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Incontro con Paolo Crepet
28.05.2003

Cari amici di Welfare ,

promosso dagli studenti e dai professori del Polo Scolastico
Romani di Casalmaggiore (CR) si è tenuto, Giovedì 8 Maggio
al Teatro Zenith, un incontro con lo psichiatra e scrittore
Paolo Crepet. Quelli che seguono sono dei brevi appunti su
alcuni temi che mi sono parsi degni di particolare attenzione.

Il primo riguarda la tesi secondo cui i genitori e gli insegnanti
sono come degli "istruttori di volo" chiamati a fornire le
conoscenze di base e a saper trasmettere fiducia.
Mi sovviene, in merito, un passaggio del libro "Non siamo
capaci di ascoltarli" (Ed. Einaudi) nel quale Paolo Crepet
in una lettera ideale ad una bambina che sta per nascere scrive :
"Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli
aquiloni fanno con le brezze più impreviste
e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore.
Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte,
perchè il dolore non è solo vuotaperdita ma affettività, acquisizione oltre
che sottrazione.
Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola,
ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per
riempire vuoti. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a
riempirla di fiducia.
Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il
tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca
allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell' orizzonte.
E tu allora porterai quell' amore sempre con te, nascosto nella
tua tasca più intima".

Aiutare a crescere individui sobri ed autentici è uno dei fini
dell' educazione. Crepet propone tre criteri per misurare la
maturità di un giovane e, più in generale, di una persona :
l' autostima, l' autonomia, la creatività.
Per illustrare il concetto vale l' aneddoto di quel marinaio
che partì da San Francisco e, colpito dalla tempesta, fu ritrovato
40 giorni dopo lungo la costa messicana.
Senza un buon grado di autostima ("devo farcela nonostante
tutto ed ho i mezzi per riuscirci"), autonomia ("sono solo ma
anzichè pensare al suicidio raccolgo tutte le forze e mi faccio
coraggio"), creatività ("uso la griglia di protezione della barca
per cucinare il pesce"), il marinaio non sarebbe sopravvissuto.
Analogamente, i giovani devono credere nelle proprie possibilità,
imparare ad esercitarle con responsabilità, tra infinite prove
ed inevitabili errori.
Creatività, infine, vuol anche dire sacrificio per affermare se stessi
cercando, se occorre, un lavoro a Bilbao o a Hong Kong piuttosto che
accettare quello offerto dalla società interinale
vicino a casa.

Pure sul tema delicato e sfaccettato della "comunicazione",
Crepet ricorda che crisi vuol dire crescita, capacità di mettersi
in gioco, di rischiare e, se serve, di andare controcorrente.
Se, per esempio, è vero che dentro le famiglie c' è una sorta
di "predominio della TV" che rende silenti e passivi, dobbiamo
chiederci : cosa facciamo noi per costruirci un' alternativa
che renda più attiva la comunicazione ?
Ci barrichiamo, ognuno nelle proprie stanze, con Internet,
la play station, le e-mail o gli sms ?
Le nuove tecnologie sono importanti, aprono delle opportunità,
ma devono essere "aggiuntive" e non "sostitutive" dei modi
tradizionali di comunicare.
Le relazioni vitali sono fatte di incontri veri, di sguardi, di silenzi,
di parole, di emozioni legate a tutta la nostra sfera sensoriale.
Assistiamo al paradosso che nell' epoca della iper-informazione
e della comunicazione veloce si riscopre il bisogno del dialogo,
sincero e profondo, fra generazioni diverse, fra allievi e insegnanti, fra
compagni ed amici.
Pure creare occasioni di confronto assembleare permette di
esprimersi, di scontrarsi, di tirar fuori le idee e le passioni.
Essere europei vuol dire avere in tasca gli euro, girare il
continente per conoscerlo, ma anche che la scuola deve
stimolare simili momenti, formativi per i ragazzi ed utili per
la democrazia.

Cordiali saluti
Massimo Negri - Casalmaggiore (CR)




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