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Italia, aumnetano i bambini poveri
3.03.2005

Italia: migliorano i conti pubblici, aumentano i bambini poveri
GABRIELE PORRI

In un tempo, il nostro, in cui le statistiche hanno assunto un’enorme importanza, e dove non passa giorno che non ne venga diffusa almeno una, la coincidenza ha voluto la pubblicazione nello stesso giorno di dati che a prima vista possono apparire scollegati tra loro ma che ci aiutano a capire come sta cambiando il nostro paese.
Cominciamo con le buone notizie. Secondo l’Istat, il rapporto deficit/Pil 2004 si è assestato sul 3%, un decimo di punto in più rispetto alle previsioni del governo, ma entro i temutissimi parametri di Maastricht. Se da un lato esulta la maggioranza, dall’altro l’opposizione definisce i dati manipolati a fini elettorali e frutto di un artificio contabile. Va detto poi che il debito pubblico rimane ben oltre i parametri definiti dalla UE, al 105,8% del PIL: anche per questo, nonostante i risultati ottenuti, il governo di centrodestra ha da tempo ingaggiato una battaglia affinché i parametri siano rivisti. E’ calata anche la pressione fiscale, ma ciò è dovuto soprattutto a condoni e sanatorie, mentre le altre voci sono in crescita.

Ieri però è stato anche il giorno in cui l’Unicef ha resi pubblici i risultati di una ricerca, secondo la quale il nostro paese ha la più alta percentuale di bambini poveri in Europa, il 16,6% contro il 3%, per esempio, di Danimarca e Finlandia. Peggio di noi tra i 24 paesi “ricchi”, solo Usa e Messico; inoltre l’Italia ha anche un trend negativo che ci impone una riflessione. Se da una parte infatti i conti pubblici sembrano migliorare, dire che aumentano i bambini poveri equivale a dire che sono in crescita le famiglie indigenti o comunque con grosse difficoltà economiche, e ciò appare come la diretta conseguenza delle politiche governative. Colpa di un welfare ogni anno più snello, e che lo sarà sempre più nei prossimi anni. Se poi andiamo a vedere la recente riforma fiscale, troviamo che la riduzione dell’IRE ha riguardato i redditi più alti, quindi in futuro la distribuzione della ricchezza sarà sempre più iniqua. Critica l’Unicef: “Il governo italiano non ha una strategia per dare sussidi ai disoccupati, agevolare le madri lavoratrici, migliorare i servizi sociali all’infanzia”. Dall’altra parte, contesta i dati e respinge le accuse il sottosegretario Grazia Sestini “Il rapporto Unicef non tiene conto delle risorse assegnate alle Regioni con il federalismo. E comunque - aggiunge - il dato sulla povertà infantile non è nuovo, già si conosceva".


fonte: WWW.CENTOMOVIMENTI.COM

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