europee, anche se è necessario "lavorare ancora" su opposizione ai trapianti e liste d'attesa.
E' quanto emerge dal rapporto annuale su donazioni e trapianti d'organi, presentato oggi a Roma dal ministro della Salute Girolamo Sirchia e dal direttore del Centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa.
"Sono orgoglioso e felice di questo risultato", ha detto commentando i risultati del rapporto. "I trapianti sono interventi multidisciplinari che richiedono coordinamento (e) questi dati sono indicatori del buon funzionamento del sistema sanitario".
Tra il 2003 e il 2004, il numero medio dei donatori per milione di abitanti è passato da 18,5 a 21,3, ponendo l'Italia al secondo posto tra i paesi europei con caratteristiche analoghe: in testa si trova la Spagna, con 34,6 donatori per milione, mentre seguono Francia (20,7), Germania e Regno Unito (rispettivamente 13,8 e 12 nel 2003).
Un altro dato di rilievo, ha spiegato Nanni Costa, è un aumento del 35% nelle donazioni nel Centro-Sud. Anche se restano tutte nell'area centro settentrionale le regioni a maggior tasso di donatori -- con Marche, provincia autonoma di Bolzano e Toscana sopra i 30 pmp -- aumenti consistenti si sono registrati in Campania, Sicilia, Sardegna, Abruzzo-Molise e Lazio.
Resta tuttavia ancora intorno al 30% il tasso di opposizione ai trapianti, vale a dire il numero di potenziali donatori o dei loro parenti che negano l'autorizzazione all'espianto.
"C'è un certo calo delle opposizioni, ma su questo dobbiamo lavorare meglio sia negli ospedali che sul piano dell'informazione", ha detto Nanni Costa.
La maggior parte dei rifiuti alla donazione, ha poi spiegato Sirchia, si verifica quando manca una dichiarazione esplicita della volontà del paziente in stato di morte cerebrale -- quindi potenziale donatore -- e la decisione è affidata alle famiglie, che spesso temono per la sua incolumità .
A questo scopo, ha aggiunto il ministro, "l'uso della Carta Sanitaria -- tessera elettronica con dati anagrafici e sanitari del portatore, attualmente in fase sperimentale in Italia -- potrebbe risolvere l'annoso problema della manifestazione della volontà del donatore".
Un altro elemento problematico è infine quello delle liste di attesa.
"Questo è un nostro problema", ha detto Nanni Costa che ha citato il caso del trapianto di rene: 6.500 persone sono oggi in attesa per un periodo medio di 3 anni, anche se con un tasso di mortalità in lista relativamente basso (1,29%). Mortalità che sale però al 6,53% per il cuore e al 12,32% per il polmone.
fonte: http://www.reuters.com
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