6.04.2005
ROMA - Per le presunte irregolarità relative al progetto per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, in particolare le conseguenze a livello di impatto ambientale, la procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale ed iscritto tre nominativi nel registro degli indagati: si tratta del professore Alberto Fantini, referente del gruppo istruttore della commissione speciale istituita presso il ministero dell'ambiente per la valutazione dell'impatto ambientale, nonché l'architetto Franco Luccichenti e il professore Giuseppe Mandaglio. Nei confronti dei tre vengono ipotizzati i reati di falso in atto pubblico e abuso d'ufficio. A denunciare le presunte irregolarità progettuali dell'opera che hanno portato all'apertura del fascicolo è stata Legambiente. I responsabili dell'associazione presentarono un esposto nel febbraio dello scorso anno nel quale segnalavano come a loro avviso lo studio presentato da parte della società fosse «assolutamente carente e privo dei requisiti documentali minimi previsti dalla legge atti a consentire una completa valutazione dello stesso». L'inchiesta giudiziaria è condotta dal procuratore aggiunto di Roma Italo Ormanni e dal sostituto procuratore Adriano Iasillo, gli stessi che, nell'ambito di un'altra indagine sulla vicenda del ponte sullo stretto, indagano anche su presunte infiltrazioni mafiose. Nel febbraio scorso furono emesse cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone ritenute appartenenti ad una organizzazione mafiosa a carattere internazionale, che aveva progettato di inserirsi negli appalti previsti per la sua costruzione. Tra le persone arrestate ci furono il presunto boss canadese, ritenuto il capo indiscusso dell'organizzazione, Vito Rizzuto, l'ingegnere Giuseppe Zappia, imprenditore con esperienze nel campo delle grandi opere pubbliche, il broker Filippo Ranieri, l'imprenditore Sivalingam Sivabavanandan e Hakim Hammoudi. 6 Aprile 2005
Il comunicato stampa di Legambiente:
Ponte Stretto, dopo esposto Legambiente 3 indagati per falso e abuso d’ufficio
«Sospendere le procedure di gara fino a quando l’inchiesta giudiziaria non farà luce su responsabilità e coinvolgimenti oltre che sulle irregolarità nell’approvazione del progetto del Ponte di Messina.» A chiederlo è il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta, dopo aver appreso la notizia dell’apertura di un’inchiesta giudiziaria su falso e abuso d’ufficio per 3 indagati a seguito dell’esposto dell’associazione ambientalista per presunte irregolarità nel progetto preliminare sul Ponte sullo stretto.
«Le gare vanno sospese per un motivo molto semplice» - continua Della Seta - «non si possono affidare oltre 4 miliardi di Euro di denaro pubblico per un progetto preliminare sul quale pende un’inchiesta di questa rilevanza. È bene ricordare, infatti, che il termine di presentazione delle offerte da parte dei tre concorrenti General Contractor scade il 20 aprile ed entro giugno è prevista la scelta del General Contractor che sulla base del progetto preliminare messo sotto inchiesta dalla Procura di Roma.»
|