19.04.2005
Domenica 17 aprile si è celebrata la giornata di lotta contadina nell’anniversario del massacro di Carajás nello stato del Para (17 aprile 1996) in cui furono uccisi dalla polizia 19 contadini del Movimento Senza Terra. Una giornata per continuare a chiedere la punizione dei responsabili delle violenze nelle campagne e la federalizzazione del processo sul massacro a cui si aggiunge il recente assasinio della missionaria della terra americana Irmã Dorothy. A Roma, per ricordare il nono anniversario della strage di Eldorado, rappresentanti del Comitato di appoggio al MST e dell'Associazione Amig@s MST-Italia sono stati ricevuti dall'ambasciatore del Brasile, Itamar Franco, accompagnati da Marcelo Durao Fernandez de Oliveira della direzione MST di Rio de Janeiro.
All'ambasciatore è stato consegnato un mazzo di spighe listato a lutto, accompagnato da un messaggio che chiede giustizia per le vittime dei crimini contro i lavoratori rurali. All’ambasciatore sono state consegnate le firme raccolte in solidarietà a Frei Gilvander Moreira, coordinatore della pastorale della terra del Minas Gerais, gia minacciato di morte.
La presenza in Italia del rappresentante dell’Mst vuole rilanciare la “grande Marcia dei 10.000 per la riforma della agraria” che partirà il 1 maggio da Goiania per raggiungere Brasilia. La data inizialmente prevista per il 17 aprile è stata spostata di fronte alla morte del Papa, visto che i viaggi internazionali che membri del governo faranno in relazione a questo e il clima all'interno della società impedisce che la riforma agraria torni ad essere il tema centrale della discussione. La scorsa settimana un gruppo di ''sin terra'' del movimento di liberazione dei senza terra (Mlst) ha fatto un irruzione pacifica nella sede del ministero delle Finanze del Brasile. Circa cinquecento persone, 800 secondo gli organizzatori, hanno completamente invaso otto piani del ministero. I lavoratori agrari hanno voluto cosi' esprimere la loro protesta contro il taglio da parte del governo del budget di circa il 45% del Ministero dello Sviluppo Agrario. Questo significa che non ci saranno le condizioni di insediare più di 40.000 famiglie, una cifra molto inferiore alla meta che era di 115.000 secondo il Piano di Riforma Agraria. Oltre a ciò, la decisione colpisce progetti di qualificazione del personale, esproprio di terre e programmi di assistenza tecnica. "È stato un taglio molto pesante. È impossibile realizzare gli obiettivi", ha detto il ministro Miguel Rossetto indignato che ammette anche che i tagli possono portare al peggioramento del livello di violenza nello stato del Para, giacché le misure annunciate per contenere i conflitti agrari nello stato non avranno risorse sufficienti per essere realizzate. Tra i vari paesi latinoamericani il Venezuela è l’unico che sta applicando una riforma agraria contro i proprietari dei latifondi. Il governo di Chavez ha preso il controllo di 110.000 ettari di terre di 4 tenute agricole, tra cui una appartenente alla multinazionale britannica Vestey Group.
Si tratta di appezzamenti considerati "improduttivi" o di cui non è stata certificata la proprietà legale e quindi giudicati pubblici e da destinare ai contadini meno abbienti. La lotta al latifondo, basata sulla cosiddetta ‘Ley de Tierras’ approvata nel 2001 e fortemente contestata dai suoi oppositori, è iniziata a metà del gennaio scorso con l’ordine di esproprio di 8 proprietà rurali proprio a Cojedes, con un’estensione di 50.000 ettari. Per il presidente Hugo Chávez, l’obiettivo è rafforzare lo sviluppo agricolo del Paese, quinto esportatore mondiale di greggio, e "porre fine alla dipendenza alimentare del Venezuela, costretto oggi a importare l’80% degli alimenti che consuma". [AT]
Fonte: http://unimondo.oneworld.net/article/view/109590/1/
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