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I nuovi apostoli di libertà
25.05.2003

Movimento Università-Opinione
muoge@libero.it
L’etica della responsabilità pubblica, il valore della scienza e della coscienza.

Le (tele)visioni dei nuovi "apostoli di libertà"

Da tempo Berlusconi muove accuse durissime contro la magistratura e contro la sinistra colpevoli, a suo dire, di soffocare la democrazia nel nostro Paese. E' persino riuscito a far scrivere sui manifesti elettorali che la sinistra è pericolosa per la democrazia e ha sostenuto che ai "comunisti" bisogna impedire di fare politica.
Questi affondi preoccupano non poco. Trattasi di infamie, allucinazioni dettate forse dalla disperazione. Potrebbero anche essere espressione di un fanatismo pseudoreligioso, visto che i militanti di Forza Italia sono stati da lui definiti "missionari, apostoli, guerrieri di libertà", alla stregua di adepti di una nuova setta, con un Capo che si autoproclama "unto dal Signore", che promette miracoli, che si presenta con lo sfondo dei cieli e lancia crociate contro "nemici" evocati solo nelle sue (tele)visioni. Per di più questo nuovo genere di culto sarebbe monoteista, visto che solo l'immagine del Capo può comparire nella pubblicità elettorale, come recitano le istruzioni impartite per le imminenti elezioni.
Viene la voglia di archiviare il tutto come telenovela riservata a un pubblico di alieni, ma non ci è consentito, vista la posta in gioco. Infatti la dignità del nostro Paese risulta terribilmente a rischio, come rileviamo dai contatti quotidiani con colleghi di altre università sparse per il mondo che ci chiedono che cosa sta succedendo in Italia.

La stampa estera, di qualsiasi orientamento politico, è assai critica nei confronti del governo italiano.
Ovunque si guarda con forte preoccupazione al nostro Paese. E si ride.

Poiché il nostro primo ministro ha minacciato querele contro chi osa attaccarlo, ci domandiamo se intende anche denunciare chi osa ridere di quello che lui dice.

Berlusconi ha guadagnato consensi con la demagogia più sfrenata. Slogan del tipo "meno tasse per tutti" sono ben impressi nella memoria degli italiani che oggi, alle prese con la denuncia dei redditi, si accorgono che le tasse anziché diminuire sono aumentate (e non di poco) e non ci ridono affatto. D'altra parte questi aumenti cercano di tamponare i dissesti causati dalle scelte sconsiderate di un ministro dalla voce livida che teorizzava la finanza creativa, sì, ma dello sfascio, avendo favorito i ricchi con leggi ad hoc (v. depenalizzazione del falso in bilancio, condoni che premiano i furbi e umiliano gli onesti, abolizione della tassa di successione sui grandi patrimoni, ecc.) per penalizzare i poveri, ulteriormente gravati di tasse, contro servizi sociali sempre più scadenti. Il recente rapporto ISTAT dimostra, dati alla mano, che questo governo ha portato il nostro paese in recessione (altro che "miracoli") ma, quello che più preoccupa, è la mancanza di strategia per il futuro. Gli altri paesi investono molto in ricerca e formazione, prioritarie per innescare circuiti virtuosi, mentre a noi ricercatori viene tolto anche quel poco che abbiamo.

Angosciati per tutto questo ci auguriamo che:
1) chi l'ha votato comprenda di essere stato gabbato;
2) le forze politiche non asservite al berlusconismo si rendano conto che esiste un'emergenza democratica, assai più importante delle beghe interne, e quindi che si attivino di conseguenza, per dare agli italiani l'opportunità di vivere in un paese normale, al più presto.

Genova, 22 maggio 2003
Alessandro Morelli, Giorgio Di Liberto, Angelo Abbondandolo

Una civile autodenuncia

Il Presidente del Consiglio ha intimato alle forze dell'ordine di identificare un giovane che gli aveva gridato: "rispetta la legge, fatti processare come tutti i cittadini imputati di qualche reato". Pur non avendo nessun dovere di obbedirgli (non avendo lui titolo per dare quell'ordine), i poliziotti hanno eseguito. Succede così che un imputato di gravi reati faccia identificare non un complice, come ci si aspetterebbe, ma un onesto cittadino che gli ha gridato la sua indignazione. E' vero che il cittadino in questione ha aggiunto, nella concitazione, frasi di dubbio gusto, ma è anche vero che una delle espressioni ritenute dal cav. Berlusconi ingiuriose, "buffone", va rapportata a quanto era appena accaduto. Nell'aula del tribunale di Milano, infatti, poco prima, Silvio Berlusconi si era presentato, dopo anni di contumacia, per fare come quel ladro, che, davanti alla corte, accusa il padrone di casa di aver lasciato la porta aperta. Trattandosi del Primo Ministro, una simile parte riceve dal titolo di "buffone" una rappresentazione più gentile e ironica di quanto la pesante e tragica realtà richiederebbe. Per questo, e non solo perché riteniamo che il comportamento intollerante di Berlusconi sia un segno evidente del suo concetto di libertà e di democrazia, noi ci associamo al grido del giovane milanese e ci autodenunciamo per avere intenzione di ripeterlo ovunque e tutte le volte che potremo e fin che, nell'Italia pericolante in cui viviamo, sarà fisicamente possibile.

Genova, 8 maggio 2003
Studenti e docenti dell'Università di Genova

Chi desidera sottoscrivere questa autodenuncia, è pregato di segnalarlo all'indirizzo barattinus@tiscali.it
fornendo nome, cognome, città, professione.


A proposito del vocabolo "buffone", dal Dizionario Garzanti della Lingua Italiana trascriviamo, senza commenti:
Buffone
1. chi viveva presso le antiche corti con l'ufficio di rallegrare i signori; giullare;
2. per estensione, chi parla o agisce in modo da suscitare il riso o da far ridere di sé;
3. (figurato) chi manca ai propri impegni per leggerezza, per mancanza di serietà o di dignità; chi si comporta da irresponsabile.

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Notizia dell'ultimo minuto:

Abbiamo voluto seguire, per dovere d'ufficio, la puntata di Porta a Porta di ieri sera con il monologo di Berlusconi.

Ns. commento, a caldo: vergogna!

Una penosa e ridicola sceneggiata! E' ricomparsa la scrivania di ciliegio, che oramai è diventato il suo trono! Vespa ha interpretato bene la parte di lacché servile. Tutto è stato preordinato per garantire l'assoluta assenza di dibattito. Berlusconi si è presentato come quei sovrani ai quali i sudditi non possono rivolgere la parola. Infatti Billé e Pezzotta si sono prestati a porgli delle domande, ma non in diretta (i loro interventi erano preregistrati), per evitare il botta-risposta. In qualsiasi paese civile un politico che non accetta il contraddittorio (che Berlusconi evidentemente teme ) è squalificato dall'opinione pubblica e la stampa, unanime di qualsiasi tendenza, lo condannerebbe come un antidemocratico; conosciamo Paesi del nord-Europa in cui simili comportamenti determinerebbero le immediate dimissioni.
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Ringraziamo tutti per gli incoraggiamenti e i numerosi contributi che riceviamo. Ne riportiamo alcuni:

Da Finale Ligure (Savona)

Da giorni mi frulla per la testa un pensiero che non so se riuscirò ad esprimere compiutamente, abbiate quindi la pazienza di fare uno sforzo in più per entrare nei miei dubbi.
Premesso che faccio parte attiva (direi attivissima) di un movimento nato sull'indignazione per quanto stava e sta avvenendo e che da un anno abbiamo fatto di tutto e di più per far conoscere ai cittadini le nefandezze di questo Governo, ora constato che:
1) il pubblico che ci segue, pur numeroso, è composto sempre dalle stesse persone ora anche meno entusiaste;
2) anche noi sentiamo la stanchezza di non incidere seriamente e di non riuscire mai ad approfondire un argomento, che dobbiamo correre per un altro problema;
3) questo referendum sarà la nostra tomba, segnato da risentimenti per chi propone l'astensione rispetto ai "puri" che voteranno il sì;
4) sento che si è arrivati ad un punto nel quale lo scontro nel Paese e nella nostra comunità è tale per cui anche i rapporti affettivi e di amicizia si caricano di valenze negative e di aggressività mai rilevata in altri momenti politici pur difficili. Intendo dire, per spiegarmi meglio, che sono rimasta esterefatta quando una persona che mi vuole bene per difendere Berlusconi mi ha definito comunista criminale.
Allora al di là del dolore che ho provato, mi sono domandata se non c'è qualcosa di sbagliato nella nostra risposta alla situazione, se siamo certi che non esiste un'altra via più efficace e meno lacerante per combattere questa battaglia, perchè se alla fine Berlusconi avrà sporcato tutto avremo perso comunque.
Daniela Accinelli


Da Napoli

Sono assolutamente solidale con tutto quanto espresso da chi, come noi, vorrebbe mantenere le regole di uno Stato di diritto. Penso però che queste considerazioni si dovrebbero svolgere con persone diverse dal sottoscritto e dalla naturale utenza di questi messaggi, che diventano sennò masturbazioni mentali che producono sofferenza invece di piacere. Queste considerazioni dovrebbero andare a chi nell'urna ha votato per Speroni o Berlusconi, il ché implicherebbe un'opera di culturalizzazione e di indottrinamento etico improba. L'impegno nel proselitismo se lo possono ormai permettere quelli che hanno il tempo di dedicarvici e non le parti più produttive della società, che noi rappresentiamo. Siamo una minoranza che ha metabolizzato la propria storia e ne è uscita con una visione del mondo mitteleuropea. Tale resteremo.
Comunque, avanti così.
Giovanni de Simone


Da Napoli

Vi ringrazio per questo messaggio che mi giunge per la prima volta. Mi si riapre la speranza di non vivere nel mondo esclusivo degli americani della guerra preventiva e di Berlusconi e i suoi volgari gendarmi rimpannucciati. In questo mondo così brutto (in Italia resiste solo la Magistratura) ho sempre il quesito se è stato un bene mettere al mondo i miei figli.

Adriana Franzese



Da Napoli

Cari Colleghi, ho trovato un Vostro messaggio (il n° 22) nella mia casella e-mail dell'Università Federico II e Vi sono molto grato per avermelo inviato. Reputo inutile dire che concordo pienamente col contenuto, ma penso che si dovrebbe approfondire un argomento che ho trovato solo accennato in uno dei contributi allegati al messaggio e cioè il boicottaggio degli Stati Uniti ( o meglio di Bush, Rumsfeld, Cheney & Co.). Gli USA sono chiaramente in declino, non solo culturalmente (da questo punto di vista lo sono sempre stati), ma soprattutto economicamente. Se resistono e possono continuare a finanziare le loro guerre è perché troppe persone nel mondo acquistano dollari investendo nelle borse statunitensi o comprando beni prodotti in Asia ma venduti dagli americani. Vogliamo approfondire questo aspetto, per non trovarci con un'altra guerra sulla testa, visto che solo così Bush può sperare di sopravvivere?
Grazie ancora, soprattutto per la Vostra lodevole iniziativa.
Fernando Picchi


Da Cagliari
non potete dire il vostro pensiero a tutti e pretendere che chiunque lo accetti automaticamente. E se invece lo fate, dovete accettare che qualcuno non sia d'accordo, anche se so che nella vostra idea politica non e' contemplato.
Premettendo che non sono di Forza Italia, e che di Berlusconi e delle sue vicende giudiziarie mi interessa poco, voi non potete permettervi di chiamare farneticazioni le cose che lui dice, a meno che non abbiate prove concrete che quello che dice non sia vero.
Non supposizioni o bugie o PREGIUDIZI POLITICI (siete mica comunisti? Beh, io sono di Alleanza Nazionale), ma prove concrete, e ripeto che di Berlusconi mi importa relativamente, e sono d'accordo con voi, non penso che la gente lo rivoti tanto presto.
A.M.

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