12.02.2005
Gad diventa L\'Unione; Prodi: \"per governare e unire\" E\' \"L\'Unione\" il nome con cui l\'alleanza del centrosinistra si presenterà da oggi agli elettori \"per governare e per unire\", come forza in cui \"diverse identità procedono verso una direzione comune\".
Lo ha detto il leader Romano Prodi, che ha presentato oggi a Roma nome e simbolo della nuova sigla, sostituisce la precedente \"Gad\" - Grande alleanza democratica.
\"Siamo uniti per governare e siamo qui, uniti, per unire il Paese\", ha detto Prodi nella sede nazionale dei Democratici, accanto ai leader dei diversi partiti dell\'alleanza.
Sul simbolo, il nome in verde in campo bianco e con l\'apostrofo rosso -- riprende i colori della bandiera nazionale, ha detto Prodi -- è sovrastato nell\'arco superiore da un \"arcobaleno\" di cinque strisce multicolori, reclinato verso sinistra.
\"Rappresentano i banchi del parlamento e le diverse forze che vi sono rappresentate\", ha spiegato Prodi. \"Le istituzioni sono e saranno il nostro punto di riferimento\".
Il leader dell\'Ulivo ha insistito sul tema di identità diverse in un percorso comune. I colori evocano \"armonia e ottimismo ... E\' la diversità dei colori che dà nella sua unità la luce più forte ... Diverse forze manterranno ognuna la propria identità ma procederanno in una direzione comune\".
\"RIMETTERE INSIEME UN PAESE DIVISO\"
\"Il nostro paese è stato diviso, frammentato negli ultimi anni\", ha aggiunto Prodi, uscendo dalla presentazione. \"Noi dobbiamo rimetterlo insieme ... e questo nuovo simbolo rappresenta la nostra unione per governare il paese\".
\"La presentazione del nome e del simbolo dell\'alleanza - gli ha fatto eco il segretario dei Ds Piero Fassino - rende evidente la coesione e l\'unità del centro sinistra ... Questo conforterà gli elettori, già dalle regionali. In aprile possiamo vincere anche in molte delle regioni in cui il centrodestra ha governato in questi anni\", ha detto uscendo dalla presentazione.
E già dalle regionali, ha spiegato un portavoce di Prodi, il nuovo simbolo potrebbe essere inserito ovunque le sigle dell\'alleanza correranno in modo unitario e accanto al nome dei loro candidati presidenti.
Intanto, il prossimo 26 febbraio verrà dato avvio ufficiale alla campagna elettorale per le elezioni del 3-4 aprile nelle 14 regioni, ha detto Prodi. In quella data, ha spiegato Fassino, anziché una manifestazione nazionale unitaria si terranno 14 manifestazioni, una in ciascuna regione.
Primo impegno dell\'Unione, ha annunciato Prodi concludendo la presentazione, sarà a favore di una maggiore imparzialità dell\'informazione sulle reti di stato.
\"Abbiamo riscontrato un problema di parzialità dell\'informazione offerta dalla Rai. L\'Unione si impegnerà in modo forte e unanime\" per il problema, ha detto Prodi, annunciando una prossima convocazione dei deputati dell\'Unione nella Commissione di Viglilanza sulla tv di stato.
L\'Unione fa la forza (Italia) C\'era una cosa che funzionava nel centrosinistra: il nome. Ulivo piaceva ai suoi elettori, era accettato dagli avversari e aveva il pregio, con Berlusconi avversario, di non prestarsi a facili sberleffi. In presenza di tutti questi vantaggi, si è reso necessario trovare una nuova sigla priva di queste caratteristiche: L\'Unione. Un nome che pare scelto dall\'attuale presidente del Consiglio in persona, che infatti ha sùbito chiosato: «L\'Unione? Sovietica. Comunque, auguri al nuovo nome, finché dura». Auguri di cui \"L\'Unione\" ha davvero bisogno vista la fine dei predecessori Alleanza democratica, Ulivo, Grande alleanza democratica, Uniti per la democrazia, etc. Non bastasse il nome, anche la scelta del simbolo è un capolavoro di autolesionismo e ipocrisia: quello che, a prima vista, ha i colori e la forma dell\'arcobaleno della pace è in realtà un emiciclo: «vuol dire che ne vedremo davvero di tutti i colori» commenta il premier; «simboleggia la fedeltà alle istituzioni», spiega Prodi. Semplice: si cerca di avvicinare e accontentare, cromaticamente, i movimenti pacifisti, per poi non fare concessioni e spiegare (a mezza voce) che i riformisti non si muovono in piazza ma nelle sedi istituzionali. Col permesso del premier naturalmente.
Gianni Serra --------------------------
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