arriva in tribunale il più intricato caso di rifiuti tossici della storia della Calabria. Di Francesco Cirillo
Non bastava l’inchiesta sulla Jolly Rosso ed ecco arrivare dopo circa dieci anni anche l’inchiesta sui rifiuti tossici. Da come si è potuto capire le inchieste fanno prima un tour turistico fra i Tribunali della Calabria per poi ritornare dopo anni di passaggi di mano in mano al punto di partenza o da dove sarebbero dovuto partire. E’ il caso della Jolly Rosso naufragata nel 1990 sulla spiaggia di Campora San Giovanni. L’inchiesta è stata tenuta dal giudice Fiordalisi fino al 1991 per poi essere archiviata e mandata in giro per la Calabria.
Prima a Lametia Terme, poi a Reggio Calabria per ritornare a Paola dopo ben 14 anni e finire nelle mani del giudice Greco. Ora lo stesso iter sembra che abbia fatto quella sui rifiuti tossici. Principale imputato della vicenda era di Paola. L’ex assessore regionale all’ambiente Sergio Stancato. Secondo l’accusa gli accordi fra l’assessore e le ditte trasportatrici il materiale erano partiti proprio da Paola. Ed è qui che si sarebbe dovuta tenere l’inchiesta, che invece finì a Catanzaro, dove a sua volta venne divisa in due tronconi. Gli indagati ed imputati di smaltimento di rifiuti tossici in tutto sono 19.
Fra il 95 ed il 98 avrebbero dovuto smaltire, attraverso una serie di autorizzazioni ottenute dalla Regione Calabria, attraverso l’assessore regionale Sergio Stancato, 35mila tonnellate di rifiuti di ferriti di zinco provenienti dalla Pertusola di Crotone. Ma queste ferriti non sono mai giunte all’impianto sito in Sardegna e sono state sotterrate in alcuni terreni di Cassano Jonio e della sibaritide. Il processo all’inizio unico per tutti gli imputati, è stato diviso grazie ad artifici burocratici in due tronconi. Uno riguardante il reato di corruzione è nelle mani dei giudici di Catanzaro che ora passa a quelli di Paola, l’altro per disastro ambientale in quelle dei giudici di Castrovillari .
I giudici di Castrovillari accettarono la parte civile fatta dal Comune di Cassano, dalla legambiente e dai verdi , incarico dato a due avvocati esperti in ambiente e mafia quali sono Francesco Martorelli e Rodolfo Ambrosio, cosa che i giudici di Catanzaro respinsero. Ora bisognerà vedere cosa succederà a Paola e soprattutto nell’ingorgo giudiziario esistente in quel tribunale con pochi giudici a fare le inchieste ed i processi a chi verrà affidato tale patata bollente. A Castrovillari dopo il rinvio a giudizio sono state fatte sei udienze, ed ora bisognerà cominciare da capo per un vizio di forma. A Catanzaro le udienze sono state sette.
Dopo circa dieci anni 19 persone coinvolte a vario titolo nel traffico illecito di rifiuti tossici in Calabria, attendono di essere giudicate, mentre la popolazione attende ancora la verità su quanto avvenuto e soprattutto chi deve pagare per i danni alla salute.
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