8.06.2003
 Sabato alle 4.15 una squadra di più di 20 poliziotti guidati da 6 uomini della DIGOS, accompagnati da alcuni uomini della Squadra Mobile in borghese, e dai vigili del Fuoco, hanno troncato i lucchetti con cui i due missionari comboniani, padre Giorgio e padre Franco. Incatenati alle inferriate della Questura/Prefettura di Caserta da tre giorni denunciavano i rastrellamenti di africani innocenti a Castel Volturno (Ce), nell'ambito dell'operazione di Polizia denominata "Alto impatto". Il blitz è stato una vera e propria manifestazione di forza contro persone inoffensive e pacifiche che manifestano civilmente da giorni a favore di persone che in Italia sono private dei diritti più elementari, grazie ad una legge come la Bossi-Fini. Insieme ai due religiosi c'erano poche altre persone, tra cui alcuni giovani dei centri sociali di Caserta che stanno sostenendo la lotta dei comboniani in difesa dei migranti.
L'ordine di spezzare i lucchetti dei due padri è partito direttamente dal Prefetto di Caserta, Carlo Schilardi, che in questi giorni ha tenuto costantemente informato il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu. La lotta dei missionari, comunque, non si è fermata di fronte ai lucchetti spezzati, perché poco dopo il blitz, padre Giorgio Poletti e padre Franco Nascimbene, si sono spostati di alcune decine di metri e si sono nuovamente incatenati a Piazza Vanvitelli, di fronte al palazzo della Questura e della Prefettura. Subito dopo che la notizia è trapelata, sul posto sono accorse decine di persone che in questi giorni sono state al fianco dei due religiosi. Tra i primi è arrivato il vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro. Subito dopo le suore orsoline, e poi ancora molti esponenti delle associazioni di volontariato casertano. "Se arrivano in tanti a cercare di fermare la nostra pacifica lotta - ha affermato padre Giorgio - vuol dire che quello che stiamo facendo sta dando qualche risultato". E infatti venerdì il fax delle Prefettura è andato in tilt perché sono arrivati messaggi di solidarietà da tutt'Italia. Tanto che è stato dato l'ordine di metterlo fuori uso.
Sempre venerdì, alle 17.30 del pomeriggio, sei sacerdoti avevano celebrato messa davanti ad alcune centinaia di persone, presenti anche parlamentari dei Ds, consiglieri comunali, e numerosi esponenti del mondo del volontariato. Tra i celebranti c'era anche don Vitaliano Della Sala che si è augurato che dopo queste manifestazioni di protesta si metta mano a quella parte della legge Bossi - Fini che ha dimostrato di non tenere in nessun conto la libertà , la dignità e i diritti delle persone. Intanto, i padri comboniani insieme a quanti in questi giorni hanno condiviso la loro protesta, hanno formulato una serie di richieste che sottoporranno al Prefetto. E padre Giorgio le riassume così: "Chiediamo che sia rivista la metodologia dell'intervento delle forze dell'ordine per evitare che siano colpite persone innocenti come sta accadendo in questi giorni; Che si costituisca un Tavolo composto dalle istituzioni locali, regionali, nazionali, dai rappresentanti delle associazioni impegnati nelle tematiche della solidarietà e dell'integrazione sociale, dai rappresentanti degli immigrati e dalla società civile per affrontare insieme in una maniera democratica e costruttiva i problemi del territorio relativi all'immigrazione. Che la Legge Bossi-Fini sia rivista perché lesiva dei diritti fondamentali della persona."
A fianco dei padri comboniani è sceso in questo ore anche il movimento dei migranti della provincia di Caserta, composto per lo più da giovani extracomunitari nordafricani che lo scorso Natale occuparono il Duomo di Caserta per due giorni. Il movimento ha preannunciato una manifestazione a Caserta per il 21 giugno con al centro delle rivendicazioni la richiesta di una nuova sanatoria per i lavoratori autonomi. di Raffaele Sardo da www.unita.it
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