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Dolo Berlusconi. dichiarazioni di voto dei Verdi
7.06.2003

Resoconto stenografico della seduta al Senato.
RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, sono o norato di svolgere questa dichiarazione di voto a nome del Gruppo dei Verdi, dichiarazione di voto decisamente contraria al provvedimento in esame.
Abbiamo fatto un'opposizione di merito, ferma e rigorosa; abbiamo presentato anche emendamenti importanti per riscontrare un'opposizione pregiudiziale, da parte del Governo e della maggioranza, alla possibilità di sviluppare un confronto di merito.
Come sa, Presidente, noi sappiamo anche fare ostruzionismo; in questo caso, insieme agli altri Gruppi dell'opposizione abbiamo scelto una strada che ci avrebbe dovuto condurre a un confronto di merito nella iniziativa parlamentare. Abbiamo scelto questa strada non perché la materia non sia grave o perché sia nostra abitudine, dopo le dichiarazioni roboanti sulla
gravità del provvedimento oggetto del nostro esame, far poi seguire una pratica di accordo sotto banco.
Presidente, i Verdi non sono e non saranno mai giustizialisti. Vogliamo battere questo Governo con la politica, con la proposta, con l'iniziativa e con il voto dei cittadini, mai con i giudizi e con i processi. Ma la domanda che molti cittadini - non della nostra parte, ma anche di parte moderata che però non condividono questa politica - si pongono è: i
cittadini, tutti, sono uguali di fronte alla legge?
Perché, signor Presidente, si è impressa questa accelerazione? Questa volontà imposta a colpi di maggioranza di votare in questo ramo del Parlamento entro questa settimana? Perché, Presidente? Prima un calendario votato a maggioranza, poi la stessa maggioranza che accelera i tempi e modifica il calendario.
Vengono stravolti, a nostro avviso, il ruolo del Parlamento, il confronto parlamentare e il ruolo del singolo parlamentare. La ragione profonda della nostra opposizione sta qui. Prima di tutto vogliamo difendere le istituzioni, perché riteniamo che esse siano il luogo nel quale si esercita la democrazia. Ma le istituzioni sono piegate alla volontà di interessi particolari, di interessi di parte.
È un provvedimento estraneo alla materia: stavamo discutendo del disegno di legge di applicazione dell'articolo 68 della Costituzione, cosa c'entra la sospensione dei processi per le cinque più alte cariche istituzionali? Cosa c'entra?
Signor Presidente, pensavamo quindi che lei avrebbe dovuto dichiarare inammissibile l'emendamento, il cosiddetto lodo Schifani. Pensiamo che si sia compiuto un errore; un errore anche se eventualmente vi fossero state iniziative di persuasione per renderlo ammissibile da parte di altre cariche istituzionali. È un provvedimento incostituzionale.
Voglio solo ricordare alcuni passaggi, perché sulla questione è intervenuto in modo magistrale e impareggiabile il nostro senatore Zancan.
È violato l'articolo 3 della Costituzione, che prevede che ogni cittadino sia uguale di fronte alla legge: come si può trattare in modo differente due imputati nello stesso processo? Il primo a sollevare un conflitto di costituzionalità potrebbe essere lo stesso imputato o norevole Previti, che andrebbe diritto verso la sentenza, mentre per l'onorevole Berlusconi il
processo SME si fermerebbe.
È violato l'articolo 96 della Costituzione, che prevede che per il Presidente del Consiglio e i Ministri i reati compiuti nell'esercizio delle loro funzioni siano sottoposti a processo previa autorizzazione del Senato o della Camera dei Deputati. In questo caso, vengono sospesi i processi relativi a reati compiuti anche prima dell'esercizio delle loro funzioni, che non c'entrano con la carica istituzionale ricoperta, e vengono sospesi i processi relativi a reati compiuti fuori dall'esercizio delle loro funzioni, anche se in carica.
È violato l'articolo 111 che norma il giusto processo e la ragionevole durata del processo. Anzi, noi riteniamo che per chi riveste cariche pubbliche dovrebbe esistere la possibilità di accelerare il processo per dimostrare la propria innocenza di fronte ai propri elettori, di fronte a se stesso, di fronte al giudice naturale.
Il problema vero, signor Presidente, è che, come avete imposto con il disegno di legge Cirami, poi risultato inefficace, la maggioranza vuole fare un provvedimento ad personam. Altra esigenza è quella di tutelare le istituzioni, di difendere i ruoli e le funzioni in modo permanente, funzioni esercitate volta per volta da singole persone. Le persone vanno e passano, le istituzioni, meno male, rimangono: questa è la forza dei sistemi democratici.
Allora, se il problema è questo, occorre - come una parte del centro-sinistra ha proposto-una legge di riforma costituzionale, ma anche questo voi lo avete rifiutato perché volete una legge ad personam.
A volte ci chiediamo se queste forzature mettano a rischio la nostra democrazia; siamo preoccupati perché prima ancora di una modifica della nostra Carta costituzionale si sta producendo uno svuotamento nei fatti della stessa Carta costituzionale.
Il pericolo maggiore è l'assuefazione, che i cittadini si abituino a queste forzature, a queste modifiche nella Costituzione materiale del nostro Paese. Per questo ci opponiamo "senza se e senza ma"; siamo vigili, non piegheremo mai la testa quando sono in gioco le regole della convivenza civile. I cittadini capiranno, perché stanno già capendo, da che parte sta
la ragione.
Come sa, Presidente, noi non ci limitiamo all'opposizione nelle Aule parlamentari; insieme ai cittadini, insieme alle altre forze che si oppongono a questo provvedimento valuteremo le iniziative più efficaci per bloccare questo scempio di legalità e di democrazia. Ora votiamo decisamente e convintamente contro questo provvedimento. (Applausi dal
Gruppo Verdi-U).

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