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Cellule staminali e politica bellunese di A.De Porti
20.03.2005

CELLULE STAMINALI VERE E QUELLE DELLA POLITICA BELLUNESE…
ARNALDO DE PORTI Feltre-Belluno
Parlando di politica in vista della prossime regionali, ma anche politiche del 2006, sono stato compartecipe, da profano, in un discorso sulla sanità che è scivolato poi sulle....cellule staminali che, fino a poco tempo fa, si diceva, potevano essere ottenute più facilmente soltanto dall’embrione. E da qui poi è venuto fuori il pensiero politico sull’orientamento del voto con riferimento alla fecondazione assistita. Voto SI, voto NO, mi astengo ? Che cos’è sta roba di cui oggi si sente tanto parlare e di cui, nello specifico, anche la classe medica mi pare abbastanza disinformata in ordine alle recenti scoperte dell’Istituto “Besta” di Milano, per non parlare di coloro che dovranno andare al voto ?

La curiosità mi ha spinto, più che altro in chiave giornalistica e non di certo scientifica, ad approfondire l’argomento e parlarne nei limiti della mia precaria conoscenza della materia, data l’assoluta impreparazione che mi rende persino difficile, ma non per questo non abbordabile, la presente esposizione.

Premesso che le cellule staminali sono cellule il cui destino non è ancora “deciso”, si sa, con assoluta certezza, che esse sono in grado di dare origine a qualsiasi tessuto attraverso un processo denominato “differenziamento”, tramite il quale esse vengono trasformate da cellule staminali di un certo tipo di tessuto ad un altro a seconda delle potenziali necessità. Esse hanno due caratteristiche: si moltiplicano in modo illimitato o prolungato, si riproducono senza differenziarsi (cioè restando staminali: di qui la necessità del differenziamento) ed avendo esse la capacità di dare origine a cellule progenitrici dalle quali discendono poi le cellule differenziate (nervose, muscolari, del sangue, della pelle ecc.), possono pertanto essere coltivate e trasformate. E questo è il concetto base da cui si deve partire per comprendere il loro possibile impiego, a fini terapeutici, una volta riprodotte in laboratorio.

Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, queste cellule, situate nell’embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo, ovvero da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari, epidermiche ecc., ma si sa che da esse, a seguito di una certa “manipolazione” di laboratorio, si può ottenere di tutto, persino… i denti nuovi al posto delle dentiere, oppure i capelli per i calvi, si può avere un seno nuovo al posto di quelli al …silicone che scoppiano in aereo, si può guarire il morbo di Parkinson come si sta facendo in Svezia con risultati positivi, paese nel quale per questo lavoro scientifico si ottiene il Premio Nobel mentre in Italia, per fatti analoghi, si va in galera, ecc.ecc.

Detto questo, in maniera molto …sportiva, voglio allacciarmi al prossimo referendum sull’argomento, vale a dire della fecondazione assistita. Premesso che io andrò a votare, non capisco però perché si formuli questo referendum con un quesito che, nella sua essenza, è già largamente superato dalla scienza di questi ultimi mesi: infatti, oggi come oggi, le cellule staminali non si ricavano più soltanto dall’embrione che è oggetto dell’enunciazione del quesito referendario, ma anche da un pezzetto di muscolo dell’uomo, da cui l’errata enunciazione appunto del quesito. E da questo pezzetto di muscolo, grande come una caramella, ci si potrebbe assicurare una discreta fonte di cellule staminali, non embrionali in questo caso, che si possono riprodurre in laboratorio e poi utilizzare per diverse cure come la distrofia muscolare, per il sistema nervoso, per l’ictus , per il Parkinson, l’Alzheimer ecc.ecc.

Ed allora perché dire No alla scienza eccependo che la fecondazione assistita, il guarire dalle malattie attraverso la riproduzione in laboratorio delle cellule staminali, disumanizzerebbe il genere umano ?
D’accordo che in un clima di deregulation si determinerebbe un vero e proprio mercato, ma se si impongono alla scienza delle regole ben precise improntate all’etica, io penso che si debba dare ascolto al progresso. Del resto, l’uomo non è destinato a rimanere come lo è ora. La legge di Darwin, che ci hanno insegnato a scuola, parla già di evoluzione della specie e se l’evoluzione può passare anche attraverso lo strumento delle cellule staminali a condizione di non trasformare la natura umana in altra natura, ma utilizzandole a scopo rigorosamente terapeutico, io penso che, una volta certi dei risultati, si possa accettare.

Esattamente come si fa oggi per un comune trapianto di organo che, proprio in funzione di queste cellule, un domani potrebbe essere bandito. Come verrebbero aboliti automaticamente gli odontotecnici o quei medici che, con il silicone, modellano il seno delle donne…tra l’altro inducendo l’uomo in inganno. Ma questa è una battuta finale.

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