1.05.2005
I suoni delle piante Questa mattina le classi prima e seconda B dell'Istituto statale d'arte 'Gaetano Chierici' di Reggio Emilia, da alcuni mesi impegnati in un progetto su ecologia e sviluppo sostenibile, hanno partecipato ad una lezione davvero speciale. Accompagnati dai ricercatori reggiani Laura Silingardi (musicista e musicologa) e Tiziano Franceschi (consulente informatico), gli studenti si sono recati ai giardini pubblici di piazza della Vittoria ed hanno potuto ascoltare un inedito 'concerto per alberi'.
Come? Alla ultracentenaria 'sofora japonica' del parco e ad una giovane siepe in vaso sono stati applicati due sensori, uno collegato ad una foglia, l'altro ad un bastoncino di rame posto alle radici. Lo speciale apparecchio elettronico al quale i due sensori erano collegati ha rilevato il movimento linfatico foglia-radice, registrando la resistenza elettrica dei tessuti ("come fare un elettrocardiogramma a circuito chiuso", hanno detto gli esperti).
Il tutto è stato quindi convertito in segnali digitali, ovvero in note musicali (secondo lo standard 'midi'), successivamente inviate ad un 'sequencer' (banca dati di timbri musicali). La musica che ne è uscita ha emozionato i presenti, che si aspettavano semplicemente dei fruscii.
E poiché gli alberi, come grandi antenne, captano dall'ambiente moltissime variazioni energetiche, le piante reggiane modificavano la loro emissione sonora ogni volta che qualcuno le toccava, per sintonizzarsi con il suono del nuovo, vicino interlocutore.
Ma in cosa consiste la musica delle piante? Tentando un' analisi musicale del modo di esprimersi in suoni delle piante, si potrebbe dire che esse utilizzano scale arcaiche, che si rifanno alla modalità greca antica, formate da una successione di quattro suoni discendenti (tetracordi) compresi nell' intervallo di una 'quarta giusta'; dall'unione di più tetracordi nascono le armonie musicali composte dalle piante. Secondo i teorici greci, le melodie composte su ciascuna di queste armonie sono contraddistinte da un carattere particolare, con gli effetti propri dell'armonia stessa sulla volontà e sulla psiche umana.
Per capire ciò che le piante vogliono comunicare a chi le ascolta, occorre quindi porsi in un particolare stato emotivo. Le piante `cantanò le loro melodie, o emettono suoni striduli o di 'dolore' in relazione a ciò che captano dall'ambiente, anche se noi non siamo in grado di sentirlo. Ci possono dare pace e armonia, se ci avviciniamo con questo spirito. E' anche stato sperimentato che ciascun albero ha una propria 'voce' che cambia con il variare delle stagioni, dell'ora, della giornata, dell'età e della specie: il tiglio, le cui foglie ci offrono infusi calmanti, produce una musica calmante; la voce del pioppo è invece guizzante; quella delle piante ultrasecolari è invece caratterizzata da suoni grevi.
E' stato anche rilevato come la pianta possa avere effetti benefici in particolare sulle persone sofferenti o portatrici di handicap, "quasi fosse in grado di assorbirne il dolore". La 'Musica delle Piante' ha visto le sue origini negli esperimenti compiuti nei primi anni 70 negli Stati Uniti per verificare l'esistenza di una sensibilità di reazione del mondo vegetale a stimoli esterni (luce, calore, colori, suoni).
In Italia è arrivata negli anni '80 in seguito a ricerche compiute da alcuni appartenenti alla Comunita' di Damanhur (Valchiusella - Torino) e da loro indirizzata su un aspetto più strettamente musicale. Dopo alterne vicende è stata ripresa da Laura Silingardi e Tiziano Franceschi, allora appartenenti al Popolo Damanhuriano, nella primavera del 2000.
Da allora è stata portata in giro per l'Italia da musicisti damanhuriani, con accompagnamento di strumenti musicali, cantanti e danzatrici, e da Laura e Tiziano (hanno realizzato anche un sito internet, www.vocidipiante.it) che prediligono, al contrario, suoni e melodie delle sole piante all'interno di un lavoro di contatto ed interazione con le piante stesse, senza escludere a volte la possibilità di suonare con esse (Laura suona il violino)
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