23.06.2005
Sembra che di fronte a certe notizie e a certi titoli di giornale (non dei telegiornali, che fanno di tutto per autocensurarsi) la cosiddetta società civile non sia più disposta ad indignarsi e a scendere in piazza.
È vero: i motivi sono talmente tanti e quotidiani che restiamo allibiti, e l'unica risposta che ci sembra possibile sia quella di soprassedere ad alcuni accadimenti e cercare di attivarsi positivamente. È come se auspicassimo di dimenticare presto questo triste periodo politico.
Ci riferiamo a comportamenti incredibilmente goliardici che caratterizzano la quotidianità del nostro attuale presidente del consiglio e di cui dobbiamo vergognarci un giorno sì e l'altro pure anche di fronte alle diplomazie europee.
Ci riferiamo all'assurda affermazione, fatta in sede internazionale, che l'Italia è un paese ''ricco'' perché può contare sul 40% di sommerso (leggi: evasori fiscali, datori di lavoro nero, evasori di contributi, approfittatori di incoraggiamenti alla illegalità venuta proprio dalla massima carica governativa).
Ci riferiamo all'estemporaneo tentativo di arginare gli aumenti tariffari (ma allora si poteva intervenire sulle tariffe e sui prezzi!!! Perché non lo si è fatto in tempo utile per evitare l'equivalenza € 1= £1000 attuata dai commercianti e non solo), leggi: come chiudere le stalle quando i buoi sono scappati.
Ci riferiamo all'ottimismo offensivo distribuito dal governo di fronte a dati drammatici sulla situazione economica e industriale, sulla marginalizzazione della cultura e della ricerca, sull'arretramento dei consumi inclusi quelli alimentari, sull'incertezza del lavoro, sulle prospettive del futuro che sconvolgono le giovani generazioni, che fanno ritardare drammaticamente l'età della nascita del primo figlio (quasi sempre unico, visto che siamo il paese che nel mondo ha la più bassa natalità ).
Ci riferiamo al fatto che quasi quotidianamente ci troviamo con dichiarazioni di ''ministri della Repubblica'' che spregiano la Costituzione, il suo massimo Garante, i principi della convivenza civile oltre che il buon senso, e non si riesce né a farli tacere, né a farli vergognare per quello che dicono.
Ci riferiamo a tutto quell'insieme di leggi ''vergogna'' che si sta allungando con riforme che hanno più il sapore di vendette personali che di effettive ristrutturazioni per meglio garantire il servizio della Giustizia al popolo italiano.
CONTINUIAMO AD INDIGNARCI, MA NOI INDIGNATI VORREMMO TORNARE A GOVERNARE QUESTO POVERO AMATO PAESE, VISTO CHE SIAMO LA MAGGIORANZA. E VORREMMO RIMETTERCI CONCORDEMENTE E UNITARIAMENTE IN CAMMINO SU UNA STRADA RESA ARDUA E DIFFICILE DAL MALGOVERNO.
Communitas 2002
mt
|