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L’ICS a Baghdad
4.06.2005
I FATTI
30 maggio 2005
IRRUZIONE IN UFFICIO ICS A BAGHDAD

Lunedì 30 maggio alle ore 13.30 presso l'ufficio ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà ONLUS di Baghdad sito nel palazzo Al Ahfad (appartamento n.20 IV piano) hanno fatto irruzione circa 25 soldati americani della Forza Multinazionale. La porta di ingresso era chiusa con un lucchetto che è stato forzato.

Nessun operatore iracheno di ICS era presente (dei 7 operatori locali impiegati dall'organizzazione 2 si trovavano al momento del fatto presso il magazzino a caricare i camion di aiuti umanitari partiti il 1 giugno per Ana; 5 si trovavano sul campo per il quotidiano lavoro con gli sfollati; il capo missione si trovava ad una riunione presso la sede dell'organizzazione umanitaria locale “Dar Al Salam”.

I militari hanno messo a soqquadro tutto l'ufficio, rovesciando cassetti, scansie e scrivanie. Sono stati sequestrati due computer dell'organizzazione utilizzati per gestire i progetti umanitari nel paese.

Va ricordato che per ragioni di sicurezza l'ufficio di ICS non ha all'esterno alcun logo mentre all'interno di ogni stanza sono presenti adesivi dell’organizzazione con la scritta “Italian Consortium of Solidarity”, tutti i documenti dell’organizzazioni sono in lingua inglese su carta intestata risultando evidente per chiunque vi entrasse che quella era la sede di una organizzazione umanitaria.

Alla fine della “visita” i militari hanno lasciato un volantino “IRAQI CLAIMS POCKET CARD” scritto in lingua araba e inglese con il seguente testo:

“Chiunque avesse subito danni, perdite, feriti o morti da segnalare e per i quali si esige un risarcimento è pregato di rivolgersi a noi presentando prove dell'accaduto (foto, rapporti di polizia o ricevute).” L'indirizzo a cui presentare le domande di risarcimento si trova presso la Central Conference Palace, Green Zone. (ndr è la sede sia delle Forze Multinazionali sia del Parlamento iracheno).

Contemporaneamente all'irruzione nell'ufficio di ICS sono stati messi sottosopra anche altri 5 appartamenti nello stesso edificio e sullo stesso piano come pure un altro appartamento sito al primo piano.

Tutti gli appartamenti coinvolti nell'azione militare sono sedi di compagnie commerciali irachene o comunque uffici, a parte il caso di ICS (a fianco a ICS, ad esempio, c'è l'ufficio di una azienda che si occupa di agricoltura e di prodotti agricoli)

Va sottolineato che quello che è successo alla nostra sede è pratica quotidiana da parte delle Forze Multinazionali nei confronti di migliaia di civili iracheni.

ICS in queste ore sta verificando e chiedendo spiegazioni (ancora non pervenute) ai diretti interessati (Forze Multinazionali) e il personale ad Amman sta verificando con UNAMI (United Nations Assistance Mission to Iraq), ICRC (Croce Rossa Internazionale) e NCCI eventuali azioni da intraprendere in loco e l’esistenza di fatti simili nei confronti di altre Organizzazioni Non Governative presenti a Baghdad.

01 giugno 2005
SPARI CONTRO CONVOGLIO UMANITARIO A RAMADI

Il 1 giugno 2005 alle ore 15.20 tre convogli di aiuti umanitari che trasportavano taniche di acqua potabile dirette alle comunità di sfollati del governatorato di Al Anbar sono stati attaccati direttamente da una pattuglia delle Forze Multinazionali sulla strada per Ana (ndr 130 Km a ovest di Baghdad, area di Ramadi).

Le truppe delle Forze Multinazionali stavano transitando sulla stessa carreggiata dei convogli di ICS in direzione opposta. Percorrevano la strada più velocemente dei convogli di ICS e senza alcuna ragione hanno aperto sistematicamente il fuoco contro ognuno dei tre camion del convoglio mirando alle gomme anteriori.

Ogni camion del convoglio recava sia sulla parte anteriore sia sul retro adesivi scritti in arabo con la dicitura “aiuti umanitari”.

L'attacco non ha causato feriti ma ha costretto il convoglio a rientrare a Baghdad senza consegnare gli aiuti anche perché per ragioni di sicurezza è sconsigliabile viaggiare sulle strade quando cala la notte.

02 giugno 2005
SPARI CONTRO CONVOGLIO UMANITARIO DI ICS A FALLUJA

Altri spari contro convogli umanitari di ICS si sono verificati anche ieri, 2 giugno 2005 alle 13.45 circa a 10 Km da Falluja. Due camion di ICS (ndr camion da 8 tonnellate che vengono utilizzati principalmente per portare gli aiuti a Amiriya e Nuaemiya dato che il ponte su cui è necessario transitare è un ponte provvisorio sul quale non è possibile trasportare un carico maggiore) viaggiavano verso le comunità sfollate di Falluja trasportando 1.250 litri di taniche di acqua potabile e cibo in scatola.

La strada è stata bloccata dalle Forze Multinazionali che hanno aperto intenzionalmente il fuoco contro i camion senza mirare esplicitamente alle gomme ma colpendo i camion nella parte anteriore ad una altezza sufficiente da far sentire gli autisti sotto esplicita minaccia a fuoco.

Non ci sono stati feriti nè sono stati riportati danni evidenti. Il convoglio ha proseguito nonostante tutto e attraverso una strada secondaria in direzione di Amiriya per portare a termine la distribuzione.

Va sottolineato che i camion dei convogli di ICS riportano sempre adesivi evidenti scritti in arabo e che indicano che si tratta di trasporto di aiuti umanitari. Va anche ricordato che le truppe delle Forze Multinazionali sono sempre accompagnati da interpreti.

In merito ai tre episodi e facendo riferimento agli elementi a disposizione dell'organizzazione ad oggi, non riteniamo vi sia una connessione diretta fra l'irruzione nell'ufficio ICS a Baghdad e gli spari subiti dai due convogli a Ramadi e a Falluja da parte delle Forze Multinazionali.

Riteniamo, ad ogni modo, che essi rappresentino un segnale preoccupante e che siano esemplificativi dell'attuale situazione in Iraq.

Nelle prossime ore ICS assumerà tutte le iniziative necessarie affinché sia garantito il ruolo e la sicurezza delle organizzazioni umanitarie.

Ribadiamo la nostra preoccupazione e denunciamo il clima generale che si respira in tutto il paese e che rende la vita di centinaia di migliaia di civili iracheni costantemente a rischio.

In riferimento agli spari subiti dai due convogli umanitari, ICS tiene a sottolineare, ancora una volta, che l’articolo 23 della Quarta Convenzione di Ginevra impone agli stati di garantire il passaggio libero dei beni essenziali per la popolazione civile, anche in situazioni di blocco militare. In base al Primo Protocollo Addizionale del 1977, inoltre, la popolazione civile ha diritto all’assistenza se le forniture di base sono inadeguate: in questo caso, possono essere intraprese operazioni di soccorso che siano umanitarie ed imparziali e che siano condotte senza una distinzione avversa e vi è l’obbligo di permettere e facilitare il rapido e non limitato passaggio di tutti i convogli umanitari. L’articolo 71 dello stesso Protocollo specifica che il personale di soccorso deve essere “rispettato e protetto”.

In termini generali, vale la pena ricordare che un attacco intenzionale contro il personale delle organizzazioni umanitarie costituirebbe un crimine di guerra e come tale andrebbe indagato ed eventualmente perseguito.

Catherine Dickehage

Responsabile Relazioni Esterne

 

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