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Nuove voci di letteratura italofona
4.05.2005
Torino – L'edizione 2005 della Fiera Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 5 al 9 maggio, avrà uno spazio riservato alla letteratura migrante, a quelle opere – di prosa e di poesia – scritte in lingua italiana da autori immigrati .

La giornata d'apertura della Fiera vedrà, infatti, la presentazione di alcuni nuovi volumi dedicati al tema delle migrazioni, pubblicati dall'Editore Cosmo Iannone. Al più grande appuntamento editoriale in programma in Italia saranno protagoniste la collana Kumacrèola – Scritture migranti , diretta da Armando Gnisci , Quaderni sulle migrazioni, diretti da Norberto Lombardi, le testimonianze letterarie degli scrittori d'origine italiana operanti nel mondo della collana Reti e le storie di vita in emigrazione de I Memoriali .

Nella collana Kumacrèola , arrivata in un anno e mezzo al settimo titolo, viene proposto il primo romanzo postcoloniale italiano, "Il latte è buono", scritto dal somalo Garane Garane; e un'antologia di poeti migranti residenti in Italia – da titolo "Il catalogo delle voci", realizzata da Davide Bregola , già autore di un'antologia dei narratori migranti.

"Il mio libro Рspiega Garane Garane, nato in Somalia, discendente di una stirpe reale, oggi direttore del Dipartimento di Umanistica della Allen University nella Carolina del Sud , dove insegna anche Letteratura Italiana Рlo volevo scrivere in italiano, perch̩ ho studiato in Italia e perch̩ volevo dimostrare che non ̩ una lingua morta ".

Il libro dello scrittore somalo narra la storia di una famiglia, di una donna nata in uno stato immaginario africano che dopo molti anni va a vivere in una delle nuove Repubbliche africane. "E' l'occasione per tentare una connessione tra Africa e Italia antica ", spiega l'autore africano. "Si dice che gli africani non scrivano mai per puro piacere, ma sempre per l'esigenza di comunicare qualcosa: questo è un libro in parte autobiografico, mio padre è stato sindaco in una città somala ed è stato molto in Italia. Molti dei nomi che uso sono veri ".

Garane Garane ha vissuto a Mogadiscio, dove ha studiato l'italiano come prima lingua nelle scuole. Poi si ̬ trasferito a Firenze, dove si ̬ laureato in Scienze Politiche, con un dottorato su Dante, Petrarca e Boccaccio. Vive negli Stati Uniti dal 1987 . "Non ho mai avuto un rapporto conflittuale con l'Italia Рrivela Рanche perch̩ tutta la mia famiglia ha studiato in Italia, un Paese che ̬ sempre nel mio cuore. Gli italiani non hanno mai avuto un indole colonialista, la loro ̬ stata una colonizzazione diversa da quella protratta da francesi e spagnoli ".

"Ora vorrei scrivere di più, e sempre in italiano : sono lontano da molti anni, ma una parte della mia famiglia è sepolta lì e io mi sentirà sempre legato a quel Paese. L'Italia è stata la culla della mia intelligenza ", conclude Garane.

L'opera di Davide Bregola è, invece, una raccolta di nove interviste ad altrettanti autori immigrati, poeti accomunati dal fatto di esprimere la loro arte in italiano . "Gli autori che ho incontrato – spiega lui stesso – avrebbero dovuto rappresentare tutte le aree del mondo, ma non ho trovato autori provenienti da Asia e da Oceania. I Paesi più rappresentati sono sicuramente il Brasile e, in Europa, l'Albania ".

La lingua italiana l'hanno imparata per ragioni diverse, " dalle più romantiche alle più pratiche: alcuni perché trasferitisi hanno dovuto farlo, altri, invece, per amore dei poeti e della possibilità di poter leggere in originale le loro opere , altri ancora per l'amore del ritmo delle nostre frasi ".

Dopo ogni intervista, il volume presenta anche una breve antologia delle opere degli intervistati . "Il punto in comune delle interviste Рprosegue Bregola Р̬ l'incontro. C'̬ stato un contatto vero e proprio, loro Рospiti in Italia Рhanno ospitato me . Non ci sono domande comuni e ogni incontro ha avuto sue dinamiche ".

Le tematiche delle poesie sono le più differenti , "c'è chi canta l'Amazzonia, con una poesia che ho definito civile, chi veri e propri temi di sradicamento e nostalgia della sua terra, chi ancora affronta l'epica. Ma tutti utilizzano il verso libero e strofe di lunghezza variabile. C'è una differente consapevolezza politica , dovuta anche alle diverse estrazioni politiche per cui alcuni sono professori universitari belgi e altri rifugiati o esiliati ".

Dal 1997 Armando Gnisci è alla guida di Basili , l'unica banca dati in Europa degli scrittori migranti. "E' un lavoro imponente – spiega lo stesso docente – ma non è però di ferro: raccoglie fino ad ora 250 titoli, che non sono però una fotografia di una realtà che è sfuggente, con tante piccole case editrici o riviste che non sempre riusciamo a conoscere. La letteratura migrante in Italia Ã¨ ancora un fenomeno carsico ".

Gli autori provengono da tutto il mondo, e sono in ugual misura uomini e donne. "Non esiste tra i sessi un rapporto dominante , e ciò è veramente straordinario perché si tratta di una categoria in situazione di inferiorità, che avrebbe in teoria dovuto rendere assai arduo alle donne emergere ".

El Ghibli ̬ una rivista on line, creata e gestita interamente da scrittori migranti . "L'idea ̬ nata nel 2003 Рspiega Gabriella Ghermandi, scrittrice italo-etiope Рdal desiderio comune di un gruppo di scrittori stranieri che scrivono in lingua italiana. Abbiamo varie sezioni, anche alcune dedicate ai ragazzi e ai migranti del mondo, e l'intera rivista funziona attraverso un comitato editoriale che prende le decisioni, sempre a maggioranza ".

Gabriella Ghermandi è nata ad Addis Abeba nel 1965, e si è trasferita in Italia nel 1979. Da parecchi anni vive a Bologna, città originaria del padre. Nel 1999 ha vinto il 1^ Premio del concorso per scrittori migranti dell'associazione Eks&Tra , promosso da Fara Editore , e nel 2001 il 3° premio. "Per me usare l'italiano, equivale a puntare il dito: voi siete venuti da noi, ci avete invaso, e ora non potete dirmi che non posso stare qui. Mi dà la chance per legittimare la mia identità multipla. La mia famiglia ha subito il colonialismo, mia madre ha sempre cercato di farci crescere come italiani. Io non sono italiana, sono mista. Mia mamma è voluta venire a vivere in Italia perché diceva che si sarebbe sentita come a casa, ma arrivati qui ci siamo resi conto che non era per nulla così ".

Le tematiche affrontate dagli autori migranti, prosegue la scrittrice di origine etiope, "sono le più varie, così come per gli stili esiste grande varietà. Perché scrivono in italiano? Per molti è una lingua neutra, non essendo quella del loro colonizzatore. E' un desiderio di comunicare con il Paese d'approdo, di usare la scrittura come arte di comunicazione. E' amore per la libertà che dà l'italiano: la si può dissacrare, non essendo la nostra lingua ".

La tematica dell'emigrazione traspare nei vari libri, secondo Gnisci, "ma è per lo più sul fondo. L'orizzonte dell'interculturalità c'è sempre, anche se non in egual misura. Si tratta del più grande fenomeno planetario, considerando anche che la maggior parte dei Premi Nobel sono migranti".

Gli scrittori pubblicati da El Ghibli scrivono "direttamente in italiano, e in molti casi troverebbero difficoltà ora a scrivere in qualunque altra lingua, anche nella loro. Usare un'altra lingua, vivendo in Italia, sarebbe come essere isolati ", prosegue Ghirmandi.

L'attenzione per questi autori ̬ in crescita , ma i timori sono molti. "Spesso in Italia Рsostiene Gnisci Рquando, e se, vengono ospitati, sono presentati come un fenomeno da baraccone : questo per me ̬ razzismo. L'editoria italiana comunque si sta muovendo, come la critica ".
Il 2006 , a quanto pare, dovrebbe essere "l'anno del boom per la letteratura migrante in italiano . Forse sarà così, non so – sostiene Gabriella Ghirmandi –. E' ancora un fenomeno sommerso, ma ho paura che possa diventare una moda . Non siamo né etnici né esotici, e non vogliamo passare per tali ".

Fonte: News ITALIA PRESS

Vedi: http://www.fieralibro.it/fiera/box.jsp

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