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Nella palude del non lavoro
5.06.2005

Tra i cittadini delle regioni meridionali i tassi di inattività tornano ai livelli allarmanti del ’94
di Pierluigi Boda
Dopo quattro anni di generalizzazioni, prospettive rosee e miopie poco credibili, il Mezzogiorno commosso saluta l’ultimo rapporto Istat, registrando il ritorno sul pianeta del maggiore istituto italiano di statistica. Che dopo la tempesta di dati negativi pubblicati da istituzioni e centri di ricerca europei, ha trovato il coraggio di abbandonare il consueto ottimismo e di fare i conti con la realtà. Una realtà sociale segnata da due tendenze fondamentali: la diminuzione della popolazione attiva e della fiducia nelle possibilità di trovare un posto di lavoro.
E la condizione di difficoltà delle famiglie, sempre più chiamate ad aumentare la loro funzione di sistema di welfare per far fronte alla crisi. È quindi confortante constatare, a partire dall’indice, l’abbandono del tormentone pluriennale sulla competitività - su cui l’esecutivo ha battuto invano fino a partorire il topolino del provvedimento contenente la riforma degli incentivi alle imprese - a favore dell’analisi di quel mondo del “non lavoro” che cresce in modo allarmante nelle società meridionali. Un settore che include, oltre alle fasce di disoccupazione, anche quelle interessate dalle dinamiche di sottoccupazione e di inattività generica. Commentatori ed economisti lo ripetevano da più di un anno: solo analizzando il non lavoro è possibile inquadrare le cifre apparentemente positive sul calo della disoccupazione in Italia. Ieri, con vistoso ritardo, l’Istat li ha finalmente accontentati. Più in dettaglio: nel 2004 le persone inattive in Italia sono risultate pari a 33 milioni 188 mila, di cui 14 milioni 389 mila in età lavorativa. Il dato preoccupante è che - come si legge nel rapporto - «in tutti i trimestri dell’anno si è registrata una variazione tendenziale in aumento del numero di persone inattive di età compresa fra i 15 e i 64 anni, rispetto ai trimestri del 2003». In un anno l’incremento è stato di 248 mila unità (1,8 per cento), con una componente femminile meridionale trainante (+114 mila unità). L’aumento ha comunque interessato anche la componente maschile e tutte le ripartizioni geografiche, tanto che la variazione tendenziale percentuale più alta è stata registrata per gli uomini nel Nord-est (+5,3 per cento, pari a un aumento di 41 mila unità). La conclusione è che, accanto al rallentamento del tasso di crescita degli occupati, si è registrata una diminuzione delle persone in cerca di occupazione e, allo stesso tempo, un rilevante aumento delle non forze di lavoro. Una tendenza che, a livello nazionale, non si riscontrava dal 1994. Un dato drammatico se si pensa che nel contesto europeo i tassi di inattività sono superiori solo a Malta e in Ungheria. Nel Mezzogiorno, oggi, ogni 100 residenti in età lavorativa 45,7 non partecipano al mercato (legale) del lavoro. Rispetto alla componente femminile, l’incidenza raggiunge il 61,3 per cento. E infatti, la ripartizione femminile ha fatto registrare l’aumento tendenziale più significativo: +3,1 per cento nel 2004 rispetto all’anno precedente. Insomma, nella zona del Paese con il minor tasso di occupazione e il maggior tasso di disoccupazione viene anche rilevata la quota più alta di inattività, con il maggior tasso di incremento. Queste le novità. Passando ai numeri sulla disoccupazione si ricevono invece conferme: nel 2004 il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno era del 15 per cento, quasi il doppio della media nazionale. La Campania, col suo 15,6 per cento, si assesta, insieme alla Puglia (15,5), su livelli leggermente superiori alla media meridionale, al secondo posto dietro la Sicilia (17,2). E tra le donne meridionali in età compresa tra i 15 e i 34 anni, il tasso di disoccupazione è superiore al 24 per cento e supera il 30 per cento in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e in Sicilia. Il profilo della recessione si è arricchito anche del dato Istat. La speranza ora è che da un’analisi condivisa nascano scelte più efficaci.

Fonte: http://www.larticolo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1344&mode=&order=0&thold=0

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