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Il Vangelo secondo Precario
6.05.2005
San Precario diventa film. Di Gabriella Gallozzi
Un altro modo di fare cinema è possibile. In tempi di vacche magre come i nostri c’è chi è riuscito a inventarsi, complice la rete e le nuove tecnologie, un sistema alternativo di produzione e persino di distribuzione. Tutto per far fronte a questa stagione disastrosa che sicuramente resterà come pagina nera nella storia recente della nostra cinematografia, fatta a pezzi dalla nuova legge dell’ex ministro Urbani, dai tagli ai finanziamenti pubblici con relativo blocco di un anno dell’intero settore. Ecco, allora, chi davanti a tutto questo ci ha provato lo stesso. Ha tentato di battere altre strade.

C’è chi ha cercato attraverso la rete una sorta di «azionariato diffuso» che, con una modesta quota di 10 euro, avesse voglia di diventare produttore e chi, a film prodotto con il finanziamento pubblico, si è trovato senza il «fondo di distribuzione» perché le casse statali erano ormai vuote e, attraverso feste e sottoscrizioni, ha messo insieme un pubblico potenziale già munito di biglietto. Stiamo parlando di due film: Il Vangelo secondo Precario, opera in fieri, tutta dedicata al mondo del precariato, che viaggia on line (www.ilvangelosecondoprecario.org) e da lì prenderà le mosse quando sarà scritta grazie alla partecipazione del popolo dei precari, e Tu devi essere il lupo di Vittorio Moroni (www.tudeviessereillupo.it) che, con l’intervento di un vasto gruppo di «sottoscrittori» uscirà in otto copie in altrettante città.

Precari di tutto il mondo unitevi
«Diffondi il vangelo, caccia il deca, finanzia il tuo primo film. Il primo film sul precariato totalmente indipendente perché prodotto dal basso, grazie al contributo di 4000 persone rivoluzionarie!». Lo slogan è immediato e parla chiaro. Così nascerà, se tutto va bene, a settembre Il vangelo secondo Precario, opera in dvd che sarà diffusa tra i suoi finanziatori, coloro, cioè che avranno donato 10 euro a testa a questo progetto lanciato da un gruppo di trentenni milanesi «precari da una vita». A raccontarlo è lo stesso regista Stefano Obino, studi da drammaturgo alla Paolo Grassi e alla Scuola di cinema di Milano e un film, Otto per Claude, sulla vita di un gruppo di giovani squattrinati che, dopo tre anni nel cassetto, finalmente ha trovato una strada distributiva. «L’idea di Il vangelo secondo Precario - racconta Obino - parte da me, Stefano Cella, Francesco Pensabene ed Elisa Valtolina, anche lei precaria da una vita. Lavoriamo in un’agenzia di comunicazione e quindi ci siamo resi conto di avere a disposizione tutti i mezzi tecnici per realizzare un film low budget». Da qui ad arrivare al tema del precariato il passo è brevissimo. «Basta guardarsi intorno - prosegue il regista - per rendersi conto di vivere in un’economia di guerra. Dal piccolo imprenditore al ragazzo precario del call center la guerra è aperta, tutti si combattono fra loro. E questo a causa della flessibilità che è il vero dramma di questo inizio di millennio».

Come raccontarlo, allora, e con quali soldi? «Abbiamo fatto un rapido calcolo - prosegue Obino - e ci siamo resi conto che con un minimo di 40mila euro, cioè 4000 persone disposte a sottoscrivere con 10 euro ciascuno, il film si poteva realizzare». L’idea è stata messa in rete - il sito è attivo dallo scorso 18 aprile - dove ha trovato subito il sostegno di «Produzioni dal basso» (www.produzionidalbasso.com), altro gruppo di «autarchici» milanesi che col metodo della sottoscrizione on line si propone come «vetrina» per la produzione di opere d’arte di qualunque tipo (fin qui hanno realizzato t-shirt, cd di musica e libri per bambini), e dell’Arci di Milano. Ma anche di «Global project», «creatura mediatica» del «movimento» che ha tra i suoi culti proprio quel San Precario tenuto a battesimo all’Euro Mayday dello scorso anno e che ha attraversato in lunghe processioni anche lo scorso festival di Venezia.

Il sostegno più importante a Il vangelo secondo Precario, però, sarà dato dagli stessi «flessibili» pronti a raccontare le loro storie che offriranno da spunto alla sceneggiatura. «Ne sono già arrivate tantissime - racconta il regista - . Adesso stiamo lavorando sul trattamento. L’idea è di costruire una cornice in cui inserire le varie storie. Sicuramente sarà una commedia agrodolce, molto cinica, che ha come riferimento I mostri di Dino Risi». Fino alla seconda metà di giugno i «precari cineasti» saranno impegnati nella scrittura, a luglio cominceranno le riprese e a settembre il film sarà disponibile in dvd per tutti i finanziatori-produttori. E così la «rivoluzione» sarà compiuta. Come si legge nel sito, infatti, «con la vostra adesione date vita ad un modello di produzione di cultura e intrattenimento alternativo. Il pubblico non è più fruitore passivo di un’offerta proposta dall’alto ma determina in prima persona le sue scelte di consumo».

Grazie alla festa
Non molto diversa dall’«avventura» di Il vangelo secondo Precario è quella di Tu devi essere il lupo, il film di Vittorio Moroni che sarà nelle sale da domani 6 maggio grazie, anche in questo caso, al sostegno di una «sottoscrizione». Stavolta, però, i soldi non servono a produrre il film, a quello è servito il finanziamento pubblico, ma a distribuirlo, poiché nello sfascio generale di questa ultima stagione il Ministero ha prima bloccato, poi ridotto i fondi per il cinema italiano, «polverizzando» addirittura quelli per la distribuzione. «Di fronte all’idea di veder bloccato il nostro film in un cassetto per chissà quanto - racconta il regista - ci siamo detti: cosa possiamo inventare?». E l’invenzione è stata «Myself, una forma di resistenza civile e culturale». Un’associazione culturale, cioè, attraverso la quale raccogliere fondi per portare nelle sale Tu devi essere il lupo, storia di un padre e di una figlia che vivono un rapporto profondo, determinato dall’assenza della madre.

«Distribuire un piccolo film italiano sembrava fin qui un’impresa impossibile - spiega Vittorio Moroni - nessuno era disposto. Con “Myself”, invece, siamo riusciti a coinvolgere un gran numero di persone. Attraverso feste, incontri e soprattutto il web, abbiamo chiesto a chi era interessato al film di intervenire con un minimo per diventare codistributore e spartire in seguito gli incassi». In questo modo hanno raggiunto la cifra minima - circa 80mila euro - che serve come «dote» per stampare le copie del film, le locandine, il minimo di promozione, per andare poi da un distributore e chiedere il suo intervento. Così è subentrata la Pablo di Gianluca Arcopinto, ma non solo. Perché, prosegue il regista, «sempre attraverso le feste e il tam tam abbiamo continuato questa sorta di sottoscrizione chiedendo dei piccoli oboli, a partire da cinque euro e offrendo in cambio dei coupon sostituibili con i biglietti del cinema». Risultato, conclude soddisfatto Moroni: «Su Roma e Milano abbiamo già raccolto duemila spettatori. Da domani il film sarà a Roma, Milano, Torino, Padova, Sondrio dove è stato girato, Morbegno in provincia di Sondrio e poi Firenze e Lecce. E, dopo, speriamo soprattutto nel tam tam degli spettatori».
A completare il quadro degli «autarchici» del cinema, però, è sicuramente, e parla da sé la sua intera opera, un nome storico come Silvano Agosti. A svelarne i segreti è il suo ultimo libro dal titolo programmatico: Come produrre e realizzare qualsiasi film indipendentemente dal denaro o, per capirci meglio, senza spendere neppure un solo Euro. Leggere per credere.

Fonte:

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=42440

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