6.06.2003
 Piano pluriennale degli investimenti in sanità :un atto dovuto per scongelare risorse utili a migliorare la rete degli ospedali pubblici. La commissione Sanità ha licenziato, martedì scorso, il Piano pluriennale degli investimenti in sanità , atto propedeutico per la firma del secondo Accordo di Programma Quadro tra Regione Lombardia e Governo. La delibera è finalizzata allo scongelamento di 852 milioni di euro di risorse dello Stato da assegnare alla Regione Lombardia quale residuo della legge 67/88, della legge finanziaria 388/00 e del decreto legislativo 254/00 (somme destinate al potenziamento di strutture per l’attività libero-professionale dei dirigenti sanitari). I progetti contemplati nel Piano, che riguardano nuovi ospedali, completamenti, dotazione di apparecchiature, interventi volti alla sicurezza e altro, hanno un costo stimato superiore ai 1.800 milioni di euro. Questo dato evidenzia immediatamente un primo punto debole del Piano: quasi 1.000 milioni di euro dovranno essere reperiti da alienazioni o con il ricorso al credito tramite la finanza di progetto. Risulta evidente il rischio derivante dalla sproporzione tra le risorse pubbliche disponibili e quelle da reperire: è infatti probabile che la difficoltà ad attivare risorse private, per molti interventi, renda di fatto inutilizzabili anche quelle pubbliche.Il secondo elemento di criticità , che i consiglieri DS hanno sottolineato, è l’esiguità dell’impegno finanziario autonomo della Regione Lombardia. La Giunta ha infatti deciso di aggiungere solo 42 milioni e 618 mila euro allo stanziamento statale, che corrispondono esattamente al 5% previsto dalla legge come misura minima richiesta.Il limite più grande di questo provvedimento è legato ad alcuni investimenti su nuovi ospedali (Salvini di Garbagnate e nel Verbano). Il Piano prevede la chiusura di alcuni vecchi presidi, cosa che è stata contestata dalle comunità locali e che vede la ferma opposizione anche del gruppo DS. E’ bene però precisare che tali opere sono vincolate al consenso degli enti locali e alla predisposizione di progetti cantierabili, oggetto di singoli Accordi di programma. L’astensione del gruppo DS non ha, quindi, il senso di un giudizio favorevole al Piano, che rimane di esclusiva responsabilità della maggioranza, ma indica l’urgenza di rendere disponibili rilevanti risorse economiche necessarie a migliorare il patrimonio della rete degli ospedali pubblici lombardi, stanziate dai Governi del centrosinistra in data anteriore al 2000 e finora non investite Ora la palla passa a Tremonti.
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