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E' possibile vivere senza carcere?
11.06.2005


E’ possibile vivere in una società senza carcere?
"Aggressioni, omicidi, ne abbiamo ancora. Non sono così comuni come si dice che fossero ai vostri tempi. Ma succede. La gente a volte si arrabbia e tira colpi alla cieca".
"E in quei casi cosa fate? Li mettete in galera?"
"Prima di tutto chiediamo alla persona se ha agito intenzionalmente oppure no, se vuole assumersi la responsabilità di quello che ha fatto ".
"E se io dico che l’ho ucciso perché lui se l’è voluto e ora sono contenta?"
"Allora si studia una sentenza. Magari l’esilio, un lavoro lontano. Fare il pastore. Vivere a bordo di una nave. Servizio nello spazio. A volte i colpevoli stessi studiano una buona soluzione per espiare. Prestarsi ad uno esperimento, per esempio, qualcosa di pericoloso. La seconda volta che uno usa violenza, lo condanniamo. Lo mandiamo a morte".
Marge Piercy
Sul filo del tempo

Nella società americana l’espansione del sistema carcerario e repressivo sta toccando livelli mai raggiunti prima: due milioni di persone sono detenute, nuove carceri sono in cantiere, "la tolleranza zero" miete vittime.

Per "curare" i comportamenti deviati e la delinquenza si legittima sempre di più la violenza della Giustizia e, come al solito, ne fanno le spese soprattutto la gente di colore e i più poveri. D’altra parte la nascita dell’istituzione carcere sembra sia stata giustificata proprio dalla necessità di mettere sotto controllo e "in riga" fasce di popolazione non altrimenti controllabili, all’epoca – si parla del sedicesimo secolo - l’accattonaggio era una piaga sociale.

Noi non siamo esperti dell’argomento, ma l’occasione di ospitare un gruppo politico/teatrale di S.Francisco, il gruppo abolizionista Critical Resistance, ci ha incuriosito e ci ha spinto a documentarci. Ci siamo resi conto che in Italia il problema non è molto dissimile da quello statunitense: carceri sovraffollate, carceri modello con un altissima percentuale di suicidi, l’alto numero di extracomunitari e tossicodipendenti reclusi, gli arresti politici.

E ancora: i Centri di Permanenza Temporanei dove vengono segregate persone immigrate, senza che abbiano commesso alcun crimine e senza diritti e poi la pessima informazione sui fatti di cronaca nera, la spettacolarizzazione della violenza che confonde e influenza il "pubblico sentire", le richieste di inasprimento delle pene, sintomo della paura che cresce ovunque.

Non ci sembra quindi fuori luogo e anacronistico parlare di questi problemi anche nella nostra città, sede tra l’altro di un piccolo ma centralissimo carcere, così vicino ma allo stesso tempo così lontano dalla quotidianità degli imperiesi.

Vi scriviamo per chiedere la vostra adesione e partecipazione a questa iniziativa che unisce l’attivismo politico al teatro. Vorremmo confrontarci e riflettere insieme su questo tema che ha implicazioni molto ampie e complesse, chiedendoci se e come sia possibile vivere un domani senza carcere e cosa possiamo fare oggi per alleviare le conseguenze di questa politica del controllo, della galera e della punizione.

Associazione Dove Corri?!?

Orange Clock Teatro Studio

Imperia, 5 giugno 2005






Programma dell’iniziativa:



Sabato 18 giugno alle ore 21,30:

- Spettacolo di teatro-danza

"Insides" con Allison Spector e C.R.

Domenica 19 giugno:

- Alle ore 15.00 workshop sul tema del carcere, un laboratorio di confronto per la ricerca di proposte concrete.

- ore 19.00 Presentazione del gruppo Critical Resistance, della campagna abolizionista, discussione, cena ed eventualmente ancora discussione.

"La due giorni" avrà luogo all’interno del centro sociale La talpa e l’orologio, via Matteotti 23 ad Imperia Porto Maurizio

Per informazioni:

0183280662 (Vito)

0183666490 (Anna)

se vuoi saperne di più su Critical Resistance visita il sito www.criticalresistance.org

se vuoi saperne di più sullo spettacolo "Insides" visita il sito www.in-sides.net

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