21.02.2005
La Giornata internazionale delle donne, non la "festa" delle donne.
Lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale ha riconosciuto lo stupro, la schiavitù sessuale e altri crimini commessi prevalentemente ai danni di donne e ragazze, quali crimini di guerra e contro l¹umanità . Tutto ciò è diventato realtà soprattutto grazie alle imponenti campagne realizzate in Bosnia da organizzazioni di donne, che per prime rivelarono nel 1992 ad un mondo scioccato l¹ampiezza degli abusi sessuali commessi. Eppure, a quasi un decennio dalla fine del conflitto armato in Bosnia-Herzegovina, solo un pugno di responsabili è stato condotto davanti alla giustizia per tali reati nei confronti di musulmano-bosniache, croate e serbe.
Agnese Berardini - responsabile EDUcazione ai diritti umani Puglia di Amnesty - dichiara: ³Questo è un caso emblematico per introdurre il contenuto del rapporto di Amnesty Effetti collaterali - Corpi di donne, vite di donne - Mai più violenza sulle donne nei conflitti, basato sui risultati delle ricerche condotte da Amnesty International in decine di paesi. Il rapporto denuncia che nelle situazioni di conflitto e di post-conflitto l¹incidenza e la diffusione della violenza sulle donne si accrescono enormemente. Le donne pagano il prezzo più alto: dall¹uso dello stupro come arma di guerra, al rischio di sequestri, violenze sessuali e matrimoni forzati nelle situazioni di post-conflitto. Tutto ciò è sintomo di una militarizzazione della società in numerosi Paesi del mondo, nei quali dominano valori, regole, istituzioni e modelli di comportamento militari. In questi Paesi non solo membri delle forze armate e dei gruppi armati, ma anche civili, considerano l¹uso della forza indispensabile per dirimere ogni tipo di controversia dall¹ambito locale a quello internazionale².
Amnesty Puglia propone alle scuole medie superiori l¹ adesione ad una iniziativa di educazione ai diritti umani che prende il nome dal rapporto appena citato.
Le scuole potranno dare la propria adesione entro il 26 febbraio e realizzare una serie di attività fino al 21 marzo. L¹impegno minimo per ogni scuola si esplicherà in tre date significative per i diritti delle donne: 28 febbraio (Piattaforma d'Azione di Pechino), 8 marzo (Giornata internazionale delle donne) e 21 marzo (Giornata contro la Discriminazione) e consisterà nella conoscenza di sette casi di violenza sulle donne nei conflitti in Afghanistan, Bosnia, Colombia, Iraq, Messico, Repubblica Democratica del Congo, Sudan e dei principali trattati sui diritti delle donne. Gli studenti potranno anche ³adottare² uno o più di questi casi (denuncia e raccolta firme) e approfondire con unità didattiche, mostre, video e altri materiali forniti dall¹associazione.
Agnese Berardini prosegue: ³La proposta nasce dalla necessità di far comprendere ai giovani la gravità e la diffusione della violenza sulle donne in tutto il mondo. Spingere all¹impegno contro la violenza sulle donne significa far crescere nei giovani la consapevolezza e la responsabilità per il radicamento di una cultura dei diritti umani che favorisca l¹effettivo riconoscimento e la reale attuazione di pari opportunità fra donne e uomini. Significa, inoltre, restituire senso alla Giornata internazionale della donne, ormai degradata a ³festa² delle donne. Di questa giornata bisogna recuperare l¹originario significato di lotta contro la ³discriminazione di genere², arricchito da decenni di conquiste per i diritti delle donne. L¹8 marzo ha ancora un senso se alle celebrazioni delle conquiste delle donne, si affiancano azioni concrete per fermare le violenze che quotidianamente, ed in ogni parte del mondo, esse sono costrette a subire².
APPELLO: le scuole che desiderano aderire all¹iniziativa dovranno inviare al più presto una e-mail all¹indirizzo del gruppo Amnesty più vicino gr070@amnesty.it (Bari); gr134@amnesty.it (Foggia); gr180@amnesty.it (Andria, Barletta, Trani); gr214@amnesty.it (Taranto); gr236@amnesty.it (Molfetta) o telefonare al 338/2065406.
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