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Intervista a Cesare Damiano responsabile lavoro ds sulla Fiom
31.05.2003

La svolta della Fiom ci deve far riflettere.
Intervista a Cesare Damiano di Massimo Mascini da ilsole24ore
Roma – I lavoratori metalmeccanici erano preoccupati per la situazione sindacale dopo le fratture dell’unità e lo sciopero generale. Per questo hanno respinto la proposta di un congresso straordinario che avrebbe reso la linea strategica della Fiom ancora più radicale. E adesso si aprirà un ampio dibattito, che coinvolgerà anche la Cgil. È questa l’interpretazione di Cesare Damiano, responsabile del lavoro nella segreteria dei DS, per tanti anni segretario generale aggiunto proprio della Fiom.

Damiano, la Fiom è stata investita da un terremoto?
Non è un fatto secondario che il segretario generale di un’organizzazione avanzi una proposta per tenere un congresso straordinario e venga respinta.

Perché un congresso straordinario?
Gianni Rinaldini, sostenuto da Claudio Sabattini, che per questo si è dimesso, voleva correggere la linea dell’organizzazione, voleva renderla più radicale e coesa di fronte agli avvenimenti.

Ipotesi però non accolta dall’organizzazione.
No. La categoria ha espresso una linea molto diversa. Del resto, non mancavano segnali che indicassero le preoccupazione dei lavoratori per l’andamento della situazione sindacale, per lo stato dei rapporti unitari e per l’involuzione delle trattative contrattuali.

Segnali precisi?
Quando si stavano preparando le tre piattaforme separate per il rinnovo del contratto, 150 delegati di fabbriche torinesi chiesero di fare uno sforzo per unificare le rivendicazioni. Ma rimasero inascoltati.

Adesso quei nodi sono venuti al pettine?
Non poteva essere altrimenti. Se si parte da piattaforme separate si arriva o a un non accordo o ad accordi separati. Non accade mai che si arrivi ad accordi unitari. Dalla frittata non si torna alle uova.

Il Comitato centrale della Fiom ha chiesto una diversa linea rivendicativa?
Ha chiesto maggiore concretezza nelle trattative contrattuali. E ha pensato che non era possibile continuare le lotte contrattuali e assieme avviare un dibattito precongressuale.

È stata respinta anche la politicizzazione spinta cercata dal vertice della Fiom?
Io sono figlio dell’esperienza della Cgil sindacato generale, in quanto tale soggetto politico che ha capacità di ispirare riforme generali volte a difendere i diritti dei lavoratori. Altra cosa è un sindacato che si trasformi esso stesso in partito.

I progetti del vertice della Fiom puntavano a un Partito del lavoro.
Un’ipotesi già fallita.

Esce di scena Sabattini, al centro della storia della Fiom da lungo tempo.
Ho lavorato a lungo con Sabattini, abbiamo avuto accordi e disaccordi. Esprimevamo due linee sindacali diverse.

Comincia un’altra storia per la Fiom?
Si apre una discussione che terrà conto dell’effettiva situazione che si è creata in questi mesi. Del resto l’ultimo sciopero non ha avuto riscontri positivi in molte realtà. È bene che se ne tenga conto.

Una discussione che coinvolgerà la Cgil?
Non potrebbe essere diversamente. È ben difficile che una crisi che colpisca la Fiom non coinvolga la confederazione.

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