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Scalfaro a Bari per il 60° della Liberazione
12.02.2005

Scalfaro a Bari per la Liberazione
Con Oscar Luigi Scalfaro è stato inaugurato un ciclo di 12 iniziative nazionali che partiranno dal capoluogo pugliese e attraverseranno varie città italiane
BARI - All’indomani dell’Armistizio fu a Bari che con il congresso dei Comitati di liberazione nazionale si mossero i primi passi per la costituzione di un stato democratico, e fu sempre dal capoluogo pugliese che in quei mesi si diffusero con Radio Bari le prime voci dell’Italia liberata. E’ per questo che oggi sempre da Bari, con il presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, che è anche presidente dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli), è stato inaugurato un ciclo di 12 iniziative nazionali che attraverseranno varie città italiane per celebrare il 60/o anniversario della Liberazione.
Si tratta di un percorso di studio e anche di mostre documentarie per ricordare a tutti, ai più giovani soprattutto, ma anche a quelli che oggi cercano di cambiare la realtà dei fatti - ha detto Scalfaro - che «la Resistenza, il no alla dittatura con tutte le persone che si sono sacrificate per questo, è la radice primaria sulla quale è stata costruita la Repubblica e scritta la Carta Costituzionale».
Un concetto ripreso e rafforzato dallo storico Luciano Canfora secondo cui la Costituzione «rappresenta un monumento, e chi oggi aggredisce la Costituzione ferisce la Repubblica e offende la lotta di liberazione». Attorno al percorso che ha portato alla nascita dei partiti politici e alla scrittura della Carta Costituzionale, si è snodato il seminario organizzato dall’ Insmli, in collaborazione l’università di Bari e l’istituto per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea.
Al centro del seminario e della mostra organizzata nell’archivio di Stato in collaborazione anche con l’Ordine dei giornalisti, ci sono gli eventi che dopo l’8 settembre fecero del capoluogo pugliese il centro politico e culturale dell’Italia libera mentre ancora, al centro e al nord, si combatteva una guerra segnata dalla sanguinosa ritirata dei tedeschi e dalla resistenza dei repubblichini.
Il primo congresso dei Comitati di liberazione nazionale si svolse il 28 e 29 gennaio 1944 e rappresentò la prima occasione nella quale, dopo 20 anni di dittatura, le forze dell’antifascismo si confrontarono liberamente discutendo pubblicamente in una Italia che per metà era ancora occupata dai tedeschi e nella quale di fatto non esisteva più uno stato nazionale.
Secondo lo storico Luigi Masella, infatti, anche quella parte d’Italia liberata dai nazifascisti in realtà libera non era perchè sottoposta comunque all’occupazione delle truppe angloamericane. Il congresso del Cln infatti, secondo Masella, venne osteggiato dal governo Badoglio e si svolse in un regime di occupazione; ne venne proibito lo svolgimento a Napoli, ma le forze politiche dell’antifascismo riuscirono comunque ad affermare la loro volontà e la manifestazione si svolse a Bari.
«Lo svolgimento del Congresso - secondo Masella - è un esempio significativo dello sforzo che quella classe dirigente fece nel rivendicare un proprio spazio di autonomia decisionale e nel ricercare l’unità nazionale al di là delle influenze esterne, anche delle forze di liberazione». Il congresso ebbe molta eco nel mondo libero, ne parlarono i giornali stranieri e Radio Londra che lo definirono «la prima importante testimonianza di ricostruzione del processo democratico» in Italia.
A fianco a quell’evento la voce libera dell’Italia si propagava attraverso le onde di Radio Bari dalla quale intellettuali e uomini politici diffondevano l’informazione dell’Italia libera (la radio non fu mai controllata nemmeno dagli alleati) che arrivava anche ai partigiani che combattevano al nord. Di quelle giornate esistono documenti che il Centro studi sull’antifascismo diretto da Vito Antonio Leuzzi ha accuratamente raccolto e esposto in una mostra nell’archivio di Stato - inaugurata oggi da Scalfaro - dove sono esposte le prime pubblicazioni dell’Italia liberata, i primi numeri di giornali come la Gazzetta del Mezzogiorno, il Risveglio che raccontano della preparazione del congresso e del dibattito che vi si svolse.
Sono esposti anche i documenti con le richieste di autorizzazione alla prefettura necessarie per lo svolgimento del Cln, i resoconti del primo convegno meridionalistico che si svolse dal 3 al 5 dicembre del 1944. Ci sono infine i numeri della ’Rivoluzione liberalè di Pietro Gobetti con gli articoli di Tommaso Fiore e altri documenti e pubblicazioni che testimoniano del fermento di quei giorni, delle speranze che nascevano in quel difficile momento durante il quale si stava realizzando il radicale rinnovamento politico e civile avviato dai partiti democratici dopo il crollo del regime e che portò alla nascita della Repubblica.

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