27.04.2005
Situazione critica nella Laguna di Venezia, lungo il delta del Po e nella valle di Milano. In salvo i corsi d'acqua alpini. Sufficiente il giudizio sul mare. I risultati del monitoraggio realizzato dall'Anpa
Gravi problemi di inquinamento idrico nella valle di Milano, nella laguna di Venezia e lungo il delta del Po. Va decisamente meglio per i corsi d'acqua alpini, che non subiscono l'azione umana e industriale. Più che sufficiente il giudizio sul mare. Questi in sintesi i risultati del progetto di monitoraggio nazionale delle acque compiuto dall'Agenzia nazionale di protezione ambientale in collaborazione con le varie Arpa regionali. I risultati del progetto sono stati presentati ieri a Firenze durante un convegno nazionale al quale hanno partecipato delegati di tutte le agenzie regionali. L’idea di un monitoraggio omogeneo delle risorse idriche del paese, dal mare ai fiumi, dai laghi ai bacini, è nata nel 2000, l'anno successivo al decreto legislativo 152 che ha definito la disciplina generale della tutela delle acque. «Il decreto - spiega Marco Mazzoni di Arpa Toscana - arrivava dopo che il referendum del 1993 toglieva al ministero della Sanità l' intero monitoraggio sull'ambiente. Con il decreto 152, anche noto come legge quadro sul controllo delle acque, la tutela idrica del Paese viene affidata alle varie agenzie regionali di protezione dell’ambiente». Il problema, secondo Mazzoni, era riuscire a coordinare i dati e gli indici provenienti da 20 agenzie diverse. «Questo progetto nazionale - continua - ha fatto sì che venisse creata una rete di monitoraggio generale per la raccolta, l'analisi, la validazione e l'elaborazione dei dati e delle informazioni, con metodi standardizzati e subito comparabili». Al progetto hanno lavorato soprattutto le agenzie della Toscana, dell'Emilia Romagna e quella della Provincia autonoma di Trento, e hanno collaborato anche il Cnr e l'Istituto superiore di sanità . Grazie ai dati finalmente omogenei, è stato possibile stilare una mappatura di tutte le acque superficiali italiane. «La situazione complessiva del mare è più che soddisfacente - dichiara Mazzoni - le cose, dal punto di vista chimico e biologico, vanno peggio per le acque interne, ovvero i fiumi. Le zone più a rischio sono quelle con elevate concentrazioni industriali, come il milanese, e la laguna di Venezia, dove il problema è soprattutto quello fisiologico di poco ricambio. Critica anche la situazione del Po, che contribuisce ad inquinare anche il tratto di Adriatico vicino alla foce. Le pagelle migliori vanno ai fiumi e ai laghi dell'arco alpino, dove relativamente basso è l'inquinamento prodotto dall'opera umana e industriale». (ANSA). 27 aprile 2005
Fonte: http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/acqua/4239.php
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