19.04.2005
Il nostro Paese vanta il primato delle infrazioni alla legislazione comunitaria in campo ambientale. E lo sapevate che il Ponte sullo Stretto...
Dopo aver superato la Spagna, la classifica europea delle infrazioni ci vede al primo posto con ben 73 procedure di infrazione, su un totale europeo di 495, pari quindi al 14.7% (situazione aggiornata al 26 novembre 2004). La situazione italiana ultimamente è fortemente peggiorata. Nel luglio 2004, infatti, la Commissione ha contestato all’Italia di aver violato in 28 casi la normativa ambientale comunitaria. E nel solo periodo tra luglio 2004 e gennaio 2005 la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per ben 14 violazioni della normativa ambientale comunitaria: 4 riguardanti i rifiuti; 3 concernenti sia la conservazione della natura che l’inquinamento atmosferico; e 2 relativi rispettivamente all’inquinamento delle acque ed a quello industriale. Mentre in altri due casi l’Italia ha ricevuto un parere motivato (un secondo avvertimento scritto, che costituisce la seconda fase della procedura di infrazione) ed una lettera di costituzione in mora (un primo avvertimento scritto, che costituisce la prima fase della procedura d’infrazione), che la invitano a rispettare precedenti sentenze della Corte di giustizia per evitare di incorrere in gravi sanzioni pecuniarie. A ciò si deve aggiungere, sempre nello stesso periodo, l’invio al governo italiano di altri 14 pareri motivati. Per dovere di sintesi mi soffermero' solo su due aspetti di questo triste primato, l'attuazione delle direttive "Discariche" e "Valutazione degli effetti di alcuni progetti sull'ambiente" (VIA). Per entrambe il governo italiano ha ricevuto dalla Commissione Europea un "parere motivato" ed è stato invitato ad allineare la propria legislazione alle disposizioni contenute nelle direttive in questione. In particolare, le disposizioni della direttiva relative alle discariche nuove, l'Italia avrebbe dovute applicarle fin dal luglio 2001; al contrario, esse sono diventate operative nel marzo 2003. In questo lasso di tempo, sul territorio nazionale sono state autorizzate diverse nuove discariche che inevitabilmente si sono sottratte alle prescrizioni della direttiva sul controllo dell'impatto ambientale delle discariche. (3 a Matera 2 a Cuneo e Modena, 1 ad Alessandria, Ascoli Piceno, Asti, Biella, Bologna, Cagliari, Foggia, Latina, Lecce e Pistoia). Venendo al secondo parere motivato, la "Valutazione degli effetti dei progetti sull'ambiente", (VIA) la legge italiana in questione prevede una procedura per la valutazione di impatto ambientale che si discosta da quella comunitaria in quanto è effettuata sul progetto preliminare dell’opera da realizzare invece che sul progetto definitivo. Ove si accerti che il progetto definitivo sia sensibilmente diverso, il Ministro dell’Ambiente “può disporre l'aggiornamento dello studio di impatto ambientale e la nuova pubblicazione dello stesso”. Questa procedura viola la direttiva VIA poiché rimette alla semplice discrezione del Ministro dell’Ambiente la decisione di ordinare una integrazione della procedura di valutazione quando il progetto definitivo differisce da quello preliminare. In tal modo, poiché il Ministro ha la facoltà di non disporre la valutazione integrativa, è possibile che modifiche sostanziali del progetto siano sottratte alla valutazione d'impatto ambientale. Ed infatti governo italiano in data 1/8/2003 ha approvato, sulla base della legge in questione, il progetto preliminare del Ponte sullo Stretto di Messina, che è stato inserito tra i progetti prioritari della rete transeuropea dei trasporti. Su queste due questioni la prossima settimana si pronuncerà, in seno alla Commissione Ambiente del Parlamento europeo, la Commissione europea la quale sarà chiamata dagli onorevoli Guido Sacconi e Giovanni Berlinguer a fornire indicazioni su come intende procedere nei confronti del governo italiano. Cristina Travagliati
Fonte: http://toscanaeuropa.dol.it/approfondimenti/svilupposost/documenti/dettaglio.asp?id_doc=3456
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