16.04.2005
IL GOVERNATORE DEL MEZZOGIORNO di Antonio V. GELORMINI Le due cose più interessanti nel dibattito politico che si è aperto dopo il successo del centrosinistra alle elezioni regionali, le ha dette lui, Antonio Bassolino, il decano dei governatori del Sud.
Primo. La necessità di un nuovo patto per il Sud. La costruzione di una squadra meridionale di governo, ovvero di un coordinamento fra le regioni meridionali, per fare tra loro sistema e proporsi alla ribalta europea come opportunità mediterranea di sviluppo. Non essere più un problema, ma proporsi quale risposta positiva al problema italiano.
Secondo. La fuga da Forza Italia in crisi, che rischia di diventare un vero e proprio esodo, non deve accendere entusiasmi da campagna acquisti. Lo spettro del trasformismo può mettere in crisi il meccanismo dell’alternanza, per questo l’apertura di una campagna acquisti indiscriminata, da parte del centrosinistra, sarebbe davvero un gravissimo errore politico.
Alla devolution di Bossi e Calderoli, Bassolino risponde con la sua revolution. Eh sì che sul tema, il presidente campano, un tempo pupillo di Ingrao, qualche competenza specifica può accamparla.
Bassolino chiama e Vendola risponde: “Abbiamo bisogno di far sentire quale sia la potenza di un nuovo Mezzogiorno che si alza in piedi, carico della responsabilità di impedire la divisione del Paese, che si sente e fa ponte fra la nuova Europa e il nuovo Mediterraneo”.
La sintonia tra i due presidenti ha un ritmo incalzante: “C’è la necessità di costruire una vera macroregione per quanto riguarda una serie di politiche. Pensiamo alle politiche per il lavoro, a quelle ambientali e infrastrutturali o a quelle per il turismo. Il tema dei porti del Mediterraneo, per esempio, va affrontato armonizzando iniziative e progetti delle diverse regioni del Sud. Costruendo un sistema infrastrutturale interregionale che si configuri come sistema del Bacino Mediterraneo”.
E arrivando a citare anche Giorgio La Pira, il neo presidente pugliese continua: “Dobbiamo immaginare una soggettività politico-progettuale del Sud, guardando al Mediterraneo che torna ad essere il cuore del mondo. Il mare in cui è nato il Dio di Abramo, di Gesù di Nazareth, dei musulmani, è un mare che ha una straordinaria vocazione di pace. Se la interpretiamo con coraggio e intelligenza questa vocazione annuncia una nuova stagione della ricchezza, nella quale ecologia ed economia possono convivere e nella quale la crescita non avviene oltraggiando la bellezza del territorio”.
Questa non è la devolution del Sud. E’ una revolution dolce, senza intenti separatisti, in cui piuttosto si sente un nuovo spirito patriottico nel nome del Mediterraneo e dell’Europa.
Bassolino guarda già al 2010, quando l’area di libero scambio interesserà quasi tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sottolinea l’importanza di un dialogo che ha radici storiche, culturali e di civiltà comuni: “Questa è una grande partita che l’intero centrosinistra ora può giocarsi. Il processo unitario dell’Ulivo vada avanti con la costituzione, nella maggior parte delle Regioni, di gruppi consiliari federati o, se possibile, di gruppi unici. Certo, l’idea di avere assessorati al Mediterraneo in tutte le regioni è ottima. Penso che tutti insieme, presidenti, assessori, regioni meridionali, possiamo presentare il Mezzogiorno come un grande soggetto unitario politico e istituzionale dentro il bacino del Mediterraneo”.
Il leone si sente rinato, fa sentire la sua voce e stimola i governatori a un ruolo da protagonisti attivi per il Sud. Ringiovanito nello spirito e corroborato da un successo elettorale, che lo ha premiato col 61,6% nella Campania e col 64,2% a Napoli città , si appresta a guidare il riscatto del Mezzogiorno, con la segreta speranza di strappare al centrodestra anche l’ultima regione necessaria per ridare senso alla storia e rivestire i panni di un moderno Governatore delle due Sicilie.
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