L'Italia invecchia, come deve cambiare la sanità? .Il Pensiero Scientifico Editore . Si parlerà del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione dal punto di vista dei sistemi sanitari e sociali all’incontro di studio organizzato dall’Accademia Nazionale di Medicina, in collaborazione con AstraZeneca, che si è svolta venerdì 11 e sabato 12 febbraio al Grand Hotel di Rimini.
Due giornate di lavoro, coordinate dall’Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, Giovanni Bissoni, e dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Ferrara, Ubaldo Montaguti, all’interno delle quali i massimi esperti nel settore dell’ageing society (la società degli anziani) e delle politiche del welfare discuteranno su una problematica che è destinata a sottoporre a forte pressione i sistemi politici, produttivi, economici, organizzativi e i sistemi di protezione sociale delle società avanzate.

Le previsioni, per quanto concerne l’invecchiamento della popolazione, denotano un quadro piuttosto complicato.

- Dal 2000, a causa della continua diminuzione dei tassi di fertilità, sono già 68 i Paesi sotto la quota di compensazione dei decessi da parte delle nascite. Nell’Unione Europea i tassi di natalità sono calati continuamente a partire dagli inizi degli anni ’60 e sono soprattutto la Germania e l’Italia che mostrano le maggiori difficoltà a mantenere la popolazione in equilibrio, nonostante il sostanziale apporto da parte di persone immigrate. Basti pensare che nel nostro Paese il tasso di natalità è passato dall’11,7 ogni 1000 abitanti del 1980 al 9,3 su 1000 abitanti del 2002. Sempre in Europa, più del 20 per cento della popolazione ha oltre 60 anni di età e si prevede che tale quota raddoppi entro il 2050.

- Dal 2025 la piramide dell’età dell’intera popolazione mondiale assumerà la forma di un cilindro a causa dell’incremento delle classi di età di 50 e 60 anni in costanza del numero delle nascite.

- Nel 2030 metà della popolazione dell’Europa occidentale avrà un’età maggiore di 50 anni con una speranza di vita prevista di altri 40 anni e un quarto della popolazione avrà più di 65 anni.

- Nel 2050 il numero degli ultracentenari aumenterà di 25 volte e, per l’Italia, questo significa che si passerà dai 7.102 ultracentenari del 2002 a circa 200.000.

Sempre in Italia, negli ultimi 20 anni la proporzione di ultra 65enni è passata dal 13,1 per cento al 18,6 per cento e la speranza di vita ha raggiunto quasi 80 anni. Alcuni demografi sostengono che la metà di tutte le bambine nate oggi a occidente vivrà fino a vedere il prossimo secolo.

Le scommesse fondamentali che, a fronte di questi dati, si chiede di giocare alle politiche pubbliche impongono di concepire soluzioni capaci di fornire ogni garanzia che l’età non diventi una linea di demarcazione sociale, assicurare il bilanciamento di bisogni, diritti e doveri degli anziani rispetto a quelli dei giovani, offrire a tutti la qualità di vita migliore possibile, mentre la popolazione intera (giovani e meno giovani) invecchia.