1.07.2005
Un cinema-verità di grande impegno sociale quello di Villi Hermann, regista "di frontiera", raccontato da Domenico Lucchini nella recente fatica monografica edita da "Il Castoro Cinema". Responsabile del Centro Culturale Svizzero di Milano dal 2001, Lucchini traccia un profilo del cineasta ticinese nel quadro di una rivalutazione delle potenzialità della cinematografia svizzero-italiana. Alternando documentario e fiction, Hermann realizza fin dai primi anni '70 corto e lungometraggi quali i pluripremiati "Cerchiamo per subito operai, offriamo…" (1974), "San Gottardo" ('77) e il più recente "Bankomatt" ('89), prima coproduzione italo-svizzera. Evidente è la volontà di Hermann di affrontare grandi pagine di Storia attraverso la voce di chi ne viene da sempre escluso - operai, immigrati, emarginati - e attraverso il punto di vista dei "frontalieri" della realtà elvetica. Storie minute e "marginali" di generazioni di uomini erranti che combattono eroicamente le loro quotidiane battaglie e che - nel caso del traforo del massiccio del Gottardo - giungono al sacrificio della propria stessa vita per rendere pervio il confine. Come è ribadito nell'intervista riportata nel testo, è proprio questa dimensione di confine, nella sua accezione anche metaforica, che Hermann intende indagare, ma non in quanto limite o divisione penalizzante. Il superamento di ogni frontiera, dunque, vero protagonista di un emergente cinema svizzero-italiano. (Emilia Giuliana Papa)
Fonte: http://www.lasicilia.it/giornale/0107/terza_pagina/cs01/a81.htm
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