11.04.2005
La Costituzione fatta a pezzi. Di Vincenzo Marras Il 25 aprile 1945 ha segnato il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana. Ce ne occupiamo, in questo stesso numero, interrogandoci sul ruolo dei cattolici nella Resistenza e sottolineando il loro contributo nella stesura della Carta costituzionale, elemento fondante della vita democratica del nostro Paese. Lo facciamo, a sessant’anni dalla liberazione, per rilanciare e fare nostro l’allarme risuonato alcuni mesi fa a Bologna, nel corso della 44ma Settimana sociale dei cattolici italiani, che già a partire dal documento preparatorio registrava come il dibattito istituzionale fosse diventato «uno dei nodi critici più delicati della situazione politica». Il tema continua a interrogarci con particolare urgenza, proprio mentre la nostra democrazia «appare, nelle sue diverse tipologie costituzionali, vulnerabile e inclinante verso oligarchie, strutturate in poteri anche non politici, economici, sociali, mediatici, o verso governi personali». Lo diceva, all’apertura della Settimana sociale, l’ex presidente della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola. Gli faceva eco, in quei giorni, il giurista cattolico Franco Pizzetti, centrando la sua analisi sulle riforme istituzionali in atto in Italia.
Suscitando ampio consenso tra gli oltre 1.000 delegati delle diocesi italiane e dell’associazionismo cattolico, il giurista stigmatizzava la riscrittura in corso della Carta costituzionale guidata dalla logica del baratto: «Non possiamo accettare, non vogliamo accettare che essa sia trattata in questo modo dal governo e dalla maggioranza». E puntualizzava: «Quanto accade ci impone un atteggiamento di rigetto senza riserve». Secondo Pizzetti, infatti, si sta modificando una gran parte della Costituzione, «in un clima di contrattazione permanente», trascurando totalmente «i doveri di solidarietà sociale, economica e politica, che l’art. 2 della nostra Costituzione pone a fondamento della Repubblica», e immaginando di concentrare «tutta la legittimazione politica in un unico leader televisivamente carismatico», e «tutta la politicità del vivere sociale nella dimensione delle piccole patrie regionali».
Grazie al lavoro del Comitato scientifico-organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, fra alcuni mesi sarà pubblicato il volume che raccoglie la memoria della 44ma Settimana sociale. In quelle pagine troverà spazio la denuncia, ascoltata nelle giornate bolognesi. Quell’intervento, chiaro e lucido, non si oppone ai processi riformatori, in difesa di una Costituzione ritenuta intoccabile. Al contrario ne domanda la completa attuazione, a dispiegarne i valori fondanti la nostra democrazia e la nostra stessa convivenza, propri della nostra Carta costituzionale. Primi fra tutti il bisogno di istituzioni di garanzia più forti e penetranti: dal Parlamento, nella sua funzione di controllo e di verifica dell’azione del governo e nel suo ruolo di legislatore, al ruolo del Presidente della Repubblica, garante dell’unità civile e politica del Paese. Per questo non possiamo essere distratti e rimanere inerti di fronte alla riforma della Costituzione portata avanti per tenere coesa una maggioranza e soddisfarne le diverse componenti. Dobbiamo pensare e riflettere, con senso di responsabilità , al presente e al futuro delle istituzioni fondative della Repubblica. No, dunque, all’oblio e al silenzio. E non per guardare al passato. È il presente e il futuro che vanno visti alla luce di quella memoria.
Vincenzo Marras
Fonte: http://www.stpauls.it/jesus/0504je/editoriale.htm
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