Che la Sicilia sia una terra calpesta e sfruttata è un dato storico. Le bellezze dei nostri luoghi sono state deturpate, negli anni, da investitori privi di rispetto per la natura e per i suoi abitanti. Non c’ è neppure bisogno di spingersi troppo in là nel tempo per vedere questi brutti episodi: le coste siracusane, quelle gelesi, quelle palermitane, sopportano stabilimenti industriali, là dove sarebbe stato meglio fare quelli balneari di stabilimenti, le trivellazioni nella Val di Noto sono un altro esempio, o l’abusivismo sfrenato nella valle dei tempi. Solo pochi esempi, ma sintomatici, di una non cultura che ha visto come vittima la terra sicula e i siciliani. Ma non bastava tutto questo, adesso, si sta cercando di deturpare un’altra zona d’indubbio valore ambientale.
Sì trova a Paternò, nelle sponde del fiume Simeto. Luogo d’inestimabile valore, e sito protetto dall’Unione Europea. Amministratori regionali poco lungimiranti vogliono trasformare quel luogo in una discarica, e piazzarli anche un inceneritore per rifiuti. Una discarica dove adesso trionfa la natura incontaminata. Un rischio enorme per le bellezze paesaggistiche e per gli abitanti del sito. Il progetto parte dall’assemblea regionale e dal suo Piano regionale per i rifiuti ed ha visto le proteste, decise, di tutta la popolazione civile di Paterno. Proprio in questi giorni la protesta ha visto la sua attuazione più eclatante: l’occupazione del comune di Paterno è l’assemblea permanete indetta da cittadini e amministratori comunali.
Una situazione insopportabile e fastidiosa, che passa inosservata, non un Tg, non un giornale regionale parlano di questa situazione. Girodivite sarà un attento osservatorio, dove le proteste dei comitati civici troveranno una cassa di risonanza attiva.
Fonte: http://www.girodivite.it/article.php3?id_article=2700
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