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Un fantasma si aggira per l'Italia, anzi due
30.07.2005
Forse i fantasmi sono addirittura due milioni.
Li incontri in giro: ieri in ufficio, oggi in vacanza. Più spesso alle feste popolari, dell'Unità, di Liberazione, ma anche della Margherita.
Non li riconosci subito. Devi prima scambiare i soliti convenevoli, poi iniziare timidamente un ragionamento sulle cose della politica.
Ecco, lì ti avvicini: non appena scoprono che sei di sinistra, di centrosinistra, ecco la domanda fatale, fatta con un po' di apprensione per la risposta, quasi sperando che a te sia venuta qualche idea in più.
'Ma tu, al proporzionale, cosa voterai?'. Te lo chiede, e ti guarda negli occhi, vuole capire se sei portatore di certezze o se, come lui, anche tu sei roso dal dubbio.
Nelle statistiche li chiamano 'quelli del valore aggiunto'.
Quelli che votano solo Ulivo, alle politiche, o solo la lista del Presidente o del Sindaco, alle amministrative.
Sanno di essere in tanti, sanno che sono loro che fanno la differenza.
Ma, da qualche mese (solo da qualche mese?!) sanno anche che non 'contano', perché non sono 'schierati'; non 'pesano', perché non hanno rappresentanza; non 'decidono', perché non hanno partito. O, meglio, sono oltre il partito, sono per il 'grande' partito, unito, democratico, aperto alla società ed alle novità, che guarda avanti e non indietro.
Sono 'quelli che l'Ulivo'. E sanno che l'anno prossimo, al proporzionale, loro non esisteranno. Sciolti nell'acido da decisioni assurde, prese sulla loro testa, senza nemmeno chiedere scusa.
'Ma tu, al proporzionale, cosa voterai?'. La domanda tambureggia e fatica ad ottenere risposta.
'Mi tapperò il naso, e voterò il partito X', abbozzi.
Ma sai già quanto sia faticoso tapparti il naso e fare la croce su quel simbolo. Perché sarà anche sbagliato, sarà anche che il tuo naso – forse – è un po’ troppo pretenzioso. O sarà che si storce per un nonnulla. Ma è il tuo naso, mica puoi cambiarlo a comando.
E poi, a tapparsi il naso in cabina elettorale mica è semplice, rischi che la matita ti scorra via. Ci scappa che, senza volerlo, per la prima volta in vita tua la scheda venga fuori nulla, per uno scarabocchio non voluto.
Tanti lo faranno, come no?! Tanti si tapperanno il naso. Tanti, ma non tutti. Si, ma quanti? E quanti, invece, non ci riusciranno?
E cosa costerebbe, invece, proporre anche per il 'popolo dell'Ulivo' un approdo sereno. Si, certo, un po' di risulta, scalchignato, minore. Nulla a che vedere rispetto a 'ciò che poteva essere ma non sarà'.
Un porticciolo, insomma. Ma che almeno ci sia. Un piccolo porticino, nel quale rifugiarsi per riprendere fiato, ritemprare le forze. In attesa di tempi migliori. Che si aggiunga e si unisca agli altri porti - quelli più grandi, quelli ufficiali - insieme ai quali mandare a casa il venditore di Arcore.
Sinceramente: come si può scommettere sul fatto che tutti o quasi si tureranno il naso? Ma davvero ci credono i nostri leaders? Ma davvero se la sentono di correre un simile rischio?
E poi, una volta potranno pure tapparselo, ma la seconda? Nello stesso giorno? Alla stessa ora? Nello stesso posto?
Sì, perché mica é finita qui. Non c'é solo da incazzarsi perché si resta orfani dell'Ulivo, al proporzionale. C'é anche da fare tutti gli scongiuri che non capitino proprio a te, nel tuo collegio, al maggioritario, le new entry dell'Unione.
Perché, se sei sfigato, una volta turato il naso, fatta la croce sul partito X, richiusa la scheda del proporzionale, aperta quella del maggioritario, di fianco al simbolone dell'Unione rischi di trovarti stampato, in bella vista, il nome dell'ultimo sfavillante acquisto del Centro Sinistra (...oddio, con o senza trattino?).
E allora, anche lì, altra tiratina di naso, altro sforzo di volontà, altra bile che va in circolo, altro vorticoso giramento di gonadi.
Inevitabile, dici? Può essere. Gli equilibri, in una coalizione larga, vanno ricercati in tanti modi, anche usando la leva delle candidature. Mica é uno scandalo!
Ma lo si dica in modo esplicito, e lo si faccia limitandosi ai casi necessari ed impellenti.
E per riequilibrare la cosa, negli altri collegi, si aprano porte e finestre, e si chiami la nostra gente, il nostro elettorato, a scegliersi il proprio candidato vincente per sconfiggere il rappresentante locale dell'impresario di Arcore.
Se le primarie van bene per scegliere il nostro candidato alla Presidenza del Consiglio, perché mai non dovrebbero andar bene per scegliere i nostri candidati alla Camera ed al Senato, nei Collegi del maggioritario?
Questo si chiedono quelli del 'valore aggiunto'. E, per il vero, non soltanto loro.
Non lo si può fare in tutti i collegi?
Fin per la carità .... nulla a pretendere. Lo si faccia almeno nei collegi incerti, in quei collegi nei quali, magari, anche l'argomento della partecipazione, della condivisione, dell'apertura potrebbe risultare utile a spostare verso l'Unione quella manciata di voti che può servire a farci vincere. In quel Collegio ed in tutto il Paese.
Sogno di una notte di piena estate? Può essere.
Ma sognare non é cosa disdicevole.
E poi, se c'é da sognare, meglio sognare a colori.

Deo Fogliazza

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