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Il Tar del Veneto blocca la A31 Valdastico Sud
2.06.2005

No all'autostrada
Il Tar del Veneto blocca la A31 Valdastico Sud, una delle grandi opere
del Governo. "Non rispetta il territorio". Ecovittoria
Stop al proseguimento della A31 Valdastico Sud. Piove una sentenza con
valore esecutivo del Tar del Veneto su uno dei cantieri delle grandi opere
volute dal Governo. Secondo i giudici amministrativi è stato ignorato il
parere negativo del ministero per i beni culturali e non è stata motivata la
prevalenza dell'interesse a costruire la nuova opera rispetto a quello
relativo alla tutela del territorio.
All'opera sono interessati i territori delle province di Vicenza,
Verona, Padova e Rovigo e di altri ventitrè comuni.
I lavori, da mille milioni di euro, erano stati avviati dal ministro
Lunardi e dal governatore veneto Galan. Nella sentenza del Tar si fa
riferimento anche a ragioni di "democrazia sostanziale", in quanto la
decisione favorevole alla realizzazione dell'autostrada, pur assunta dal
Governo, non risulta adeguatamente motivata in ordine all'indispensabilità e
all'utilità dell'opera e all'urgente necessità di realizzarla.
Per gli ambientalisti è una battaglia vinta. Soddisfazione per Italia
Nostra e Wwf, le due associazioni che hanno presentato il ricorso, assieme a
privati, comitati e alla fondazione inglese "The Landmark Trust", il cui
presidente onorario è il principe Carlo d'Inghilterra.
I ricorsi si sono incentrati sulle procedure di Valutazione di impatto
ambientale (Via) e di approvazione del tratto autostradale da Vicenza a
Rovigo, che passerebbe vicino a nove ville venete, cancellando almeno 900
aziende agricole e deturpando il territorio dei colli Berici.
Il progetto respinto dal Tar disegna un'autostrada di circa 54
chilometri (44,7 in superficie, 5 in galleria e trincea e 4,2 su ponti e
viadotti) e inizia a Piovene Rocchette, là dove è rimasta a suo tempo
incompiuta la Valdastico, che all'epoca fu ribattezzata anche ''Pi-Ru-Bi'',
dalle iniziali dei suoi tre principali sostenitori (Piccoli, Rumor,
Bisaglia), e termina con lo svincolo sulla Transpolesana, nel Comune di
Canda, in provincia di Rovigo.
Secondo gli avvocati Gianluigi e Matteo Ceruti, che hanno patrocinato
i ricorrenti, "nel nostro paese c'è ancora un giudice custode della legalità
dell'azione amministrativa".
"Si tratta - hanno aggiunto - di un duro colpo alla convinzione che l'attività
del vertice politico sia sciolta dai lacci e lacciuoli delle leggi vigenti e
che la legittimità amministrativa delle grandi infrastrutture pubbliche
risieda nelle opere in sé, ossia in una presunta legittimazione politica in
grado di lavare ogni macchia e quindi di impedire il controllo
giurisdizionale".
Il progetto ora potrà essere nuovamente sottoposto alla Via con un
tracciato uguale o diverso, ma la nuova valutazione non potrà ignorare la
sentenza e dovrà comunque prendere in considerazione tutte le obiezioni del
Tar in merito all'effettiva necessità dell'opera.
1 giugno 2005

fonte : avv. Antonini Paolo

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