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Chicago. Il futuro è nelle mani dei giovani.
22.04.2005

Il futuro nelle mani dei giovani

I viaggi culturali nell'Italia dell'arte e della storia fanno scoprire alle nuove generazioni venete in America la loro identità originaria e li spingono verso nuove forme di aggregazione. Un articolo del Messaggero di Sant'Antonio

Chicago - Un viaggio a Chicago, un incontro con i responsabili e i membri dell'Associazione Veneti nel Mondo-Usa, Circolo di Chicago, che in questo 2005 festeggiano il ventennale della fondazione. "Siamo nati come Palladiani e il nostro primo viaggio culturale in Italia, con amici italiani residenti a Chicago ma appartenenti a diverse regioni italiane, l'abbiamo organizzato nel 1986. Dopo questa prima iniziativa – anche su sollecito della nostra Regione di provenienza – ci siamo chiamati Veneti nel Mondo-Usa, con l'orgoglio di essere stati la prima Associazione ad avere un proprio statuto, partecipando così attivamente, nel 1987, alla prima elezione dei Coemit di Chicago. In seno a questo organismo, abbiamo istituito un gruppo di lavoro interregionale offrendo ad altri presidenti e rappresentanti di gruppi legati alle loro regioni d'origine, spunti e stimoli per organizzarsi come associazione".

Inizia così ilc olloquio di padre Luciano Segafreddo, direttore del Messaggero di Sant'Antonio con Bruno Dal Santo, Pr della Veneti nel mondo-Usa mentre. "Durante il viaggio ho ripercorso le tappe e le iniziative salienti di questa associazione veneta, i cui membri risiedono in 28 Stati degli Usa", scrive Segafreddo.

"Uno dei primi nostri impegni è stata la promozione di viaggi culturali non solo per i membri adulti, ma anche per i loro figli e nipoti. Volevamo infatti che questi ultimi conoscessero la nostra terra d'origine, le sue bellezze e soprattutto i suoi centri culturali – sottolinea Dal Santo –. In tal modo, attraverso la conoscenza dell'arte e della cultura italiane, questi giovani di terza o quarta generazione hanno riscoperto un'Italia diversa dai vecchi stereotipi che forse essi avevano assorbito, tanto che in loro è sorto anche l'interesse per studiare la lingua di Dante ".

Questo è avvenuto non solo per i contributi del governo italiano, investiti per l'insegnamento dell'italiano anche in alcune scuole della circoscrizione consolare di Chicago – che comprende diversi Stati del Middlewest –, ma anche per i fondi che il governo dello Stato dell'Illinois ha devoluto per lo stesso scopo. Nell'area della 'Grande Chicago' ci sono 45 scuole superiori dove si insegna l'italiano, a cui si aggiungono molte altre scuole materne, elementari e medie.

"A Bruno, chiedo che mi parli delle Associazioni italiane che negli Stati Uniti hanno una tradizione storica", aggiunge Segafreddo. "È grazie a loro che sono stati tramandati i valori della nostra italianità e l'amore per l'aggregazione. Anche la nostra associazione si è messa fin dal suo nascere su questa linea", osserva. Oggi le sue iniziative sono state un pò limitate, per la scelta della Regione del Veneto di rivolgere in questi ultimi anni la sua attenzione ai bisogni delle comunità italiana in America latina.

Punto di riferimento per gli incontri comunitari è il Centro Culturale Italiano, diretto da padre Gino Dalpiaz; ora si è aggiunta Casa Italia, sempre a Stone Park, un'area di 17 acri di terreno con stabili che consentono riunioni per vari sodalizi. L'Associazione, per i membri residenti nell'area metropolitana di Chicago, organizza ogni anno sei riunioni: tre a Stone Park, nell'area nord della città; e tre ad Oak Forest, nel sud. Altri incontri avvengono per le feste religiose più care, e divenute una tradizione anche per i veneti di Chicago, come la festa in onore di sant'Antonio, della Madonna di Monte Berico, e il Christmas Day.

"A questi vanno aggiunte alcune cene a base di prodotti tipici veneti e, ogni due anni, un viaggio in Italia, pagato dagli stessi membri. Quest'anno oltre il Nord Est d'Italia, visiteremo anche le località turistiche di Slovenia e Croazia". L'attenzione dell'Associazione è rivolta anche a qualche iniziativa sociale. Infatti quanto viene raccolto negli incontri e nelle feste, una volta pagati i costi organizzativi, viene distribuito ai missionari saveriani, alle suore italiane scalabriniane, ospiti della casa di ricovero di Stone Park, al Messaggero di sant'Antonio-Caritas antoniana, e per altri progetti proposti dal direttivo all'inizio di ogni anno sociale. Segue l'intervista a Luciano Chemello, presidente onorario dei Veneti nel Mondo-Usa, e Anna Galvan, presidente dello stesso sodalizio.

Qual è il senso del vostro trovarvi insieme, come membri dell'associazione?
È quello di incontrarsi e di approfondire l'amicizia non solo tra i veneti, ma anche tra i membri di altre associazioni come la Furlan Family of Chicago, la Piemontesi nel Mondo, e la Confederazione Pugliesi del Nord America, i cui presidenti hanno voluto onorarci anche questa volta con la loro partecipazione. Pochi di noi hanno tutti i parenti in Usa. Diventano allora membri della nostra famiglia gli amici veri, provenienti dalle più diverse regioni italiane, che conosciamo in occasione di questi incontri associazionistici. Abbiamo infatti bisogno del sostegno morale di tutti. Qui a Chicago siamo fortunati, perché abbiamo gente che ha capito lo scopo dell'Associazione, e la nostra soddisfazione è nel constatare la gioia degli incontri nel volto di tutti.

In che modo vivete l'italianità?
Abbiamo un forte sentimento di rispetto verso questa nazione che ci ha accolto e accettato come persone in cerca di lavoro e di una migliore sistemazione. Abbiamo avuto la possibilità di farci una famiglia, di dare un avvenire ai figli; e tutto questo è motivo di gratitudine. Nel nostro cuore, però, c'è sempre l'Italia: non c'è via di scampo. E questo è il motivo dei nostri viaggi culturali che organizziamo ogni due anni, dal 1993 ad oggi, per rivedere il Veneto, ma anche per conoscere le altre regioni italiane. Così ogni viaggio culturale diviene un 'bagno d'italianità'.

Quest'anno celebrate il ventennale di fondazione dell'Associazione. Quali sono le sue sensazioni come donna e come presidente dei Veneti del Mondo-Usa?
Per vent'anni sono stata membro dell'Associazione e anche se da quattro anni ne sono divenuta presidente, continuo a sentirmi, con mio marito Marco e con le nostre figlie, una delle 180-190 famiglie che oggi aderiscono all'associazione. Quest'anno mi sono impegnata per aggregare anche rappresentanti delle nuove generazioni, iniziando dalle mie figlie e invitando a partecipare alle nostre iniziative anche i giovani che hanno avuto la possibilità di visitare l'Italia nei viaggi culturali organizzati dall'Associazione. Il futuro dell'associazionismo italiano in Usa, infatti, è nelle loro mani, e io spero che diano continuità a quanto noi abbiamo cercato di realizzare in questi vent'anni. I giovani coinvolti sono ancora pochi, otto, ma ho fiducia che siano un ponte per altri amici e coetanei. La difficoltà di aggregare i giovani è legata agli interessi che assorbono il loro tempo, come lo studio, il lavoro, la formazione delle loro giovani famiglie. Ciò nonostante, io spero che questo primo gruppo sia disponibile a partecipare ai nostri incontri, camminando per un certo tempo con noi, così da assicurare almeno un altro ventennio di vita alla nostra Associazione.


Messaggero di Sant'Antonio/News ITALIA PRESS
fonte: www.newsitaliapress.it/

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