29.06.2005
Scrivere al computer aumenta la calura ma, prima di squagliarmi del tutto, due righe sulla notizia di oggi le voglio lasciare ai posteri.
La giunta di centrodestra di Milano ha deliberato, a sorpresa, la posa di una targa commemorativa in memoria di Bettino Craxi, davanti ai suoi uffici in piazza del Duomo 19. Quale tenace oppositore di Tangentopoli e organizzatore di numerose manifestazioni a favore di "mani pulite " ritengo questa scelta un'offesa profonda.
In quell'ufficio vista duomo Craxi ha contribuito per molti anni a costruire un vero e proprio “regime della corruzione”, ovvero un sistema in cui la spartizione scientifica delle risorse pubbliche è diventata la costante dell'azione politico - amministrativa.
Una volta indagato, Craxi non ha avuto mai il coraggio di ammettere tutta una serie di verità : che il saccheggio coinvolgeva tanti, quasi tutti, ma in proporzioni diverse; che il potere socialista era diventato negli anni ottanta il perno della lottizzazione; che lo stesso gruppo craxiano era il più attivo ad ammassare fortune private; che non è colpa dei giudici “rossi” ma delle confessioni dei suoi amici Larini e Tradati e dei suoi fiduciari Giallombardo e Raggio, se è stato condannato dai tribunali della Repubblica; che i politici devono essere i primi a rispettare le leggi, tutte, e in particolare quelle varate proprio per regolamentare i loro comportamenti; che lui, purtroppo, non le aveva rispettate.
Craxi ha preferito scappare alla giustizia, alla stessa maniera dei faccendieri che devono rifarsi una nuova vita a Malindi o a Santo Domingo, e dall’esilio auto-imposto si è ostinato a presentarsi come semi-dio, ostinandosi a non dire e impedendo quindi ai militanti del suo partito, ai suoi elettori, ad un intero Paese di fare i conti con quanto accaduto in quegli anni bui.
Una targa serve a ricordare grandezza morale e politica. Quella grandezza di cui avremmo tanto bisogno per ridare vigore all'albero malato della nostra democrazia ma che purtroppo nella vicenda storica di Bettino Craxi non c'è stata.
Saluti affettuosi
Giovanni Colombo presidente nazionale della Rosa Bianca
mt
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