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Terni: la ragione dei trecento
17.07.2005
Terni: avevano ragione i trecento che respinsero l’accordo sul lamierino magnetico

Alla prova dei fatti
Primo. Lo scambio su cui i sindacalisti sostennero la validità dell’accordo non c’è stato.
La FIOM stessa denuncia che la Thyssen Krupp non ha messo in atto nessuna iniziativa per compensare la riduzione di attività del magnetico, ma solo l'attivazione di procedure per gli ammortizzatori sociali. Se è cosi e così è, tutti di nuovo in fabbrica, il non rispetto di un accordo da parte di un contraente libera tutti, i lavoratori del lamierino magnetico al loro posto. Concedere alla direzione di tagliare un pezzo di produzione è stato un grave errore o almeno occorreva imporre subito l’utilizzo pieno di tutti gli operai in forza senza scappatoie come cigs, mobilità ecc.
Secondo. Sulla questione di ricerca e sviluppo lo sapevano anche i bambini che si trattava solo di fumo negli occhi, è chiaro che se devo tagliare un tipo di produzione giurerò davanti a tutti che cercherò nuove e più sofisticate produzioni in futuro, tanto fatemi smantellare oggi quelle reali. Cosi ha pensato la direzione di Tyssen Krupp.
Infatti tagliato il lamierino magnetico sono svaniti gli impegni di ricerca e sviluppo.
Terzo. Il taglio del magnetico era solo il primo passo che, con le lotte, bisognava rendere loro così difficile da farli impallidire. Così non è stato, si era cominciato bene ma proprio per qualche sindacalista comprensivo delle ragioni dell’azienda la cosa si è chiusa cedendo un primo pezzo. La crisi dell’acciaio non si è risolta ed oggi lambisce altre produzioni e come sempre la direzione usa le ferie degli operai e poi forse anche la cassa integrazione per affrontare la sua crisi.
Non è possibile andare avanti così, la crisi dell’acciaio non l’hanno prodotta certo gli operai e ora ne devono subire le conseguenze.
Ma nemmeno è caduta dal cielo per cui in qualche modo dobbiamo farcene carico tutti.
Sono troppi i produttori di acciaio in concorrenza? Mercato saturo? Certo, producono solo per fare profitti, per accumulare, per arricchirsi. Altrimenti chiudono le fabbriche e licenziano gli operai.
Dal lato dei padroni è legittimo chiudere produzioni che non garantiscono una certa redditività, dal lato degli operai è legittimo non farsi licenziare e lavorare ad un salario normale, ciò che decide è la forza ed è questa che va messa in campo.
La Tyssen Krupp non rispetta l’accordo, si torni alla mobilitazione generale. Rimettere in discussione globalmente l’accordo conviene di più agli operai che lo avevano digerito come male minore, accettando il taglio del reparto magnetico.

Fonte: http://www.pane-rose.it/pagina_art.php?id_art=5006

 

mt

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