19.03.2005
Appello internazionale I sindacalisti dei ferrovieri per un'altra Europa No al progetto di costituzione europea ! La costituzione adottata dai capi di Stato e di governo il 18 giugno 2004 fissa in modo dettagliato tutti i tipi di scelte politiche, economiche, sociali che normalmente sono parte di un dibattito democratico. Queste disposizioni precise e vincolanti vanno sempre nella stessa direzione: la sovranità del mercato, la libertà d'azione dei capitali e delle Imprese sovranazionali. In premessa a questo atto è iscritto il principio fondatore dell'Unione europea: quello di una "economia di mercato aperta alla concorrenza, libera e non distorta ". Quest'obiettivo, che è al centro dei trattati europei, è la causa degli attacchi contro i sistemi attuali di protezione sociale, dell'incitamento all'allungamento della durata del lavoro e la sua flessibilità , l'incoraggiamento alla riduzione delle conquiste sociali in ogni paese dell'Unione europea. I diritti dei disoccupati e dei lavoratori sono rimessi in discussione, così come si evince dal progetto di nuova direttiva sull'orario di lavoro. La disoccupazione e la precarietà aumentano sotto l'effetto delle politiche economiche liberiste. E sempre in base a questo principio, nonostante tutte le dichiarazioni di buone intenzioni sui servizi d'interesse generale, che si organizzano le aperture alla concorrenza e le privatizzazioni, si incoraggiano le delocalizzazioni e il dumping sociale, in coerenza con il progetto di direttiva sulla liberalizzazione dei servizi (Bolkenstein). La carta dei diritti fondamentali è stata così integrata. Ma, da un lato, essa non ha creato affatto un diritto sociale europeo suscettibile di equilibrare il diritto in materia di concorrenza che resterà , di fatto, il solo diritto di natura veramente comunitario. D'altra parte essa è inaccettabile su numerosi punti: sostituisce il diritto ad una occupazione con il diritto al lavoro, non riconosce il diritto di sciopero europeo e rifiuta l'eguaglianza dei diritti di chi vive in Europa senza avere la nazionalità di uno Stato membro. Qualora questo testo fosse ratificato così com'è, essendo necessario l'accordo di tutti e 25 gli Stati membri per modificarlo sarà , di fatto, quasi impossibile che ciò avvenga. Così, non soltanto le scelte di politica economica sfuggiranno al dibattito pubblico e ai normali processi democratici, ma tutte le rivendicazioni sul piano sociale, in particolare quelle da inserire allo scopo di un miglioramento della carta dei diritti fondamentali, diventeranno quasi impossibile inserirle. La perdita della sovranità si realizza favorendo le istanze indipendenti non elette democraticamente come la Commissione Europea o la Banca Centrale Europea, la cui sola missione è di mantenere la stabilità dei prezzi e bloccare le politiche di bilancio contro i servizi pubblici, i redditi sociali, le retribuzioni e l'occupazione. Questa Europa si costruisce senza i popoli nella negoziazione "opaca" tra i governi. Questa Europa liberista favorisce l'aumento pericoloso dei populismi reazionari, delle destre sovraniste e dell'estrema destra xenofoba.
È urgente dare all'Europa nuove fondamenta che la emancipino dal liberismo finanziario, che concilino il progresso sociale, la pace, la democrazia, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione tra i popoli del pianeta. Siamo decisamente dalla parte di chi desidera un mondo, e dunque una Europa, che sia mobilitata contro la disoccupazione, la precarietà e il peggioramento delle condizioni di vita. Occorre rafforzare le garanzie sociali, coordinare le politiche economiche ed armonizzare i sistemi fiscali, sviluppare servizi di interesse generale su scala europea, per creare un'alternativa alla libera concorrenza. Occorre attuare uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e riconoscere infine alle donne l'uguaglianza e i diritti che rivendicano. Aspiriamo a un mondo, e dunque a una Europa, democratica, fondata sulla cittadinanza piena ed intera di tutti quelli che la abitano. Affinché questa Europa diventi possibile, occorre ovunque dare la parola ai cittadini. Occorre che in tutti i paesi dell'Europa, i popoli siano consultati sul loro futuro. Per aprire la possibilità "dell'altra Europa", non possiamo accettare questa "costituzione" e chiamiamo tutti alla mobilitazione per imporre che i diritti dei lavoratori, disoccupati e pensionati siano veramente contemplati nella costruzione dell'Europa. Sin dalla sua fondazione, l'Unione europea è una costruzione sovranazionale al servizio del potere finanziario, capace di entrare in concorrenza con le altre zone simili sul mercato internazionale a causa delle sue imprese multinazionali, cosa che è chiaramente ratificata nel progetto attuale di costituzione europea.
Questo progetto di costituzione: <!--[if !supportEmptyParas]--> fa del capitalismo un principio costituzionale, impone l'aumento delle spese militari nel quadro della NATO, non riconosce come fondamentali i diritti e libertà dei lavoratori, sia sui luoghi di lavoro che nella società , il diritto di sciopero, d'associazione e di attività sindacale, il diritto alla salute e ad avere un lavoro, alla stabilità del posto di lavoro, a un salario per una vita degnitosa, a una pensione per una vecchiaia serena, alla casa, all'uguaglianza tra i sessi, alla libertà di pensiero, di parola, alla conservazione dell'ambiente e dell'ecosistema per le generazioni presenti e future. Fa scomparire ogni nozione di "servizio pubblico" per lasciare posto ai "servizi d'interesse generale", sottoposti alla concorrenza. Sindacalisti, non possiamo accettare tutto ciò. Queste politiche mirano, inizialmente, a deregolamentare i servizi pubblici in deroga al quadro legislativo esistente (diritto del lavoro, diritti sindacali, tutela dell'ambiente, salute pubblica, scuola pubblica, servizi sociali per gli indigenti, ecc.) ed in seguito privatizzarli, tutto ciò con l'accordo e l'aiuto dei governi degli Stati. Questo schema di smantellamento della protezione sociale e di smantellamento del mercato del lavoro si realizza di modo identico nei diversi paesi: <!--[if !supportEmptyParas]--> Liberalizzazioni e privatizzazioni. Flessibilità delle condizioni di lavoro. Precarizzazione. Riduzione dei bilanci dedicati alla protezione sociale. Smantellamento dei servizi pubblici. Aumento degli infortuni sul lavoro. Gestione privata del patrimonio pubblico. Delocalizzazione delle imprese. Aumento della repressione e restrizione delle libertà . Mantenimento della discriminazione sessuale. <!--[if !supportEmptyParas]--><!--[endif]-->Le ferrovie di fronte al liberismo. Le ferrovie sono direttamente coinvolte in questa situazione, che è la conseguenza dello stato dei rapporti di forza tra il movimento operaio e coloro che vogliono "governare il mondo". <!--[if !supportEmptyParas]-->I contenuti delle direttive europee, con i "pacchetti ferroviari" che organizzano la liberalizzazione del traffico ferroviario, ma anche le decisioni dei nostri governi come: <!--[endif]-->
le privatizzazioni delle ferrovie, la separazione tra infrastruttura e trasporto, la politica commerciale sempre più orientata verso il profitto, a detrimento della qualità del servizio fornito agli utenti, l'assenza di misure di tutela contro il dumping sociale, le politiche sociali che attraverso la contrattazione individuale spingono all'individualismo vanno in questo senso.
Combattiamo insieme questi orientamenti, e chiamiamo tutti ad organizzare il rifiuto di questa "costituzione europea", un rifiuto su basi chiaramente internazionaliste e sociali! I sindacalisti dei ferrovieri per un'altra Europa Primi firmatari:
Christian Mahieux Segretà rio nazionale SUD-rail Francia Jean Pierre Tavernier Segretà rio nazionale SUD-rail Francia Patrick Guillaudat Segretà rio nazionale SUD-rail Francia Didier Fontaine Segretà rio nazionale SUD-rail Francia Alex Gordon Segretà rio Galles e sud-oveste d'ell Inghilterra RMT Gran Bretagna Greg Tucker Segretà rio nazionale RMT Gran Bretagna Hans-Gerd Öfinger Rete Bahn von unten TRANSNET Germania José Aranda Escudero Segretà rio generale SFF-CGT Spania Esteban Guijarro Jimenez Segretà rio federale SFF-CGT Spania José Domingo Fernandez Ayala Segretà rio federale SFF-CGT Spania Edouardo Atienza Hernandez Segretà rio federale SFF-CGT Spania Bruno Salustri Segretà rio generale ass ORSA Ferrovie Italia Marco Mariani Segretà rio nazionale ORSA Ferrovie Italia Pasquale Giammarco Segretà rio nazionale ORSA Ferrovie Italia Giulio Moretti Segretà rio nazionale ORSA Ferrovie Italia Raniero Casini Segretà rio nazionale SULT Italia Pasquale Modesti Segretà rio nazionale SULT Italia Bruno Bellomonte Dirretivo nazionale SULT Italia Carlo Parascandolo Segret rég. Lombardia FLTU-CUB Italia
Per firmare questo appello : rail-constitution@laposte.net
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