ROMA-ADISTA. Poli figli e poli figliastri. È la nuova fecondazione politica del mondo cattolico assistita dal cardinal Ruini.
Del "progetto egemonico" del presidente della Cei troviamo conferma nelle parole di un cattolico democratico e diessino: il senatore Giorgio Tonini. Cattolico e democratico. Non la dicotomia di una doppia appartenenza, ma la sintesi propria alla ricerca di una storia comune da attraversare con la fatica della mediazione politica: questa la scelta di laicità riproposta a sé e agli altri da Tonini, responsabile del Gruppo Ds-L'Ulivo in Commissione Esteri del Senato, già presidente nazionale della Fuci, nonché leader dei Cristiano Sociali.
È noto il suo coinvolgimento nella vicenda dell'opposizione alla legge 40, la legge sulla fecondazione assistita, che lo ha visto protagonista di uno strenuo tentativo di trovare in sede parlamentare una soluzione etico-politica condivisa e condivisibile: iter parlamentare boicottato a destra e a manca, ma soprattutto boicottato da quel mondo ecclesiastico che ha preferito blindare la legge così com'era piuttosto che ricercare una mediazione con i "laici".
Ultima prova emersa in merito: la testimonianza del presidente della Commissione Sanità del Senato, il forzista Antonio Tomassini, che su la Repubblica del 23 marzo rivela l'inappellabile indisponibilità da parte del cardinal Ruini verso ogni modifica della legge: "In una lettera che Ruini mi inviò - puntualizza - ne sottolineò la priorità malgrado riserve o perplessità".
Impedita la mediazione, ora si vorrebbe pure impedire il referendum. C'è il cardinal Ruini che fa campagna elettorale per l'astensione un giorno sì e l'altro pure e ci sono i cattolici che gli firmano dietro i vari comitati Scienza e Vita. Non manca il segretario generale della Cei, mons. Betori, che, conversando con i giornalisti circa l'ultimo Consiglio permanente della Cei, ha puntualizzato le ultime direttive: "Pensiamo che i cattolici coerenti con la loro fede e con le indicazioni del Magistero non possano non rigettare tutti e quattro i quesiti referendari", e non recarsi alle urne è "il modo più efficace per raggiungere questo scopo".
Ma la campagna elettorale è solo per l'astensione? Non da ora Tonini avverte che il tiro è più elevato: mira, semplicemente, a scardinare l'idea stessa dell'Ulivo o Unione che dir si voglia, intesi come casa e ricerca comune di credenti e no, a vantaggio di una nuova "naturale" aderenza del cattolicesimo al centrodestra battezzato e consacrato a instrumentum regni. Ma attenzione - puntualizza il senatore Ds - questo centrodestra verrebbe legittimato, perché non si ha nemmeno l'intenzione di sostituire Berlusconi con qualche destra "dal volto umano". Un progetto culturale, quello del cardinale, che scalda i motori per tradursi in nuova fase politica dell'Italia bipolare.
C'è di che pensare? Sì, argomenta Tonini, c'è di che riflettere, ma soprattutto c'è anche di che agire. Se non si vuole perdere la posta in gioco: la prospettiva stessa di un'Italia se non di sinistra, almeno di centrosinistra!
Di questo e di molto altro nell'intervista di seguito a Giorgio Tonini.

Leggete l’intervista su: http://www.adista.it/

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