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Sul sistema universitario
4.04.2005
Dove studiare? Di Giorgio Brunello e Lorenzo Cappellari

Il sistema universitario pubblico italiano ha resistito a ogni tentativo di differenziazione. Non esiste un sistema duale di "research universities" e "community colleges", come negli Stati Uniti, né una esplicita graduatoria degli atenei basata su valutazioni della ricerca e della didattica realizzate su scala nazionale, come nella più vicina Inghilterra. Con qualche eccezione prevista dalla normativa comunitaria e dall’istituzione di nuove facoltà, i criteri di ammissione degli studenti non sono regolamentati dalla presenza di numero chiuso e da regole meritocratiche, e le tasse di iscrizione sono relativamente basse.

Differenze tra atenei

In questo contesto, è lecito attendersi che l’università di provenienza abbia un effetto limitato sul successo economico dei laureati, misurato dalle retribuzioni e dalla probabilità di trovare lavoro. In apparenza però non è così.  Se si usano i dati prodotti dall’Istat sugli sbocchi professionali dei laureati italiani, che registrano le performance occupazionali a tre anni dalla laurea, e si depurano le differenze osservate da fattori quali la facoltà frequentata, il background familiare, il talento individuale e la Regione in cui si trova il posto di lavoro – fattori che condizionano la scelta delle sedi e delle facoltà da parte degli studenti – emerge un quadro contrassegnato da differenze significative, come mostra la figura qui sotto. (1)
Se definiamo pari a 1 il prodotto tra le retribuzioni mensili e la probabilità di occupazione a tre anni dalla laurea a Campobasso (CB nella figura) e a Cagliari (CA nella figura), dove si verificano i valori più bassi, in molte università del Nord e in qualche università del Centro (Pisa, Firenze, Roma Luiss) si registrano valori superiori a 2 – il doppio. Le differenze sono notevoli non solo tra Regioni dove l’ateneo è collocato, ma anche all’interno di ciascuna Regione. Ad esempio, in Lombardia, a parità di caratteristiche individuali osservabili, si registra un premio pari al 22 per cento per chi studia a Milano Statale (MISTA) piuttosto che a Brescia (BS). Tale premio sale al 60 per cento circa in Sardegna se si confrontano Cagliari e Sassari (SS).  Le differenze tra atenei che appartengono a Regioni diverse superano di gran lunga quelle esistenti tra atenei pubblici e privati. Le nostre stime indicano infatti che, a parità di condizioni, chi si laurea in un ateneo privato può attendersi un guadagno – pesato per la probabilità di occupazione – pari a circa il 18 per cento rispetto a chi si laurea in un ateneo pubblico.

Leggi l’articolo completo su: http://www.lavoce.info/news/view.php?id=29&cms_pk=1489&from=index

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