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«Noi, ragazze e ragazzi, cittadini israeliani»
19.04.2005
Lettera aperta dei liceali israeliani refusniks: "Non vogliamo partecipare all'occupazione"
Redazione di reporterassociati.org
Roma, 19 Aprile 2005. Riceviamo da Luisa Morgantini, e volentieri pubblichiamo, una coraggiosa e importante lettera aperta scritta dai liceali israeliani refusniks rivolta ai vertici del governo di Tel Aviv. Sono già oltre 300 le adesioni raccolte tra i liceali e potrebbero crescere nei prossimi giorni. (All’interno il testo integrale della lettera aperta).

Al Capo del Governo Ariel Sharon
Al Ministro delle Difesa Shaul Mofaz
Al Capo di Stato Maggiore Moshe Yaalon
Al Ministro dell'Educazione Limor Livnat

"Noi, ragazze e ragazzi, cittadini israeliani che crediamo nel valore della democrazia, dell’umanesimo, e del pluralismo, annunciamo che rifiuteremo di prendere parte alla politica d'occupazione e di oppressione decisa dal Governo israeliano".

"Le nostre origini sociali sono diverse, ma siamo tutti d’accordo che questi valori siano la base per l’esistenza di una società giusta. Ogni persona ha il diritto alla vita, all’uguaglianza, all’onore, alla libertà, che sono i diritti fondamentali dell’uomo. Il nostro obbligo civile e morale è operare in favore di questi diritti, rifiutando di partecipare alla politica di occupazione e oppressione".

"L’occupazione porta alla perdita dell’umanità e di molte vite umane. Colpisce i diritti fondamentali di milioni di persone e causa ogni giorno sofferenza e morte. Porta alla confisca di terre, alla distruzione massiccia di case e di edifici pubblici, ad arresti e condanne a morte senza processo, alla tortura e uccisione di persone innocenti, produce fame, mancanza di cure mediche adeguate, punizioni collettive, costruzione e ingrandimento di insediamenti, e, in una parola, la negazione di ogni vita normale nei territori occupati e in Israele".

"Questa flagrante violazione dei diritti umani va contro la nostra visione del mondo ed è contraria alle convenzioni internazionali firmate e ratificate dallo Stato d’Israele. L’occupazione non contribuisce alla sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini, ma all’opposto, la pregiudica. Fa crescere la disperazione e l’odio fra i palestinesi, incoraggia il terrorismo e fa continuare lo spargimento di sangue".

"Una vera sicurezza sarà raggiunta solo con la fine dell’occupazione, con l’abbattimento del muro dell’Apartheid, e con un accordo di Pace fra lo Stato d’Israele e il popolo palestinese e il mondo arabo".

"L’attuale politica dello Stato non deriva da una necessità militare, ma da una visione nazionalista e messianica. L’occupazione corrompe la società israeliana rendendola una società militarista, razzista, sciovinista e violenta. Israele spreca le sue risorse per perpetuare l’occupazione e la repressione nei territori occupati, quando molte centinaia di migliaia di cittadini israeliani vivono in una povertà vergognosa. Gli israeliani hanno subito negli ultimi anni un degrado di tutti i sistemi pubblici. Educazione, sanità, infrastrutture, pensioni, servizi sociali – tutto quello che riguarda il benessere dei cittadini israeliani – è trascurato per il mantenimento degli insediamenti, quando maggior parte della popolazione è contraria ad essi. Non possiamo guardare senza fare qualcosa per quanto riguarda questa situazione che è una "liquidazione mirata" dell’uguaglianza".

"Speriamo di vivere in una società giusta dove regni l’uguaglianza fra tutti i cittadini. La politica dell’occupazione e dell’oppressione impedisce questa visione e noi rifiutiamo di farne parte. Chiediamo di contribuire alla società per mezzo di una via alternativa che non colpisca gli esseri umani".

"Chiamiamo tutti i giovani prossimi all’arruolamento e tutti i soldati nell’esercito israeliano a chiedersi se vogliano far parte della politica di distruzione rischiando la propria vita. Crediamo che ci sia una via alternativa".

Fonte: http://www.reporterassociati.org/index.php

mt

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