27.05.2003
Commissione antimafia, la destra ha dato l'immagine peggiore. E' successo stamattina. I diessini Massimo Brutti e Giusette Lumia hanno chiesto le dimissioni del nuovo membro Carlo Taormina per evidente incompatibilità con l'attività della commissione. Taormina, infatti, è avvocato difensore di alcuni personaggi legati alla criminalità , come Pietro Loiacono, sottoposto all'articolo 41bis, il carcere duro per i mafiosi, e Danilo Sbarra, elemento di spicco della banda della Magliana. Taormina ha respinto indignato la richiesta di dimissioni accusando i due parlamentari dell'Ulivo di essere «comunisti» e gridando «mafiosi siete voi». Il Presidente della commissione Antimafia, Roberto Centaro, ha annunciato che sottoporrà il problema ai presidenti di Camera e Senato.
«Abbiamo chiesto con rigore e serenità - ha spiegato Lumia - che Taormina si dimettesse perchè riteniamo che la commissione Antimafia, per l'attività che svolge, deve essere il luogo principe dell'Antimafia, e l'attività difensiva di Taormina è in contrasto con quanto svolge la commissione». Per Brutti «si tratta di un problema deontologico», per questo vengono sollecitate le dimissioni spontanee di Taormina, perchè, la commissione potrebbe chiede l'audizione di magistrati che lo stesso Taormina ha incontrato in veste di avvocato difensore. «In Forza Italia - ha aggiunto Brutti - rischia di prevalere una strategia di attacco all'Antimafia».
Una posizione che non è stata solo dei diesse ma dell'intera opposizione. Dice il capogruppo di Rifondazione nella commissione, Nichi Vendola: «Se le vicende professionali di Taormina lo rendevano incompatibile con il ruolo di sottosegretario all'Interno, è chiaro a tutti che la medesima incompatibilità è ancora più vistosa nella commissione antimafia». «Con il caso Taormina - spiega il parlamentare - emerge in forme spettacolari un problema di grande delicatezza: quello relativo ai criteri di selezione dei membri della Commissione Parlamentare Antimafia. Mai in passato si era giunti ad una crisi così profonda di credibilità della più importante commissione bicamerale, crisi figlia non solo di una complessiva caduta di attenzione sulle tematiche di mafia, ma anche di una disinvolta selezione delle sue figure di rappresentanza. Capita a questa antimafia di vivere momenti di grande imbarazzo, di non poter svolgere compiutamente il proprio compito a causa di presenze che non dovrebbero, in tutta evidenza, risultare compatibili. Io non ho mancato di sottolineare tale spinosa questione, ma - ha concluso - se le vicende professionali dell'avvocato Taormina lo rendevano incompatibile con il ruolo di sottosegretario dell'Interno, è chiaro a tutti che la medesima incompatibilità è ancora più vistosa nella sede della Commissione parlamentare antimafia. Al contrario di quel che pensa l'onorevole Taormina, i vincoli di opportunità e di compatibilità sono una espressione alta della migliore cultura liberale».
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