30.05.2003
Contratto metalmeccanici.
Un altro accordo separato nel settore metalmeccanico: è stato raggiunto oggi per i circa 300 mila lavoratori metalmeccanici delle piccole e medie aziende aderenti alla Confapi. Senza la Fiom-Cgil. A sottoscriverlo, infatti, sono stati la Fim-Cisl, la Uilm e l'Unionmeccanica. Anche in questo caso l'aumento economico è di 90 euro per il quinto livello, mentre la richiesta della Fiom era di un aumento di 135 euro uguale per tutti.
Per la Fiom si tratta di "un accordo totalmente negativo": questo il giudizio di Francesca Re David, segretaria nazionale dei metalmeccanici Cgil, per la quale "è stato compiuto un atto di assoluta gravità ". "Nonostante nelle piccole e medie imprese metalmeccaniche la Fiom rappresenti di gran lunga la maggioranza assoluta degli iscritti al sindacato e degli eletti nelle Rsu - afferma Re David - Confapi ha deciso di non aprire alcuna trattativa, respingendo ogni disponibilità a negoziare chiaramente espressa dalla Fiom sul merito delle diverse questioni. Confapi ha invece scelto di ricopiare integralmente l'accordo Federmeccanica del 7 maggio riuscendo, addirittura, a peggiorarlo sull'orario di lavoro e introducendo un 'patto formativo' che fa pagare ai lavoratori che si vogliono licenziare una penale nel caso abbiano partecipato a corsi di formazione. Così - sostiene la sindacalista della Fiom - si assiste al paradosso che mentre da un lato, col recepimento nel Contratto delle nuove leggi sul mercato del lavoro, le imprese avranno il diritto di imporre ai lavoratori varie forme di precarietà nelle modalità di ingresso al lavoro, dall'altro il contratto stesso imporrà obblighi precisi ai lavoratori che vogliono uscire da una data impresa".
Sul fronte salariale, poi, afferma Re David "con l'accordo odierno Confapi non solo abbassa il potere d'acquisto delle retribuzioni contrattuali, ma non onora neppure l'accordo firmato con Fim, Fiom e Uilm per il secondo biennio del precedente contratto; accordo che si distingueva da quello separato fatto dalla Federmeccanica nel luglio 2001, perché le 130.000 lire medie di aumento erano 'pulite', ovvero non contenevano le 18.000 lire di acconto sul contratto successivo.
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