propone per il DPEF 2006-2009 in discussione in queste ore. un’inversione di rotta verso un modello di sviluppo in grado di coniugare modernità e qualità sociale. Per Giulio Marcon, portavoce della Campagna della società civile per una finanziaria di pace: “l’obiettivo è quello di una società fondata su innovazione, ricerca, solidarietà ed eguaglianza. La spesa pubblica, la piena realizzazione di un welfare dei diritti e un federalismo solidale sono i motori di tale processo. Oggi l’economia del Paese attraversa uno dei momenti più difficili dal dopoguerra” - continua Marcon. “La crisi è particolarmente acuta nel settore industriale, a causa di investimenti insufficienti in ricerca e innovazione; la crescita occupazionale si è fermata, la flessibilizzazione crea nuova esclusione sociale; tornano le povertà estreme, accompagnate da rendite da capitale che crescono ad un ritmo doppio rispetto ai salari. Questi sono i motivi per cui - conclude Marcon - i bisogni sociali fondamentali come sanità , istruzione e casa, sono sempre meno garantiti. Il bilancio dello stato è ormai fuori controllo. È necessario invece considerare la qualità dello sviluppo attraverso indicatori di natura sociale ed ambientale. E’ per questo che proponiamo di inserire nel DPEF 2006-2009 una serie di scelte di indirizzo politico economico e finanziario.”
Eccole nel dettaglio:
una politica fiscale fondata su principi di equità , progressività , solidarietà : tassa di successione; tassazione delle rendite, minimum tax, lotta all’evasione e tasse di scopo;
una politica per le imprese per sostenere “imprese responsabili”, sviluppo locale, interventi su ricerca, Sud e aree deindustrializzate; inoltre una legge sui distretti industriali e una vera punibilità del falso in bilancio;
una politica di disarmo e di riduzione delle spese militari;
l’allargamento del welfare e della coesione sociale, attraverso diritti del lavoro, piani nazionali per lotta alla povertà , diritto alla casa, asili nido ed edilizia scolastica; chiusura dei CPT e destinazione dei fondi così risparmiati verso politiche di integrazione, abolizione degli incentivi alla previdenza integrativa, difesa dell’acqua e delle public utilities;
un piano di riqualificazione ambientale fondato sullo sviluppo delle fonti d’energia rinnovabili, la promozione della mobilità sostenibile, l’applicazione del Protocollo di Kyoto, la lotta all’abusivismo edilizio;
una politica di pace e solidarietà internazionale: quota di APS allo 0,7% del PIL, cancellazione del debito, riforma di FMI e Banca Mondiale;
un’altra economia che sostenga la finanza etica, il commercio equo e solidale, le imprese sociali e non profit.
Fonte: http://www.metamorfosi.info/met_sbilanciamoci_sala_stampa.asp
mt