Welfare Italia :: Economia :: Crolla la produzione industriale Invia ad un amico Statistiche FAQ
4 Maggio 2024 Sab                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Crolla la produzione industriale
14.04.2005
Altra giornata nera per l’economia italiana Istat: crolla la produzione industriale.
Fmi: deficit al 3,5% - A febbraio la produzione industriale italiana ha registrato una flessione pari al -3,2% rispetto allo stesso mese del 2004. L’Istat lancia l’allarme

A febbraio la produzione industriale italiana ha registrato una flessione pari al -3,2% rispetto allo stesso mese del 2004. L’Istat lancia l’allarme, sottolineando che tra gennaio e febbraio la produzione industriale ha mostrato un andamento quasi piatto, con un +0,1%, e non è riuscita quindi a recuperare il calo accumulato nell'ultimo trimestre del 2004. Dopo Unione Europea, Corte dei Conti e Banca d’Italia che hanno messo in luce la situazione allarmante dei conti pubblici del Paese, i dati Istat sul calo della produzione industriale, calano come una scure sulle prospettive di crescita e competitività della nostra economia.

Per l’Istat la produzione su base annua di beni durevoli risulta in forte calo di consumo, con un -12,4% a dispetto del lievissimo recupero (+0,2%) rispetto al mese di gennaio 2005. Male a febbraio anche i beni strumentali (-4,8%), mentre sulla media del primo bimestre 2005 i dati mostrano una flessione della produzione pari al -2,7% e del -2,2% al netto dei giorni lavorativi.

«È in discussione il futuro dell’ Italia – commenta Cesare Damiano, responsabile Lavoro e Professioni della Segreteria nazionale dei Ds - speriamo che il Governo si accorga dei problemi reali, delle famiglie che vedono crescere la loro insicurezza, dei giovani e delle donne che vedono diminuire le loro possibilità di intercettare un lavoro stabile. Per il momento ci sembra che il governo sia in tutt’altre faccende affaccendato, tra litigi interni e ipotetica creazione di nuovi ministeri poco utili alla crescita della competitività del sistema paese».

L’Istat ha anche rivisto, in peggio, i dati relativi all'intero 2004: la produzione grezza è cresciuta solo dello 0,5% (dal precedente +0,7%) e quella corretta per i giorni lavorativi è diminuita dello 0,7% (-0,4% stima precedente). Tra i diversi raggruppamenti industriali, prosegue l'istituto, nel confronto con febbraio 2004, l'energia è l'unico che registri un incremento produttivo, con il +3,4% (dato corretto per i giorni lavorativi). Tutti gli altri risultano in calo, a cominciare dai beni di consumo che subiscono un -5,3% trainato dalla forte flessione dei durevoli (-12,4%) e un calo consistente anche sui non durevoli (-4,2%). Per i beni strumentali il calo è stato del 4,8%, mentre gli intermedi hanno registrato una variazione nulla.

Guardando all'andamento della produzione tra i mesi di gennaio e febbraio 2005 il dato peggiore è nuovamente per i beni di consumo (-0,9%), ma in questo caso sono stati i non durevoli a soffrire maggiormente, con un -1,5% a fronte del +0,2% dei durevoli. L'andamento dei bei strumentali risulta piatto, i beni intermedi hanno registrato un incremento dello 0,2% e l'energia dell'1,6%.

«E’ paradossale, i conti pubblici sono messi malissimo come dice l'Unione Europea, l'economia è messa malissimo come dice Confindustria e oggi l'Istat, i conti delle famiglie sono messi in modo assai grave come ci dice il voto e a questo allarme si risponde con due nuovi ministri». Luciano Violante critica il modo come il governo sta affrontando la crisi apertasi nella maggioranza dopo le elezioni regionali a fronte di cattive notizie dall'economia e invita il governo «a venire in Parlamento e dire cosa vuol fare per il risanamento dell'economia». Se le proposte sono serie - assicura il capogruppo dei Ds alla Camera - noi saremo disponibili a sostenerle». «Ma facciano presto - aggiunge - perchè l'Italia non puo' aspettare a lungo che la Casa delle Libertà risolva i propri problemi interni».

In dettaglio, passando all'esame dei diversi settori industriali, l'Istat segnala che a febbraio (dati annui corretti) il calo più forte ha riguardato i mobili (-12%), seguiti dai mezzi di trasporto, con un -11,3% che risente della forte flessione degli autoveicoli (-16,6%). Male anche le altre industrie manifatturiere (-10,9%), le raffinerie di petrolio (-10,8%) e la gomma e materie plastiche (-9,6%). Sempre in affanno anche i principali settori del Made in Italy, pelli e calzature hanno mostrato un -6,2% su base annua e un lieve recupero (+0,9%) rispetto a gennaio, mentre tra gennaio e febbraio il tessile ha subito una nuova contrazione produttiva (-2,2%) e si è attestata al -6% su base annua.

«La situazione particolarmente acuta – segnala sempre Damiano - del settore auto, del tessile e delle industrie manifatturiere in generale è estremamente preoccupante sotto il profilo della tenuta del tessuto industriale, dell’occupazione e del reddito».

A tutto questo, sempre oggi, si aggiunge la segnalazione del Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale, senza gli appropriati provvedimenti, il deficit italiano, salirà dal 3,5% di quest'anno al 4,3%% del 2006, con il debito pubblico che, per la prima volta dal 1995 potrebbe tornare a salire passando dal 105,4% del Pil previsto per quest'anno al 105,5% del prossimo. Limitata la crescita dell'economia, che passerà dall'1,2% al 2%, inferiore rispetto all'1,6% e al 2,3% previsti per l'area-euro. Nel World Economic Outlook presentato oggi a Washington in occasione degli incontri primaverili del Fmi si legge che «in Italia si prevede che il deficit di bilancio aumenti in modo sostanziale», e viene fatto un sollecito per «un passo più veloce sul risanamento dei conti pubblici per i Paesi che presentano posizioni di bilancio deboli. Un risanamento - puntualizzano gli economisti guidati da Raghuram Rajan – che dovrà essere basato su misure di alta qualità».

Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, ha chiesto una operazione “verità” a proposito dei conti pubblici italiani. Intervenendo in aula al Parlamento europeo, durante il dibattito sull’esito del Consiglio di primavera che ha riformato il patto di stabilità, Letta ha sottolineato che “ognuno deve fare la propria parte per fare chiarezza”. “Deve essere chiaro inoltre - ha affermato - che il nuovo patto è per la crescita dell’economia e non per la crescita del deficit. Le due cose non possono essere collegate come sembrano invece voler fare alcuni governi, come l’attuale governo italiano”. Inoltre, secondo Letta, “è fondamentale un rafforzamento e non un indebolimento del ruolo della Commissione Ue nella gestione del patto”.

Pierluigi Bersani, a margine del dibattito di oggi a Strasburgo sul Patto di Stabilità, coglie occasione per fare il punto della situazione, anche alla luce delle cattive notizie che arrivano dal Fmi. «In tutta evidenza, in questi giorni si è aperto un caso italiano, e noi chiediamo che ciascuno faccia il suo mestiere, la Commissione europea, il governo italiano, il Consiglio Ue, Eurostat, rapidamente e con trasparenza, con serietà e lealtà; i cittadini italiani hanno il diritto di sapere lo stato delle cose, dei conti, perché questo riguarda il loro futuro». Nel «nuovo quadro» che è uscito con la riforma, la maggiore flessibilità punta «in direzione della crescita economica, non della crescita dei deficit». Occorre quindi da parte di tutti gli attori «un'operazione di verità, serietà e trasparenza nelle prossime settimane», in questo «passaggio che è molto delicato». «Ognuno deve fare il suo mestiere», insiste Bersani. Il governo «deve avere assolutamente nozione dello stato dei conti, portarli in Parlamento e prendere le decisioni di conseguenza», mentre l'opposizione, «naturalmente, è lì per dire la sua, per avanzare le sue valutazioni e proposte. Certo - ha osservato – se ci sono i conti in squilibrio, bisogna che il governo provveda, perchè poi sappiamo chi paga queste cose alla lunga». «Quando avevamo i bilanci a posto abbiamo vissuto anni di crescita record; la crescita migliore si ha quando i fondamentali sono sani, perché se investitori e consumatori si aspettano tempesta per domani o dopodomani, si trattengono, mentre se sanno di avere una strada sicura davanti si esprimono, investono, consumano, danno fiato all'economia». «Pensare che induca fiducia raccontare che c'è sempre il sole quando magari comincia a piovere è un errore clamoroso» ha sottolineato Bersani. «Oggi investitori e consumatori sono pessimisti, perché non vedono con chiarezza la strada da fare e in questo soprattutto il governo ha responsabilità, perché – ha concluso - non sono le bugie, è la verità che da fiducia».

Fonte: http://www.cittadiniperlulivo.com/wmview.php?ArtID=1098

mt

Welfare Italia
Hits: 1802
Economia >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti