9.04.2005
Un voto simbolico, un diritto reale. Un bella esperienza da Genova L' esito della consultazione elettorale del 3 e 4 aprile ha confermato la distanza tra la politica del governo e la volontà della maggioranza del paese.Tale distanza diventa abissale se si considera che una parte del "paese reale" non ha avuto la possibilità di esprimere la propria volontà e di scegliere i propri rappresentanti in una competizione politica, quella per le elezioni regionali, che tanta importanza sembra avere per tutti coloro che vivono in Italia.
E' indubbio, come sottolinea Paolo Beni in una intervista pubblicata su "Il Manifesto" del 7 aprile, che il centrosinistra è stato avvantaggiato dalla protesta nei confronti dell' attuale presidente del consiglio e dal fallimento di un progetto di legislatura che non ha convinto nemmeno quel blocco sociale su cui Berlusconi aveva puntato. E' altrettanto vero che al fianco del voto di protesta c' è un voto che esprime una voglia di alternativa che è figlia di una "nuova consapevolezza" risvegliata dal movimento pacifista ed in generale da un attivismo e da un rinnovato senso di cittadinanza di cui Arci e l' associazionismo in generale si sono fatti interpreti e promotori.
Il principio di cittadinanza è alla base di una battaglia che Arci conduce da tempo in difesa e a sostegno dei migranti: il diritto di voto ai cittadini stranieri che vivono nelle città italiane e che, spesso più di altri, subiscono le conseguenze delle decisioni prese da coloro che vengono eletti da chi questo diritto ce l' ha. Per questo l' iniziativa di far votare gli stranieri all' interno delle sedi Arci di molte città italiane.
Un voto sicuramente simbolico il cui fine è stato soprattutto richiamare l' attenzione dell' opinione pubblica italiana, delle istituzioni e degli organi di informazione sulla negazione di un diritto reale. L' unico modo che abbiamo per rendere l' importanza che ha questa iniziativa è comunicare con serietà e precisione, esattamente come è avvenuto per le "elezioni ufficiali" in questi giorni riempiti da orgie di percentuali, proiezioni e previsioni, i dati della consultazione elettorale "ufficiosa" che ha portato 262 migranti ad esprimere la propri preferenza nel seggio del Centro Storico presso la sede di Arci Genova.
Raffaele Catalano Urne aperte dalle 9 alle 13.30 di Domenica 3 aprile 2005 Votanti 262 175 Uomini 123 Marocco 13 Perù 12 Ecuador 7 Senegal 4 Tunisia 4 Albania 3 Filippine 2 Algeria 1 Colombia 1 Nigeria 1 Egitto 1 Romania 1 Haiti 1 Cile 1 Argentina 86 Donne
25 Marocco 24 Ecuador 14 Perù 3 Colombia 2 Albania 2 Filippine 1 Polonia 1 Senegal 1 Eritrea 1 Mozambico 1 Egitto 1 Tunisia 1 Venezuela 1 Cile 1 Rep. Dominicana 1 Uruguay 1 Argentina 1 Romania 1 Grecia 1 Italia (voto di solidarietà ) valore assoluto percentuale
Schede Bianche 8 3,1%
Schede Nulle 7 2,7%
CANDIDATO BIASOTTI 18 6,9%
CANDIDATO BURLANDO 228 87%
CANDIDATO RICCOBALDI 1 0,4%
LISTE
Uniti nell’Ulivo 132 50,4% Gente per la Liguria 36 13,7% Unione 21 8% Verdi 14 5,3% Pensionati 7 2,7% Comunisti Italiani 6 2,3% Rifondazione Comunista 6 2,3% Consumatori per Burlando 3 1,1% Italia dei Valori 2 0,8% Patto Segni 1 0,4%
Per la Liguria 7 2,7% Lista Biasotti 7 2,7% Forza Italia 3 1,1% Alleanza Nazionale 1 0,4%
Alternativa Sociale 1 0,4%
VOTO DI PREFERENZA
31 Pilar Segovia (Gente per la Liguria)
3 Mino Ronzitti (Uniti nell’Ulivo)
1 Claudio Gustavino (Uniti nell’Ulivo)
1 Antonio Bruno (Rifondazione Comunista)
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